18 ottobre 2023

Peter Gabriel e il pannolino sul basso di "Don't Give Up"

La storia di un neo papà, bassista dei King Crimson, che agguanta un pannolino e incide un basso memorabile nel capolavoro di Peter Gabriel SO

Che noia se i retroscena del rock si alimentassero solo dell'immaginario Sesso, Droga & Rock N' Roll...

Invece, dietro grandi album, canzoni, tour ci sono anche storie di persone normali, certamente baciate dal demone dell'arte e della creatività ma comunque alle prese con contingenze, quotidianità, crisi ed esigenze comuni.

Questa è una storia che riguarda Tony Levin bassista dei King Crimson e autentica icona vivente del basso (Pink Floyd, John Lennon, Dire Straits, Liquid Tension Experiment...). Nel 1986 è in  studio con Peter Gabriel, con cui suona da sempre, per incidere SO,  quinto album solista dell'ex cantante dei Genesis.

Levin è appena diventato padre e si è portato in studio la piccola Megan; quando il produttore artistico Daniel Lanois e Peter Gabriel mettono alle strette Tony Levin per trovare il suono di basso giusto per incidere "Don't Give Up", Lenin agguanta un pannolino della figlia e si inventa una magia.


Non ci sono limiti alla fantasia di un artista. Fantasia che se stimolata da un’impresa particolarmente entusiasmante può istigare la creatività in maniera stupefacente. La registrazione di un disco può essere uno di questi momenti vibranti. Quando l’idea di un arrangiamento, la sensazione di uno scenario sonoro, il sapore dell’amalgama di un groove, pulsano chiari e petulanti nell’immaginario di un musicista, di un produttore, di una band o di un cantante: ma tradurre quella visione in una take, catturarla su nastro con gli accordi migliori, il suono giusto, l’intenzione più opportuna non è solo una sfida. E’ anche l’espressione più intensa della magia di suonare.Trasformare in musica idee e sensazioni. E’ allora che si spremono le possibilità tecniche e tecnologiche di musicisti e strumenti, si esplora, si sperimenta, si gioca.


 

Peter Gabriel e il pannolino sul basso di "Don't Give Up"
PHOTO CREDIT: Elena Di Vincenzo


Il Rock si apre alla World Music

Con questi presupposti iniziano nel 1986 le registrazioni di SO, quinto album solista di Peter Gabriel, ex cantante dei Genesis. E’ il produttore Daniel Lanois (che solo un anno dopo diventerà una leggenda del rock con THE JOSHUA TREE degli U2) a stuzzicare questo clima di creatività e sperimentazione, spronando soprattutto alla contaminazione tra generi e a servirsi delle nuove aperture suggerite dalla World Music: senza scostarsi dall’impianto pop e il rock che il disco doveva mantenere, si vuole attingere alla musica etica e tradizionale e - nel caso di questo album -  in particolare agli stili africani e brasiliani. Una formula che avrà fortuna particolare grazie al successo di SO, sdoganando la definizione di Art Rock: un approccio nel quale il pop e rock, senza snaturarsi, si emancipano dai loro standard più canonici e si espandono verso soluzioni più complesse e contaminate.




Bassista con figlia in braccio

Al basso elettrico è coinvolto nella produzione e registrazione del disco Tony Levin, bassista dei King Crimson da sempre al fianco di Peter Gabriel e destinato a diventare uno dei musicisti più autorevoli del pianeta con collaborazioni inverosimili: Pink Floyd, John Lennon, Dire Straits, Liquid Tension Experiment…In quel momento Levin - che in quanto a estro e creatività è virtuoso almeno quanto lo è al basso - è da poco diventato padre e, nemmeno per le delicatissime registrazioni del disco, vuole separarsi dalla sua piccola Megan. Così si procaccia un’imbracatura con la quale può tenere la figlia sul petto mentre, al contempo, imbraccia e suona il basso. Succede così che, quando Daniel Lanois e Peter Gabriel fanno ascoltare a Levin il provino di “Don't Give Up” (duetto toccante con Kate Bush, in cui un uomo affranto racconta alla compagna di aver perso il lavoro) il bassista ha una folgorazione; prima ancora di capire cosa suonare, che note, che frasi fare, bisogna trovare il suono giusto: serve un suono ovattato, scuro come la storia che si racconta ma dolce come la complicità tra i due amanti nel momento di difficolta.




Racconterà Tony Levin: “Volevo un suono tozzo, con note brevi e smorzate e con quanto più frequenze basse possibile. Non ci ho pensato troppo, sono semplicemente andato in giro a cercare qualcosa da infilare sotto le corde del basso che smorzandole mi avrebbe aiutato a trovare quell’effetto. Ho afferrato uno dei pannolini di Megan e l'ho infilato sotto le corde vicino al ponte.”

La trovata è geniale e il suono di basso, perfetto, incornicia in maniera emozionante l'atmosfera del pezzo. Peter Gabriel è entusiasta e battezza il sound della linea di basso come super wonder nappy sound, il "meraviglioso sound del pannolino"

SO diventerà l’album di maggior successo di Peter Gabriel e la linea di basso di “Don’t Give Up” una delle parti strumentali più acclamate del rock. Il disco (che vanta la presenza della batteria di Stewart Copeland dei Police nella traccia di apertura “Red Rain”) contiene un’altra prova mirabolante di basso di Levin in “Sledgehammer”, probabilmente la canzone più popolare di Gabriel.