Quando Springsteen fece irruzione a Graceland per incontrare Elvis
Nell'aprile del 1976 un giovane Bruce Springsteen tentò di entrare a Graceland per incontrare il suo idolo, Elvis Presley
Il 29 aprile del 1976 un giovane Bruce Springsteen tentò, senza saperlo, di creare uno scontro tra miti quando cercò di fare irruzione a Graceland per incontrare Elvis Presley. L'episodio, rimasto negli annali, avvenne dopo che il rocker del New Jersey si era esibito a Memphis per un concerto del tour in supporto a "Born To Run".
La passione di Springsteen per Elvis
A volte la voglia di incontrare i propri idoli fa perdere il controllo e proprio questo avvenne 45 anni fa quando, il 29 aprile del 1976, un giovane Bruce Springsteen capitò dalle parti di Memphis per suonare un concerto durante il tour in supporto a "Born To Run".
Springsteen, da sempre un grande fan di Elvis Presley, pensò che trovarsi proprio lì, nella patria del re del rock'n'roll, potesse essere un'occasione giusta da sfruttare al volo.
Elvis era entrato nella vita di Springsteen quasi vent'anni prima quando un piccolo Bruce vide la terza e ultima apparizione di Elvis al celebre programma televisivo The Ed Sullivan Show. Una performance, quella del re del rock'n'roll che stregò tutti, inclusi Springsteen che rimase totalmente colpito da quel personaggio:"Non riuscivo ad immaginare qualcuno che non volesse essere Elvis Presley" disse e fu proprio lì che sua madre gli prese una chitarra e cercò di fargli studiare lo strumento ma la chitarra era troppo grande e lui poco incline allo studio. Dopo aver messo da parte le corde per gli sport, però, Springsteen riprese in mano la chitarra ed il resto è storia.
L'irruzione a Graceland
Ma torniamo al concerto di Springsteen a Memphis.Dopo lo show, il Boss, in compagnia di Little Steven, pensò bene di tentare l'irruzione nella celebre villa di Elvis, Graceland, per tentare di incontrare uno dei suoi idoli nel bel mezzo della notte. Tentativo, inutile dirlo, che si rivelò fallimentare come raccontato più volte dallo stesso Springsteen:
"Eravamo io e Steve seduti in un motel con le nostre chitarre quando pensammo di chiamare un taxi per portarci a casa di Elvis nel bel mezzo della notte - racconta il Boss - e ricordo che scesi dalla vettura siamo rimasti lì, imbambolati davanti a quei cancelli con dei chitarristi enormi come decorazione. Guardando oltre la strada ci accorgemmo che al secondo piano c'era una luce accesa, quindi immaginai che Elvis fosse lì, sveglio, a leggere o fare chissà cosa".
Tanto bastò a Springsteen per avere l'idea: "Dissi a Steve che saremmo dovuti andare a controllare, scavalcai oltre il muro e iniziai a correre lungo il viale d'ingresso cosa che, col senno di poi, penso sia stata una sciocchezza perché odio quando lo fanno a casa mia. All'epoca, però, ero pieno di entusiasmo giovanile e correndo arrivai davanti il portone ma, mentre stavo per bussare, i guardiani vennero da me chiedendomi cosa volessi".
E cosa poteva mai volere il giovane Bruce?: "Chiesi se Elvis fosse in casa e loro ovviamente mi risposero di no e che, invece, si trovava al Lake Tahoe. Io iniziai a raccontargli di me, che ero un musicista, che avevo una band, che avevamo suonato in città quella sera e che avevo fatto dei dischi e addirittura che avevano fatto dei servizi su di me sul Time e su Newseek. Le tentati tutte per impressionarli ma nessuno sembrava credermi perché erano lì che annuivano mentre mi prendevano per il braccio e mi riportavano in strada da Steve".
