13 maggio 2017

Partito da Vancouver il "Joshua Tree Tour" degli U2: tripudio per 50mila

Tecnologia, politica fra Trump e Merkel e nostalgia rock. Eseguito anche un brano inedito, qui il video

Ci sarà tempo per capire se questo nuovo giro di concerti degli U2 è solo un "tributo alla memoria" della loro vertiginosa grandezza di 30 anni fa, o se Bono e compagni hanno ancora cose decisive da offrire. I cinquantamila che hanno riempito il BC Place Stadium di Vancouver non si sono posti troppe domande, celebrando l'ennesimo trionfo live della band irlandese per il debutto del "Joshua Tree Tour", che il 15 e 16 luglio prossimi farà tappa anche all'Olimpico di Roma. Con la città canadese gli U2 hanno un particolare legame: qui cominciò anche lo storico tour del 1987, qui si sono svolte le prove del "Vertigo 2005", qui due anni fa The Edge ha rischiato di spezzarsi l'osso del collo cadendo dal palco per il "Songs of Innocence Tour". Alla prima apparizione del 2017, gli U2 sono apparsi in buona forma, anche se Bono ha limitato le sue memorabili chiacchierate con il pubblico: ok i messaggi, ma c'era da rodare la scaletta. E da verificare l'efficacia dei contributi video su uno sterminato schermo ad alta definizione, lungo quanto il palco e alto quasi venti metri. Dopo il corposo opening (dieci pezzi) dei Mumford & Sons, gli U2 sono entrati in scena al centro dello stadio, per una sorta di prequel con i classici pre-1987: a partire da "Sunday Bloody Sunday", e proseguendo con "New Year's Day", "A Sort of Homecoming", "MLK/Pride". Bono grida: "Canada, non chiudere le tue porte nel tempo della paura!". A quel punto la band si è spostata sul palco principale, per l'esecuzione integrale del leggendario album "The Joshua Tree", che verrà ripubblicato in versione celebrativa e deluxe il 2 giugno prossimo.


U2

E qui, dai celestiali accordi d'apertura di "Where the Streets Have No Name", lo schermo ha raccontato quella formidabile avventura americana che Bono e i suoi compagni intrapresero andando alla scoperta delle radici del rock e del blues americano: con le scene girate da Anton Corbjin nel deserto del Mojave e con l'iconico albero di Giuda che continua a crescere in terre aride, simbolo di vita e di speranza più che mai attuale, visti i riferimenti anche agli immigrati dal Messico verso gli USA. A un certo punto, Bono inciterà il pubblico a cantare in coro uno slogan: "Il potere della gente è più forte di quello della gente di potere". In scaletta sono ricomparsi brani raramente eseguiti, come "I Trip Through Your Wires" (Bono ha sbagliato l'attacco con l'armonica dichiarando scherzosamente di non suonarla da troppo tempo), "Exit" (prima della quale compare una clip di un vecchio film con un personaggio che dice "Trump, sei un bugiardo!"), "In God's Country" o "One Tree Hill". Prima assoluta live anche per "Red Hill Mining Town", all'epoca dedicata ai minatori inglesi in lotta contro Margaret Thatcher. Su "Mothers of the Disappeared" sono comparse le immagini delle madri dei desaparecidos argentini, per una sorta di staffetta ideale con i temi politici contemporanei. Bono scherza: "Grazie per aver ascoltato il nostro nuovo album!". Nella terza parte dello show, quella incentrata sulla storia più recente degli U2, dopo pezzi come "Beautiful Day" o "Elevation" è infatti arrivato il tributo per le donne che hanno impresso un marchio sul nostro tempo: su "Ultraviolet" il megaschermo ha mostrato in sequenza i volti di Rosa Parks, della poetessa di colore Maya Angelou, della giovanissima Premio Nobel per la pace del 2014 Malala, di Virginia Woolf, Joni Mitchell, k.d.Lang, e persino di leader europee come Angela Merkel e Christine Lagarde. Su "One" è partito il ringraziamento a nome della One Foundation per la lotta all'AIDS, infine tutto lo stadio ha srotolato uno striscione in omaggio a Omaima, una giovanissima profuga siriana che vuole diventare avvocato per tutelare i diritti dei rifugiati. "Miss Sarajevo" ha commosso anche per il duetto di Bono con la voce di Luciano Pavarotti, e all'ultimo bis ecco la sorpresa del brano inedito, "The Little Things That Give You Away", che comparirà sul prossimo album "Songs of Experience". Una ballata epica e ispirata che pian piano sale verso un climax rock, con un pregevole lavoro di The Edge alla chitarra. Buona la prima: ma ora gli U2 dovranno tirare fuori il cuore. Ancora di più.


U2 The Little Things That Give You Away, Vancouver 2017-05-12 - U2gigs.com

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