Il 6 luglio 1977 i Pink Floyd sono di scena allo Stade Du Parc Olympique di Montréal, capitale 'francese' del Canada, dove Roger Waters si rese protagonista di un episodio increscioso che, però, ispirò il concept di The Wall.
I Pink Floyd a Montreal nel '77
La band si trovava dall'altra parte dell'oceano per l'ultima data del tour In The Flesh in supporto ad "Animals", decimo album pubblicato a inizio anno.
La data conclusiva del tour di Animals che i Pink Floyd tennero davanti ad un pubblico di circa 80.000 spettatori, però, è importante soprattutto per un altro album storico dei Pink Floyd.
Fu un episodio avvenuto durante quella serata, infatti, ad ispirare Roger Waters nel realizzare il concept che sta alle spalle di "The Wall".
Sin dalle prime note di 'Sheep', che apriva il concerto, il pubblico dello stadio sembrava poco incline a concentrarsi sulla musica, un comportamento che Waters non apprezzava e che veniva evidenziato specialmente nella canzoni più lente e riflessive della band.
Mentre Waters suona 'Pigs On The Wing part.1' si sentono dei petardi ma il bassista dei Pink Floyd continua e passa a 'Dogs'.
Il brano sembra filare via liscio ma appena Waters attacca le prime note di 'Pigs On The Wing Part 2' si ferma, riprende, si ferma di nuovo e ancora petardi. La gente mormora, Waters attacca a cantare ma di nuovo un'esplosione rompe la musica.
Lo sputo di Waters
Un gruppo di ragazzi si era piazzato sotto le transenne in prima fila e, visibilmente alterato, decise di passare il concerto a fischiare, urlare, dare fastidio e sparare petardi, incluso un altro botto che arriva sul palco sfiorando proprio Waters.
A quel punto il bassista esplode e inizia ad invitare caldamente tutti quelli che sono lì solo per dare fastidio e fare casino ad uscire e continuare fuori dallo stadio perché lui ha delle canzoni da cantare e ci sono delle altre persone che vogliono ascoltarle.
Di persone ce ne erano davvero tante, tra le 80.000 e le 100.000 che fecero registrare il maggior numero di spettatori per una band in Canada in un'arena che veniva battezzata proprio da quello show.
I Pink Floyd riattaccarono a suonare ma, in qualche modo, qualcosa si era rotto nel rapporto tra la band e il pubblico.
Waters chiedeva degli spettatori tranquilli, che ascoltassero la musica e gli consentissero di cantare condividendo la magia ma il pubblico canadese, o almeno parte di esso, non era dello stesso parere.
L'atmosfera era tesa e mentre i fan erano distratti da uno degli effetti speciali rimasti nella storia dei Pink Floyd, il maiale gigante che volava sopra le loro teste, lo staff della band prese di peso il più rumoroso di quel gruppetto di casinisti.
In quel momento nella testa di Waters, stanco ed esausto da questa 'guerra virtuale', scatta qualcosa e quando il ragazzo transita accanto al palco, gli sputa addosso.
Quel singolo episodio risulterà essere illuminante per il musicista britannico che da lì inizierà a riflettere ed elaborare il concetto che verrà poi sviluppato in The Wall.
La situazione era talmente tesa che, quando la folla chiamò sul palco la band per un' ultima volta, Gilmour si rifiutò di continuare e la jam blues di chiusura fu affidata al chitarrista in seconda Snowy White e interrotta di colpo per dare alla crew la possibilità di smontare tutto e lasciarsi alle spalle il tour.