Quando gli Iron Maiden salirono in cattedra per Piece Of Mind
Il balzo in avanti degli Iron Maiden con Piece Of Mind dopo il successo di The Number Of The Beast, tra storia, mitologia e l'arrivo di Nicko McBrain
Pubblicato il 16 maggio del 1983 "Piece Of Mind" è stato il quarto album in studio degli Iron Maiden.
Il compito era di quelli ingrati, riuscire a replicare quanto fatto con The Number Of The Beast e dimostrare di essere definitivamente la cosa più importante prodotta negli ultimi anni dall'heavy metal britannico.
Un compito che, con tutti i rischi del caso, "Peace Of Mind" riuscì a svolgere egregiamente, diventando un successo commerciale e di critica, cementando la posizione dei Maiden nella storia del metal.
Con le sue ispirazioni letterarie, i suoi ritmi potenti e il debutto di un nuovo batterista che sarebbe diventato un perno nella loro eredità - Nicko McBrain - Piece of Mind è stata la dichiarazione di libertà dei Maiden.
Piece Of Mind e la definizione della formazione classica dei Maiden
All'inizio degli anni '80, gli Iron Maiden si erano rapidamente affermati partendo dai pub di East London, finendo con il diventare i portabandiera della New Wave of British Heavy Metal (NWOBHM). Il loro terzo album, The Number of the Beast (1982), li aveva catapultati verso la fama internazionale, grazie in parte alla titletrack, a classici come Hallowed Be Thy Name, e alle polemiche suscitate dai gruppi religiosi.
Ma sebbene The Number of the Beast fosse una svolta, i Maiden decisero di non sedersi sugli allori e cercare di alzare l'asticella alla ricerca di nuove idee. Steve Harris, Adrian Smith, Dave Murray e Bruce Dickinson - che era arrivato in formazione solo da un disco con effetti devastanti - continuarono lungo un percorso fatto di testi teatrali e composizioni potenti ed ardite.
Eppure, dietro le quinte, un cambiamento fondamentale era imminente: il batterista Clive Burr lasciò la band dopo un estenuante tour mondiale, citando la stanchezza e problemi personali.
Al suo posto arrivò Nicko McBrain, noto per il suo lavoro con i Trust e formidabile musicista che è rimasto in formazione fino al 2024, anno in cui ha annunciato l'addio per problemi di salute. Il suo arrivo avrebbe segnato l'ultimo tassello di quella che molti considerano la formazione "classica" dei Maiden.

Le registrazioni di Piece Of Mind e l'impatto di McBrain
La band si trasferì nell'isola paradisiaca di Nassau, alle Bahamas, per registrare Piece of Mind ai Compass Point Studios, location in seguito utilizzata per diversi dischi dei Maiden. L'atmosfera rilassata contrastava nettamente con l'intensità della musica che si stava forgiando.
Gran parte di Piece of Mind fu scritta durante il tour o poco dopo. La collaborazione tra i membri della band fu più equilibrata che mai, con Adrian Smith che diede un contributo importante e Bruce Dickinson che si fece avanti con idee sia di testo che concettuali.
Fin dal primo giorno, l'impatto di McBrain fu innegabile. La sua batteria aggiunse uno swing ancora più dinamico al sound degli Iron Maiden, particolarmente evidente in brani come "Where Eagles Dare", che apre l'album con una raffica di colpi che annunciano immediatamente un approccio musicale più sofisticato.
Il nuovo arrivato cominciò ad essere fondamentale anche dal punto di visto caratteriale, dimostrandosi 'uomo spogliatoio' in grado di placare eventuali tensioni grazie al suo spirito.
E' anche grazie a Nicko che le registrazioni risultarono più divertenti e leggere per tutti i Maiden che lo inserirono anche in un piccolo 'scherzo' nascosto tra i solchi del disco.
Facendo girare la traccia Still Life al contrario - un vero classico per le rock band accusate di satanismo sin dagli anni '60 - si poteva infatti ascoltare la voce di McBrain che, sbiascicando come fosse ubriaco, diceva “What ho said the t’ing with the three ‘bonce,’ do not meddle with things you don’t understand.”
Una frase ironica che faceva riferimento alle accuse di satanismo, invitando chi non conosceva l'argomento a non immischiarsi.
Storia, letteratura, mitologia e psicologia in chiave metal
Quando Piece of Mind uscì nel maggio del 1983, non fu solo il nuovo album degli Iron Maiden: fu un vero e proprio balzo in avanti.
Non era solo metal; era letteratura, mitologia, storia e fantasy canalizzati attraverso chitarre fragorose e voci operistiche.
Ogni traccia di Piece of Mind svelava un mondo nuovo ed esplorava tematiche come la guerra, la mitologia, la follia e la letteratura, dimostrando il crescente interesse della band per materiale concettuale senza sacrificare la potenza della loro musica o il gusto melodico.
L'album si apre con la ferocia di "Where Eagles Dare", che cattura il coraggio e il caos della guerra, mentre "Revelations" si addentra nel misticismo occulto e nella spiritualità, fondendo poesia esoterica e conflitto interiore.
"Flight of Icarus" - tra i brani più amati della band - reinterpreta il mito greco di Icaro come metafora della ribellione e del costo dell'ambizione incontrollata, in contrasto con l'ironia di "Die With Your Boots On", che deride la paranoia apocalittica.
"The Trooper", senza ombra di dubbio il singolo che catalizzò l'attenzione di tutti e, ad oggi, nella Top 3 dei più grandi classici della band - si concentra sulla futilità della guerra, mentre "Still Life" assume una piega psicologica, raccontando una discesa nell'ossessione e nella follia.
"Quest for Fire" guarda alle radici primordiali dell'umanità, riflettendo la lotta per la sopravvivenza e il progresso, mentre "Sun and Steel" onora il percorso disciplinato del guerriero dal punto di vista dei samurai.
L'epica conclusione "To Tame a Land" si tuffa nella fantascienza, esplorando profezie, destino e potere attraverso la mitologia di Dune.
Il successo di Piece Of Mind
Dopo l'enorme successo di "The Number of the Beast", le aspettative erano altissime. Ma invece di cedere alla pressione, gli Iron Maiden hanno realizzato un disco che non solo ha eguagliato i loro trionfi precedenti, ma li ha superati per molti aspetti: creativamente, commercialmente e culturalmente.
Piece of Mind debuttò al terzo posto della classifica degli album del Regno Unito - dimostrando il momento di grazia della scena NWOBHM - e raggiunse il quattordicesimo posto della Billboard 200 statunitense, ottenendo infine la certificazione di platino in entrambi i mercati.
Mentre alcuni puristi rimpiangevano la genuinità dei lavori precedenti, molti accolsero Piece of Mind come un importante passo avanti nella scrittura e nella musicalità.
Segnò anche l'espansione degli Iron Maiden nel mercato statunitense, con singoli come "Flight of Icarus" trasmessi su MTV, una rarità per una band metal britannica all'epoca.
Ma soprattutto, Piece of Mind divenne un vero e proprio fenomeno live. Il World Piece Tour, che seguì l'uscita, toccò oltre 140 date in Nord America, Europa e Giappone.
La band si esibì in arene e festival gremiti, consolidando la propria reputazione come una delle band dal vivo più elettrizzanti del decennio.