30 giugno 2020

Pearl Jam, il toccante ricordo della tragedia di Roskilde dopo vent'anni

Esattamente vent'anni al festival di Roskilde in Danimarca nove fan persero la vita mentre i Pearl Jam erano sul palco. La band ricorda la tragedia con una nota

A distanza da 20 anni dalla tragedia che avvenne sotto i loro occhi al festival di Roskilde, i Pearl Jam hanno voluto ricordare con una lunga nota sul sito della band come in un attimo la loro vita sia cambiata per sempre.


Roskilde 2000

Correva l'anno 2000, il Roskilde Festival in Danimarca aveva radunato qualcosa come 100.000 spettatori grazie ad una line up notevole composta da artisti come Lou Reed, Oasis, Cure, Iron Maiden, Nine Inch Nails e Pearl Jam.

Il 30 giugno sul palco principale si esibiva proprio la band di Eddie Vedder davanti ad una folla di circa 50.000 ragazzi, tanta gente, sì, ma niente che il festival danese non avesse già provato nei suoi quasi trent'anni di attività che ne avevano fatto uno degli appuntamenti principe dell'estate musicale europea.


La tragedia durante il set dei Pearl Jam

Alle 22.30 i Pearl Jam, impegnati nel tour promozionale di "Binaural" uscito poco più di un mese prima, salgono sul palco davanti all'oceano di fan e attaccano a suonare.

Corduroy, Breakerfall, Hail Hail, la band di Eddie Vedder esegue i propri brani uno dopo l'altro ma nel frattempo, nel pit, c'è qualcosa che non va.

Quel giorno pioveva nella campagna danese, tanto, e i temporali avevano reso l'area davanti l'Orange Stage, il palco principale del festival una poltiglia scivolosa di fango e melma, base pericolosa quando hai decine di migliaia di ragazzi intenti a scatenarsi e pogare al ritmo della loro musica preferita.

I Pearl Jam continuavano a suonare fino a quando, dopo i primi quarantacinque minuti di set, la zona presidiata da un volontario della sicurezza, Per Johansen, 37 anni e da dieci in quel ruolo al Roskilde, diventa la scena di un dramma.

La calca era pressante, la folla spingeva per avvicinarsi al palco ma, a causa del terreno scivoloso, c'è chi cade aprendo  un varco nel quale la gente inizia a fiondarsi.

Otto ragazzi vengono schiacciati, soffocati, mentre la band suona. Moriranno lì, mentre un nono farà la stessa fine pochi giorni dopo in ospedale. Altri 26 ragazzi resteranno feriti, tre gravemente.

Johansen intanto ha fatto partire l'allarme che arriva anche alla band. Vedder dal palco invita il pubblico ad allontanarsi: "Al mio tre fate tre passi indietro" dice al microfono cercando di disperdere la folla, ma ormai non c'è più niente da fare.

L'evento rimarrà per sempre nel cuore dei Pearl Jam, uno shock da cui non si riprenderanno mai davvero e diventerà un precedente per cambiare la gestione della sicurezza nei concerti di tutto il mondo.

La band ricorderà la tragedia anche in una delle loro canzoni, 'Love Boat Captain' dall'album del 2002 "Riot Act" nel verso 'Lost Nine friends we'll never know two years ago today'.


Il ricordo a 20 anni di distanza

Con una nota sul loro sito ufficiale, la band ha voluto ricordare il tragico evento a distanza di vent'anni. Le parole sono quelle di Stone Gossard che si fa portavoce delle emozioni di tutti i Pearl Jam :

"Sono passati 20 anni da quel giorno - scrive il chitarrista dei Pearl Jam - una giornata di festival normal, presentati cinque ore prima dello show, aspetta per il tuo momento. Lo ricordo a stento, credo ci fosse il sole inizialmente, penso, credo abbia suonato Lou Reed, poi il vento e la pioggia. Ma nulla è più stato lo stesso da allora.
Un episodio inaspettato ha cambiato per sempre tutte le persone coinvolte.
I nove ragazzi che sono stati calpestati, la vita delle loro famiglie e dei loro cari che hanno dovuto rivivere l'immagine della loro morte ancora e affrontare la realtà di non vederli mai più. Ogni persona a quel festival che ha testimoniato ciò che stava accadendo, tutti quelli che hanno cercato di fare qualcosa, forse cercando di tirare su qualcuno senza riuscirci.
E quelli come noi, la nostra band, che non si sono resi conto di cosa stava accadendo fino a quando era ormai troppo tardi.
Tutti noi che abbiamo aspettato per sempre delle notizie che speravamo fossero diverse.
Vent'anni dopo la nostra band ha undici figli in più, tutti loro preziosi, e altri vent'anni tra di noi. La nostra comprensione della gravità e della perdita provata dai genitori di quei ragazzi è cresciuta in maniera esponenziale dentro di noi ingigantita dal pensiero di vedere i nostri ragazzi morire in quelle circostanze a Roskilde 2000.
Qualcosa di inimmaginabile, eppure c'è. Il nostro incubo peggiore.
Ogni giorno i nostri cuori continuano a provare dolore e le nostre budella si contorcono al pensiero della morte di quei ragazzi e di come sarebbe potuta andare diversamente se solo... ma niente cambia.
Il nostro dolore è un millesimo di quello delle loro famiglie, i padri, le madri, le sorelle, i fratelli, gli amici.
Le nostre condoglianze più profonde e le nostre scuse alle famiglie che hanno perso i loro ragazzi in quel giorno.
A tutti quelli che hanno perso i loro cari, nessuno è riuscito a capire cosa ci volesse in quelle ore e poi nei giorni seguenti alla tragedia. Il festival, i media, noi stessi. Abbiamo ripercorso gli eventi e abbiamo provato rabbia nei confronti di chi ci dava la responsabilità dell'accaduto. Le nostre parole a quel punto non erano di alcun aiuto, ci siamo nascosti sperando non fosse davvero colpa nostra e da allora abbiamo fatto del nostro meglio per uscire allo scoperto.
Abbiamo incontrato alcune delle famiglie nel corso degli anni, con alcuni di loro abbiamo una forte amicizia, ci consoliamo a vicenda. Altri non li conosciamo.
Speriamo di non provare mai cosa significhi una perdita del genere. Lo speriamo.
Saremo per sempre all'ombra del vostro dolore e della vostra perdita e lo accettiamo e siamo grati per poter condividere con voi lo spazio sacro di questa perdita. "



Pearl Jam, il toccante ricordo della tragedia di Roskilde dopo vent'anni