Psycho Killer, il significato della hit dei Talking Heads

Nel dicembre del 1977 i Talking Heads pubblicavano la loro hit Psycho Killer, un viaggio nella mente di un individuo disturbato e delle sue paranoie

"Psycho Killer" è uno dei brani più iconici dei Talking Heads, pubblicato nel dicembre del 1977 come singolo tratto dal loro album di debutto, "Talking Heads: 77".

Si tratta del primo grande successo della band guidata da David Byrne e il brano che portò al pubblico l'art rock dei Talking Heads.

Ancora prima di entrare in classifica, però, Psycho Killer si rivelò essere una delle canzoni più importanti per la band, momento principale della demo che i Talking Heads presentarono ai discografici della CBS e che portò poi alla firma del contratto con la Sire.

E anche dal vivo quello che sarebbe diventata una futura hit, era già presente in una forma embrionale già nel 1975 e punto fisso dei set al CBGB's che permise ai Talking Heads di diventare uno strano caso all'interno della scena punk newyorkese.

Con una linea di basso ossessiva e un ritmo ripetitivo che richiama il funk, Psycho Killer presenta un mix di new wave, punk e art rock, che all'epoca rappresentava una novità assoluta nel panorama musicale.

Psycho Killer, il significato della hit dei Talking Heads
PHOTO CREDIT: Ivy Ney / ipa-agency.net / Fotogramma

Testo di Psycho Killer,  la tensione di un individuo disturbato

Il testo di "Psycho Killer" dei Talking Heads è un viaggio enigmatico nella mente di un individuo disturbato. Scritto principalmente da David Byrne, con il contributo di Tina Weymouth e Chris Frantz, il brano esplora i temi dell'alienazione, della frustrazione e del disordine mentale. Byrne stesso ha dichiarato in diverse interviste che l'intento era quello di creare una sorta di "parodia" del tipico assassino psicopatico, senza basarsi su un caso reale, ma piuttosto come un esercizio stilistico per esplorare la psiche umana.

Il narratore è incapace di affrontare la realtà e si sente sopraffatto da un senso di pericolo imminente. La metafora "my bed's on fire" potrebbe rappresentare il tumulto interiore o la sensazione di un imminente disastro personale.

Byrne ha spiegato: "Non è tanto su un assassino reale, quanto sull’idea di sentirsi estranei, alienati e pronti a esplodere", facendo riferimento alla tensione dei nervi tesi, il 'live wire' del testo.

Il ritornello è uno degli elementi più distintivi della canzone. L'uso del francese ("Qu'est-ce que c'est?" significa "Che cos'è?") aggiunge un tocco esotico e surreale.

La ripetizione "fa-fa-fa" è ipnotica e richiama la tensione nervosa del protagonista. Il comando di "scappare" è ambiguo: potrebbe essere rivolto sia al narratore che alla sua vittima.

La scelta di una lingua diversa dall'inglese deriva proprio dalla volontà di Byrne di distaccarsi ulteriormente, nella narrazione, della realtà.

Byrne, riferendosi ai versi che concludono il brano, voleva che la canzone avesse elementi grotteschi, quasi umoristici, per contrastare con la sua atmosfera oscura. "L'idea che qualcuno possa uccidere per la mancanza di buone maniere era volutamente assurda".

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