Quando un errore crea un successo nel Rock
Come nel rock, errori tecnici o imprevisti diventano opportunità creative, trasformando suoni e canzoni in capolavori grazie all'inventiva di artisti visionari
Nella storia del Rock, gli imprevisti e gli errori tecnici hanno spesso dato vita a momenti di pura innovazione creativa. Da David Gilmour dei Pink Floyd, che ha trasformato un pedale wah wah collegato male in un elemento chiave di "Echoes"(MEDDLE, 1971), ai glitch sonori che hanno caratterizzato l’avanguardistico KID A (2000) dei Radiohead, la storia della musica è piena di esempi in cui l'errore ha creato capolavori. Anche leggende come Sting e Joe Satriani hanno saputo trarre vantaggio da situazioni impreviste, dimostrando come il Rock non si lasci mai limitare dalle circostanze. Questi episodi ci insegnano una lezione fondamentale: nel Rock, come nella vita, l’imprevisto può diventare un’opportunità.
Perchè nel Rock, non è raro che un imprevisto, se non addirittura un errore tecnico o esecutivo, si trasformi in un’occasione: la più classica delle “cappelle” è quella in cui la mano scivola e il musicista infila l’accordo o la nota sbagliata, oppure il colpo di rullante si sposta sul groove della batteria; o ancora quando il cantante deforma la melodia originale. Una svista che, attraverso una sonorità diversa e inattesa, può accendere però un’idea su una nuova direzione che la canzone potrebbe prendere o che quel sound potrebbe avere. Questo fenomeno riguarda naturalmente anche il suono: un amplificatore, un effetto settato male o persino malfunzionamenti possono generare suoni sorprendenti, capaci di trasformarsi in svolte creative.
David Gilmour e il wah wah al contrario
Non è un caso, infatti, che lo spunto per riflettere su questa casistica, così diffusa nella musica, arrivi da un titano della chitarra rock: David Gilmour dei Pink Floyd. Durante la registrazione di uno dei loro più grandi capolavori, "Echoes" (un’epica odissea prog-funk della lunghezza di un lato dell’album MEDDLE del 1971), Gilmour fece tesoro di un incidente tecnico avvenuto qualche anno prima, quando un roadie, per errore, collegò al contrario il pedale wah wah (un effetto chitarra onomatopeico, usatissimo da Jimi Hendrix, Kirk Hammet e in tutta la musica funk), generando un feedback e fischi assordanti. Gilmour intuì che quei suoni striduli e allucinanti potevano essere sfruttati. Imparò a controllare e modulare quei suoni indesiderati (combinandoli con altri effetti, come un pedale del volume e un delay), riuscendo a trasformare quel caos sonoro in una delle parti più suggestive di quella canzone. Come spiegò Gilmour in un’intervista del 2009, quelle sonorità stralunate e quei vagiti alieni presenti nella canzone "non hanno nulla a che fare con le corde", ma piuttosto con il modo in cui un errore tecnico veniva gestito e controllato: un effetto che si rivelò così interessante da essere poi volutamente utilizzato da Gilmour durante le performance dal vivo.
Frank Zappa a caccia di errori
Un altro esempio di musicista che aveva perfettamente chiaro il potenziale dell’errore e che sapeva sfruttare gli imprevisti in modo magistrale è stato Frank Zappa. Per Zappa, naturalmente, visto il livello ultraterreno dei musicisti coinvolti nelle sue band (Adrian Belew, Steve Vai, Vinnie Colaiuta, George Duke, Terry Bozzio, Warren Cuccurullo...), l’errore non era considerato come pressappochismo o incapacità tecnica, ma come un’accidentale opportunità per far evolvere la musica in direzioni impreviste. Anche per questo Zappa registrava ogni prova e performance della sua band, convinto che ogni imprevisto sonoro potesse aprire nuove strade creative. Le sue registrazioni non erano solo archiviazione, ma un modo per documentare ogni possibile variazione e mutamento, anche inatteso, che arricchiva i brani. Una delle sue tecniche più innovative, la xenocronia, prevedeva la sovrapposizione di parti musicali registrate in momenti e su canzoni diverse. In parole povere, Zappa creava dei Frankenstein sovrapponendo - per esempio - alla parte di batteria di una canzone, la linea vocale o di chitarra di un’altra. Questo metodo, naturalmente, portava a errori consapevoli di sincronizzazione ritmica o armonica, che però spesso generavano nuove idee musicali. Zappa credeva che queste incongruenze potessero accendere ispirazioni creative, trasformando l'errore in uno stimolo per l'esplorazione musicale più ardita. Questa arte di estrarre il suono di uno strumento da un brano per piazzarlo in un altro era un procedimento molto amato e usato da Zappa. Quanto Zappa fosse in questo un vero maestro si può sentire per esempio in "Rat Tomago" (SHEIK YERBOUTY,1979): cinque minuti di puro delirio sonoro, in cui il compositore ci delizia con uno strepitoso assolo di chitarra, preso da una sua esecuzione live del brano "The Torture Never Stops" (registrata durante un concerto del 1978 e tratta dal capolavoro ZOOT ALLURES, 1976) e incollato su una nuova base!
Radiohead e i glitch sonori
Anche i Radiohead sono stati capaci di fare leva sugli imprevisti tecnici per cesellare il loro sound sperimentale, che ha cambiato l’estetica della musica alternative. I Radiohead hanno sempre sperimentato con la tecnologia e il suono, portando a errori involontari che sono diventati parte integrante della loro musica. Ad esempio, durante la registrazione di KID A (2000), la band utilizzò vari strumenti elettronici spremendo oltre le loro possibilità software di registrazione come Cubase o Pro Tools, che a volte generavano glitch inaspettati. Invece di scartare questi suoni, li incorporarono nel mix finale, creando un paesaggio sonoro distintivo che definì lo stile d'avanguardia dell'album.
Sting e l’accordo involontario di Roxanne
Un altro episodio memorabile riguarda Sting ai tempi dell'esordio coi Police e l’introduzione di "Roxanne", uno dei brani più popolari che fu decisivo nell’ascesa al successo della band. Durante la registrazione dell'album di debutto OUTLANDOUS D'AMOUR(1978), Sting inavvertitamente si sedette su un pianoforte presente in studio di registrazione, producendo un accordo dissonante che lo fece ridere per l’imprevisto. Invece di eliminare quel momento, la risata e l’accordo furono mantenuti nella versione finale del brano, diventando un elemento bizzarro ma caratteristico dell’introduzione di "Roxanne", contribuendo a costruire l’atmosfera ambigua del pezzo.
Joe Satriani: fare di necessità virtù
È divertente ricordare anche che l’eroe della chitarra strumentale Joe Satriani ha inciso il suo album più importante, SURFING WITH THE ALIEN (1987), tra imprevisti e restrizioni che poi si sono rivelate fortunate nella resa finale del disco. A causa del budget limitato e del poco tempo a disposizione, incise alcuni assoli utilizzando un multieffetto malfunzionante presente nello studio modesto in cui era stato costretto a ripiegare, senza la possibilità di curare successivamente il suono di chitarra in fase di mix. Ma quell’effetto si rivelò una fortuna, creando una pasta sonora particolarmente distintiva che arricchiva il brano! La stessa ristrettezza economica lo costrinse a risparmiare sull’ingaggio e la registrazione di un vero batterista, optando per l’utilizzo della drum machine. Ma l’incedere robotico, privo di dinamiche delle batterie elettroniche, finì per creare un contrasto stupefacente con la vivacità incontrollabile della sua chitarra e il piglio scatenato e ritmicamente selvaggio del suo fraseggio. Un contrasto eccezionale che fece la fortuna di quell’album!
Accogliere l’imprevisto: una lezione dal rock
Tutte queste storie diventano quasi una sorta di "Apologia dell’Errore", che ci dimostrano come, anche ai piani alti del Rock, tra le leggende di questo genere, gli errori e gli imprevisti siano tutt’altro che rari, rispecchiando quanto accade quotidianamente nelle nostre vite. Il Rock ci insegna che la vera abilità sta nel non lasciarsi sopraffare dal perfezionismo e dall’urgenza che tutto vada sempre secondo i piani. Perché un intoppo può essere sempre un’opportunità. Come quando si sbaglia strada e si scopre una trattoria meravigliosa o una località nascosta e stupenda (lago, spiaggia, paesino...); come un treno perso che diventa una sosta fuori programma in qualche stazione e permette di conoscere una persona speciale; o una ricetta sbagliata, con un ingrediente diverso o omesso, che schiude sapori inaspettati e deliziosi.