Di cosa ha bisogno un live per essere fantastico, rimanere nella storia, addirittura diventare un momento iconico nella storia dell'artista e un pietra miliare per la cultura rock? Forse lo status dell'artista in quel momento, una grande performance, un pubblico totalmente catturato, l'associazione ad un determinato momento storico o chissà quale altro ingrediente misterioso. Fatto sta che un po' tutti, sia i fan che i semplici appassionati o i critici, che uno dei live set più iconici di sempre sia stato quello dei Queen a Wembley per il Live Aid del 1985.
Per qualcuno, però, non è stato proprio quel gran trionfo che la storia consegna e quel qualcuno sono i Queen stessi.
Per noi era 'ok'
Le istantanee della folla oceanica sul palmo della mano di Freddie Mercury sono rimaste cristallizzate per sempre nella memoria collettiva di ogni appassionato di musica rock. L'outfit total white, il bracciale borchiato e il botta e risposta con il pubblico che acclamava il frontman dei Queen come dei sudditi farebbero con la loro Regina prima di Hammer To Fall sono entrati nel mito. Mito rinforzato ulteriormente pochi anni fa dal successo al botteghino di Bohemian Rhapsody con la magistrale interpretazione di Rami Malek che ha riportato in vita quei momenti anche agli occhi dei giovanissimi.
Proprio parlando dell'esperienza quasi extracorporea di rivedere se stesso su quel palco nel biopic che racconta l'epopea dei Queen, Brian May ha rivelato che il parere della band sull'esibizione al Live Aid, una volta scesi dal palco, fosse tutt'altro che entusiasta.
In un'intervista con TalkRADIO il leggendario chitarrista dei Queen, proclamato alcuni mesi fa dalla stampa specializzata il più grande chitarrista di sempre, ha svelato la reazione a caldo dei Queen subito dopo il concerto: "Rivivere tutto attraverso il film è stato strano perché hanno ricreato tutto in un modo davvero fedele ed essere lì sul set mi ha messo i brividi, mi ha riportato tutto alla mente - ha detto May - e allora non ci accorgemmo di quanto fosse destinato a diventare epocale, davvero. Siamo scesi dal palco pensando che fosse stata un'esibizione OK ma certo non abbiamo realizzato dell'impronta che avevamo lasciato".
Parlando della presenza scenica di Freddie Mercury, May ha sottolineato di quanto il frontman dei Queen fosse consapevole della sua presenza sul palco, un elemento molto importante durante i live: "Aveva una consapevolezza degli spazi pazzesca ed è qualcosa di molto importante. Se lavori con qualcuno su un palco devi avere un contato musicale ma ti serve anche quella sorta di chimica fisica, la consapevolezza di sapere dove ti trovi e dove stai indirizzando la tua energia e in questo Freddie era fantastico".