04 settembre 2023

Queen, un debutto frutto della gavetta

Nel 1973 i Queen pubblicavano il loro primo album dopo anni di gavetta nei locali e nelle sale concerto di Londra: un flop che aprì la strada alla band

Il 13 luglio del 1973 - e il 4 settembre dello stesso anno - i Queen arrivavano nel mercato discografico con l'omonimo album di debutto.

Messa alle spalle l'avventura con gli Smile, Brian May e Roger Taylor, con il nuovo frontman Freddie Mercury - al quale si sarebbe aggiunto John Deacon - si impegnarono una intensa attività live nel circuito dei club inglesi con quella che sarebbe diventata una delle band più amate nella storia del rock: i Queen.

Posti piccoli, college, pub, la vera gavetta che qualsiasi band dell'epoca faceva prima di tentare il salto, con fortune alterne.

Sì, perché per quanto possa sembrare incredibile pensarlo oggi, anche i Queen sono stati dei ragazzi alla ricerca della propria identità, nel tentativo di imparare il mestiere, di capire la chiave, il segreto che si cela dietro ad un buon songwriting.

All'epoca, tra le mani, non avevano altro che tante speranze ma, con un pizzico di fortuna, si trovarono a registrare per puro caso quella che diventò la prima demo, il biglietto da visita con cui cominciare a bussare alla porta dei discografici.




La prima demo a De Lane Lea studios

Entra qui in scena John Anthony, talent scout e DJ che aveva già prodotto 'Step On Me', unico singolo degli Smile che collaborava con un altro produttore, Roy Thomas Baker.

A fine 1971, con Deacon appena salito a bordo, i Queen vennero invitati da Anthony a testare l'impianto audio e l'acustica dei rinnovati De Lane Lea studios, a Soho.

Quale occasione migliore per provare a incidere, per la prima volta, alcune delle canzoni scritte negli anni precedenti?

Il risultato fu un demo tape che al suo interneto conteneva cinque brani: Keep Yourself Alive, The Night Comes Down, Great King Rat, Jesus e Liar.

Quello che nell'idea dei quattro Queen poteva essere il lasciapassare verso il successo, si rivelò un buco nell'acqua. Spedito il nastro a numerose etichette discografiche nel tentativo di strappare un contratto, i Queen si videro rispondere dalla sola Charisma Records, una piccola etichetta che da poco aveva messo sotto contratto Genesis e Van Der Graaf Generator.

L'offerta, però, fu valutata non abbastanza conveniente dalla band che decise di rifutare per cercare di convincere un'etichetta più strutturata che gli consentisse di sfondare davvero.

Con Freddie al timone, i Queen non avevano però intenzione di rinunciare al percorso intrapreso e trasformare quella demo in qualcosa di più concreto.

Queen, un debutto frutto della gavetta

Le sessioni ai Trident Studios

Colpito da quanto registrato nella demo, Keep Yourself Alive in particolare, e cercò di far ascoltare la band ai fratelli Sheffield, proprietari dei Trident Studios, invitandoli ad uno dei live dei Queen.

Barry Sheffield capì subito di avere davanti qualcosa di speciale e strinse un accordo grazie al quale i Queen potevano utilizzare i Trident Studios nei tempi morti, specialmente la notte e il weekend, per lavorare a quello che sarebbe diventato il loro primo disco. Allo stesso tempo Sheffield diventava anche il manager e l'editore della band, coprendo più ruoli sotto lo stesso tetto.

May, Mercury, Taylor e Deacon passarono ore per cercare di affinare il sound, che all'epoca univa prog a sonorità più heavy, più hard rock che glam, nottate su nottate per mettere su nastro le loro idee.

Ad aiutarli in cabina di regia proprio Anthony e Baker anche se, come dichiarerà lo stesso interessato anni dopo, Mercury chiese anche a Bowie, incontrato nei corridoi del Trident, di produrre il loro primo album.

Baker, che aveva preso il comando dopo i problemi di salute di Anthony, chiese ai Queen di dare il tutto per tutto, provando e riprovando dopo innumerevoli take ed estenuanti sessioni, convinto del loro talento ma anche del lavoro da fare.

Un lavoro che riguardava specialmente le chitarre di Brian May che vennero utilizzate, grazie alla formazione classica del produttore, come se fossero un'orchestra, tanto da spingere la band a sottolineare nelle note di copertina che le chitarre sono tutte suonate dal vivo, senza l'ausilio di sintetizzatori.




La scintilla della regina

Dopo mesi il primo album dei Queen era pronto, con tutto ciò che ci si può aspettare da un disco di debutto: l'energia e l'eccitazione per la caccia ai sogni ma anche le difficoltà di trovare una soluzione soddisfacente e una propria identità.

Pubblicato il 13 luglio 1973 negl Regno Unito e dopo due mesi negli USA, il primo capitolo della storia dei Queen non fu un successo e in America raggiunse solo il posto 83° in classifica.

Decisamente più heavy dei successivi album della band inglese, "Queen" non è mai stato considerato uno dei dischi preferiti dai fan ma, allo stesso tempo, ha cominciato a gettare le basi per ciò che sarebbe successo.

E' in quelle sessioni ai Trident Studios che Mercury e May cominciarono ad affinare davvero la propria scrittura, rincorrendo le tinte prog che in diverse modalità, ora più heavy ora più morbide, saranno tipiche del suono dei Queen.

Un bagliore completamente diverso che, pur nato dalla fatica degli emergenti, sembrava già essere parte di una scintilla che nessuno avrebbe più potuto fermare.