29 giugno 2023

Paul McCartney incolpa Springsteen per i concerti troppo lunghi

L'ex Beatles accusa scherzosamente il Boss per aver obbligato tutti gli artisti a fare concerti lunghi ore per tenere il passo delle sue maratone live

Paul McCartney ha scherzosamente incolpato Bruce Springsteen per la fatica che si trova costretto a fare quando si esibisce dal vivo.

McCartney, che ha presentato il suo libro di fotografie sui Beatles "1964: Eyes Of The Storm" durante la serie di podcast Conan O'Brien Needs A Friend, ha puntato il dito verso Springsteen per i suoi concerti troppo lunghi.

Parlando con il celebre presentatore americano, Macca ha spiegato di dover lavorare di più oggi, dopo una carriera incredibile, che non quando era un ventenne. Tutto per colpa di Springsteen e i suoi concerti apparentemente senza fine.

Tutta colpa del Boss

Paul McCartney ha presentato il suo libro di fotografie dedicato al primo tour americano dei Beatles "1964: Eyes Of The Storm", in una chiacchierata con il noto presentatore americano Conor O'Brien.

Durante l'intervista, Macca ha incolpato Bruce Springsteen per la fatica che si trova costretto a fare quando è sul palco.

Il Boss sarebbe infatti, secondo McCartney, il principale responsabile per l'abitudine di fare concerti sempre più lunghi. Un'usanza che lo obbliga a dover faticare più oggi, dopo 60 anni di carriera, che quando era un ragazzino.

Ironicamente i due, non solo sono amici e hanno suonato più volte insieme dal vivo, ma McCartney si è visto anche staccare la corrente dal microfono quando, ospite di Springsteen ad Hyde Park nel 2012, il concerto è andato oltre il coprifuoco.

"Al giorno d'oggi, in gran parte, hai un headliner e poi un supporter", ha spiegato McCartney a Conan O'Brien. "Negli anni '60 c'era un sacco di gente in scaletta e nessuno faceva dei set lunghi. Ora suonano per tre o quattro ore".

Il principale indiziato per questa usanza è Springsteen che, come sottolineato da O'Brien, ha causato problemi a tutti. "Lo ha fatto davvero e l'ho detto ance a Bruce, è colpa tua amico! Ormai non puoi fare nemmeno sol un'ora, quando con i Beatles suonavamo mezz'ora. All'epoca funzionava così: 30 minuti e ti pagavano anche!", ha spiegato.

Entrando nel dettaglio di come funzionava negli anni '60, McCartney ha aggiunto: "Ai quei tempi si esibivano un sacco di persone insieme. Se eri un comico, ad esempio, il promoter ti chiedeva quanto tempo durava lo spettacolo. Quattro minuti? Ok, allora ne faceva quattro. Noi pensavamo che 30 minuti fosse qualcosa di epico, ai quei tempi non sembrava strano".


Paul McCartney incolpa Springsteen per i concerti troppo lunghi

McCartney e il libro fotografico

"1964: Eyes On The Storm", questo il titolo del nuovo libro pubblicato da Paul McCartney, raccoglie centinaia di foto realizzate da McCartney nel corso di tre mesi a cavallo tra il dicembre 1963 e il febbraio 1964 in sei città tra Europa e Stati Uniti.

Nell'estate del 1964 i Beatles si trovavano davvero nell'occhio del ciclone. Una successo completamente sfuggito di mano fece dei Fab Four un fenomeno irripetibile nella storia della cultura, causando l'isterismo della Beatlemania. Nel luglio di quell'anno uscì "A Hard Day's Night", album colonna sonora dell'omonimo film in cui i Beatles raccontavano in maniera ironica proprio quella follia generale che li aveva travolti e che, successivamente, li porterà a rintanarsi in studio di registrazione limitando le uscite pubbliche.

Già dall'inizio dell'anno, i Beatles erano esplosi definitivamente diventando qualcosa di gigante, come testimoniate le scene viste a febbraio de 1964 durante la prima tournee americana della band. Il libro contiene 275 foto fatte da Paul McCartney tra il dicembre 1963 e il febbraio 1964 e scattate in sei città - Liverpool, Parigi, New York, Washington D.C. e Miami - inclusi scatti mai visti dei Beatles, autoritratti e immagini inedite di quell'incredibile prima trasferta sul suolo americano.

"1964: Eyes Of The Storm" è arricchito anche da una prefazione di McCartney e dell'autrice e storica del New Yorker Jill Lepore, oltre ad altri approfondimenti scritti da Nicholas Cullinan e Rosie Broadley.

Oltre ad apparire nel libro, le foto di Paul McCartney saranno anche esposte per la prima volta alla National Portrait Gallery di Londra all'interno di una mostra dedicata.

Paul McCartney Photographs 1963-64: Eyes of the Storm si svolgerà fino al 1 ottobre.