27 maggio 2022

Quando gli U2 causarono un 'terremoto' a Roma

Il 27 maggio del 1987 gli U2 suonarono a Roma per la prima tappa europea del The Joshua Trea Tour, spaventando la cittadinanza

Era il 27 maggio del 1987 quando gli U2 sbarcarono a Roma per cominciare dalla Capitale la parte europea del The Joshua Tree Tour.

Il disco capolavoro della band irlandese era uscito meno di due mesi prima, un album che avrebbe definitivamente scritto il nome di Bono Vox, The Edge, Adam Clayton e Larry Mullen Jr. nella storia della musica.

Gli U2 a Roma per il The Joshua Tree Tour

Era la primavera del 1987 quando, dopo una serie di tappe nelle arene degli Stati Uniti, gli U2 tornarono in Europa per dare il via alle date europee del The Joshua Tree Tour.
Per il debutto sui palchi europei, la band irlandese decise di cominciare proprio dall'Italia con uno show allo Stadio Flaminio di Roma.

La band era in uno stato di grazia. Due anni prima il successo globale grazie alla partecipazione al Live Aid, meno di due mesi prima dal live la pubblicazione di "The Joshua Tree", il disco che consacrò definitivamente gli U2 come una delle band più grandi del pianeta.

Gli ingredienti per una giornata indimenticabile e un trionfo annunciato ci sono tutti e, così, i fan arrivano da tutta Italia per vedere sul palco Bono Vox e soci. La capienza ufficiale del Flaminio era  di 45.000 spettatori, tutti i biglietti furono venduti velocemente ma i fan che si presenteranno ai cancelli saranno molti di più.

Quando gli U2 causarono un 'terremoto' a Roma

Il terremoto U2

In tantissimi, sin dalle prime ore del mattino, decidono di presentarsi allo stadio per cercare di entrare in qualche modo, che sia comprando il biglietto dalle mani di qualche bagarino o utilizzando la furbizia per intrufolarsi nei varchi sfuggendo ai controlli. La folla è in delirio e la capitale è tutta in fibrillazione per l'arrivo della band, completamente travolta dalla passione dei fan, una comunità enorme che si ritrova insieme lì, a Roma Nord.

Una vera e propria fede, quella dei fan degli U2 che presero d'assalto Roma.

A scaldare il pubblico ci pensarono The Pretenders e Big Audio Dynamite che si esibirono prima che gli U2 salissero sul palco, prendendo la scena sulle note di Where the Streets Have No Name. Nonostante Bono non fosse al top con la voce, il cantante degli U2 era forse nel momento più alto della sua carriera dal punto di vista vocale e la band si trovava ad un picco creativo e performativo che fu espresso al massimo durante lo show romano.

Il sound degli U2 era potente e massiccio, supportato da un impianto da 100mila watt che, unito alle decina di migliaia di presenti, riuscì a causare un vero e proprio terremoto sul suolo romano.

Usare la parola 'terremoto' non è una esagerazione in questo caso e furono numerosi gli abitanti della zona intorno al Flaminio che chiamarono pompieri e forze dell'ordine temendo che fosse in corso un fenomeno sismico. Le vibrazioni provenienti dallo stadio, infatti, erano talmente potenti da aver fatto tremare, e in alcuni casi crepare, i vetri delle abitazioni della zona, mettendo in allarme la cittadinanza.

Un biglietto da visita con cui gli U2 si presentarono ai fan italiani, prima di spostarsi a Modena per due date allo Stadio Braglia.