25 gennaio 2021

Police, Sting e la canzone sepolta per odio

Sting odiava talmente tanto una canzone dei Police da decidere di seppellirla, letteralmente. Il racconto del chitarrista Andy Summers su uno dei brani di "Zenyatta Mondatta"

Il chitarrista dei Police Andy Summers ha raccontato un aneddoto particolare relativo alle registrazioni dell'album "Zenyatta Mondatta" che ha come protagonista il frontman della band, Sting, e una canzone talmente odiata dal cantante da spingerlo a seppellire il nastro.

A volte, si sa, il rapporto tra un artista e una delle canzoni del suo repertorio può essere conflittuale, specialmente quando si tratta di band, entità che non riferiscono sempre ad una e una sola persona.  Se Bruce Springsteen lanciò nella piscina dell'hotel il primo nastro definitivo contenente la registrazione di "Born To Run", frustrato e insoddisfatto del risultato ottenuto, figurarsi cosa può accadere in un microcosmo come quello di una band in cui devono incontrarsi più teste, più sensibilità e più contributi musicali.

A raccontare l'aneddoto risalente alle registrazioni del terzo album dei Police "Zenyatta Mondatta", pubblicato nel 1980, è il chitarrista della band inglese Andy Summers


Zenyatta Mondatta, un album da completare

Parlando con Classic Rock, Summers ha rivelato che c'era una canzone che Sting proprio non sopportava tra quelle poi finite sull'album, anzi, la odiava a tal punto da rifiutarsi di contribuire in alcun modo e da cercare di sabotarla. La band stava registrando il disco ma mancava ancora qualcosa per completarlo, servivano altri brani per riempirlo e arrivare a un minutaggio sufficiente e quindi tutti i membri dei Police cercarono di sforzarsi per riuscire a chiudere il progetto.

Tra le varie canzoni portate in studio c'era un pezzo strumentale firmato da Andy Summers che dice: "Io ero quello più interessato nelle cose bizzarre, le hit commerciali invece sembravano sempre essere scritte da Sting. Però ci servivano altre tracce per riempire l'album e io ne avevo una che si chiamava 'Behind My Camel' e decisi di proporla".



La reazione di Sting all'ascolto di 'Behind My Camel'

La divergenza di vedute artistiche tra i due, però, suscitò la reazione di Sting che decise che no, lui non avrebbe minimamente avuto a che fare con quella canzone.

Come raccontato da Summers nell'intervista con Classic Rock, infatti, il frontman dei Police decise di tirarsi fuori e si rifiutò di suonare il basso sul brano e, anzi, decise di sabotare il tutto tentando letteralmente di seppellire sotto terra il nastro contenente il demo di 'Behind My Camel'. "Sting mi disse che non avrebbe suonato quella roba - continua Summers - e credo davvero che alla fine seppellì letteralmente il nastro nel giardino. Stewart (Copeland, batterista dei Police Ndr), invece, era dalla mia parte e decise di collaborare. Senza Sting fui io a suonare il basso sulla traccia".

Nonostante il fiuto di Sting per il successo, questa volta il cantante dei Police sbagliò evidentemente qualcosa visto che due anni dopo, nel 1982, 'Behind My Camel' vinse un Grammy come Best Rock Instrumental Performance.


Le pressioni per il successo di Zenyatta Mondatta

Pubblicato nell'ottobre del 1980, "Zenyatta Mondatta" era il terzo album dei Police, un successo commerciale che arrivò al primo posto della classifica UK, si aggiudicò due Grammy (uno, come già detto, per 'Behind My Camel' e un altro come Best Rock Performance By A Duo or Group with Vocal per 'Don't Stand So Close To Me') e sfornò numerose hit diventate dei veri classici.

Scritto durante il tour dei Police in supporto al secondo album "Reggatta De Blanc", "Zenyatta Mondatta" fu registrato in meno di quattro settimane e, nonostante il successo, è stato a lungo ritenuto insoddisfacente dalla band che alcuni anni dopo cercò di rimettere mano ai pezzi. Il risultato, secondo i tre, era penalizzato dalla schedule infernale a cui erano sottoposti i Police che, poche ore dopo aver chiuso il disco nel bel mezzo della notte, si rimisero nuovamente in tour.

Una pressione quella subita dai Police ai tempi che, per stessa ammissione di Sting, non fece bene a lui e alla band che avvertì il peso di dover soddisfare al più presto le esigenze del pubblico e dell'industria discografica mentre continuavano a fare su e giù dai palchi di tutto il mondo senza sosta.

Questo non fermò il successo del trio inglese che dall'album sfornò canzoni come 'Don't Stand So Close To Me' e 'De Do Do Do, De Da Da Da', singoli che ancora oggi tutti ricordano e che fece entrare i Police per la prima volta nella Top 5 degli album più venduti negli Stati Uniti.


Police, Sting e la canzone sepolta per odio