Il due di picche dalla chitarra che ami

Non importa se sei un guitar hero e il tuo album impazza nelle classifiche. Una chitarra può spezzarti il cuore. Parola di Jay Jay French dei Twisted Sister

Storie di chitarre e chitarristi. Anche se interessano rock star colossali non è detto che siano sempre rose e fiori. Come, per esempio, quella di Jay Jay French, il chitarrista e fondatore dei Twisted Sister che si vede dare il due di picche da Gibson (suo brand di chitarra preferito, suonato da sempre) che gli nega uno strumento in omaggio nonostante i Twisted Sister fossero in cima al mondo con “We're Not Gonna Take It”(STAY HUNGRY, 1984). Prima di raccontarvi questa storiella divertente però, è bene spendere due parole su Jay Jay French, un personaggino davvero interessante che - se non altro per la straordinarietà delle sue vicende artistiche e personali - merita di essere conosciuto meglio. Jay Jay French (all’anagrafe John French Segall) parte dalla strada e arriva ad essere fondatore, chitarrista e manager dei Twisted Sister; una band che con 20 milioni di album venduti rimane una delle formazioni più clamorose - e pittoresche - degli anni d’oro del metal

Un miracolato

Originario di New York, Jay Jay French da adolescente ha una grande passione: la droga. La consuma, la spaccia e nel 1971, appena diciannovenne, si trasferisce ad Amsterdam dove ci da dentro di brutto. Un attimo prima di toccare il fondo però, ha un’epifania e realizza di essere un miracolato: nonostante quella vita sciagurata, no un’overdose, no un accoltellamento, no una sparatoria; addirittura nessun precedente penale. Ricorderà Jay Jay French: “Sono riuscito a scampare due arresti per droga, solo grazie alla mia parlantina. Questo, per darti l’idea della mia capacità di uscire dalla merda solo con le parole. Quando questa cosa è successa mi ha fatto pensare e mi sono detto: “Dannazione ragazzo, sei un figlio di puttana fortunato. Ora basta!”. La decisione di cambiare vita è agevolata dal fatto che - provvidenzialmente . Jay Jay ha un piano b: gli piace la musica e con la chitarra se la cava. Schiva di un soffio l’ingresso nei Kiss (fa un’audizione con i Wicked Lester, di cui facevano appunto parte i futuri Kiss, Paul Stanley e Gene Simmons) e nel 1973 fonda i Twisted Sister con cui, meno di dieci anni dopo, raggiunge la consacrazione a livello mondiale con STAY HUNGRY (1984). Negli anni ‘90, dopo lo scioglimento dei Twisted Sister, forte dell’esperienza e dei successi ottenuti (non solo come musicista ma anche come manager della band), diventa un divulgatore e motivatore professionista, al servizio di imprenditori e persone coinvolte nel music business. In più, l’eclettico Jay Jay ha persino il bernoccolo della scrittura e così convoglia queste due anime - manager e rock star - in “TWISTED BUSINESS: LESSONS FROM MY LIFE IN ROCK'N'ROLL"  libro che, a detta dell’autore, abbraccia sei decenni di sesso, droga, rock n roll, politica e business. Bene, la storia che vi racconto è ambientata proprio nel 1984 quando i Twisted Sister sono all’apice della popolarità. Non solo il loro STAY HUNGRY vende più del pane ma la band è travolta da una gigantesca attenzione mediatica perché Dee Snider, cantante del gruppo, si unisce a Frank Zappa e John Denver in una battaglia per la libertà d’espressione. Sono ancora gli anni in cui rock e metal vengono demonizzati e l’associazione americana Parents Music Resource Center vuole censurare “We’re Not Gonna Take It” (e il relativo videoclip) perché li considera un incentivo alla ribellione violenta contro i genitori.

Tags