29 settembre 2019

Perché io ci sarò sempre

Un omaggio a John Steinbeck

La puzza di carogna umana mi risaliva per le narici e non riuscivo più a lasciarla andare, forse mi ci ero affezionato o forse non ho mai sentito altro.

I piedi continuavano a sanguinare, ero quasi arrivato, anche se il "dove" rimane un mistero.

Quando nasci in mezzo allo schifo è difficile riconoscere il bello eppure lo cerchi, lo sogni, speri di incontrarlo, anche se non sai com'è fatto, anche se non sai se è una persona, un luogo o altro. Quando sono partito mi ero immaginato a come sarebbe stata la mia vita una volta arrivato altrove, lì dove i sogni diventano realtà, lì dove le persone hanno sempre un sorriso dipinto sul volto, lì dove non devi ammazzarti per un tozzo di pane, lì dove i cadaveri sono persone e non un ammasso di fertilizzante per campi. Mi ero immaginato la felicità e, anche se non so che aspetto abbia, so che si trova nel posto dove sto andando.

Eppure il percorso l'avevo immaginato diverso, più facile, più liscio. Certo, ho conosciuto la gentilezza e la generosità, le ho viste con i miei occhi, ma subito dopo ho ritrovato la rabbia, il dolore e la violenza. Ho perso i miei amici e i miei parenti. Li ha uccisi la mia brama di una vita migliore? Diversa? O sono morti perché le loro vite non potevano cambiare? Come forse non può cambiare anche la mia.

Guardo la strada che ho fatto e quella che mi rimane da fare, i campi che mi circondano sembrano ridere di me, forse mi credono uno stupido: “Quanta strada inutile per tornare semplicemente alla stessa situazione che hai lasciato!”.

E sotto il sole cocente che mi affloscia le gambe e mi prosciuga il sudore, un sorriso mi attraversa il volto perché so che, anche se non dovessi tornare:

"Io ci sarò sempre, nascosto e dappertutto. Sarò in tutti i posti, dappertutto, dove ti giri a guardare. Dove c’è qualcuno che lotta per dare da mangiare a chi ha fame, io sarò lì. Dove c’è uno sbirro che picchia qualcuno, io sarò lì. Se Casy aveva ragione, be’, allora sarò negli urli di quelli che si ribellano. E sarò nelle risate dei bambini quando hanno fame e sanno che la minestra è pronta. E quando la nostra gente mangerà le cose che ha coltivato e vivrà nelle case che ha costruito, be’, io sarò lì". ( Furore, 1939, John Steinbeck)

Perché io ci sarò sempre