26 agosto 2017

Queens Of The Stone Age: a ritmo di rock

Il nuovo album "Villains", che si avvale della produzione dell'hit-maker Mark Ronson, è un concentrato di chitarre 70's e groove

Per il primo ascolto di "Villains" nei primi giorni di questa calda estate i Queens Of The Stone Age  hanno pensato di dividere in tre gruppi i rappresentanti della stampa italiana e chiuderli in una "Escape Room" personalizzata - con il disco in sottofondo - dove si sarebbero decise le sorti del mondo (per la cronaca, noi eravamo nel team che per primo è riuscito a fermare le cattive intenzioni dei villani di turno). Il tutto è stato divertente ma, ovviamente, nella foga di cercare indizi e sbloccare combinazioni, l'ascolto è quasi passato in secondo piano, non permettendo di apprezzare in pieno il suono, ma lasciando in testa la cosa più evidente: il fattore ritmo.

Del resto l'atteso settimo lavoro della truppa di Josh Homme ha avuto come elemento principale  di sorpresa da sbandierare quello dell'approdo in cabina di regia di Mark Ronson, produttore da classifica già braccio destro di artisti come Amy Winehouse, Lady Gaga e Bruno Mars e la curiosità di ascoltare che effetto avrebbe avuto la mano dietro hit come 'Uptown Funk' sul desert rock robotico dei QOTSA.

I timori di un risultato troppo pop e poco nelle corde dei Queens vengono messi da parte al primo ascolto e il tocco di Ronson si sente soprattutto nella ballabilità diffusa, come nell'apertura di 'Feet Don't Fail Me' e nel boogie del singolo 'The  Way You Used To', nei precisi synth sparsi in sottofondo qua e là per tutto l'album, e in un equilibrio sonoro tra pulizia e rumore che è una delizia per le orecchie - da menzionare anche la presenza del tecnico Mark Rankin che torna dopo il lavoro sul precedente "...Like Clockwork" -  specialmente se ascoltato in cuffia. C'è tanto glam,  c'è l'heavy rock 70's e le chitarre spaccone di 'The Evil Has Landed', ci sono le ballate malinconiche come la bellissima 'Fortress' e 'Villains of Circumstances' e il zombie surf'n'roll vagamente The Cramps di 'Head Like A Haunted House' in un mix che punta a diverse direzioni, ma mantenendo i tratti caratteristici della band.

La potenza del rosso gigante di Palm Springs è rimasta immutata, così come i potenti riff, la voce da crooner che sa quando andare sulle note più alte, e il divertimento come reazione a tutto. Del resto non è forse un caso che, un disco come "Villains" - i malvagi, i nemici dei fumetti -  arrivi nel primo album dei Queens Of The Stone Age dall'attentato al  Bataclan di Parigi del novembre 2015 durante il concerto di uno dei tanti side-project di Homme,  gli Eagles Of Death Metal guidati dal suo amico fraterno Jesse Hughes, come a voler fare festa alla faccia dei 'cattivi'.

Virtualmente il grande limite di "Villains" non è da attribuirsi alla band o all'album in sé, ma all'ambiente circostante: siamo in una fase in cui il mondo indie è armato con i forconi contro tutti i suoi paladini colpevoli di spingere sempre di più sul ritmo, automaticamente visto come sintomo della commercializzazione ( citofonare Arcade Fire) e questo forse diventa ancora più evidente quando la firma è di un signore che aveva iniziato come ministro del noise nei Kyuss. Magari alcuni fan della primissima ora non apprezzeranno tutte le atmosfere del percorso qui intrapreso dai QOTSA, ma forse bisognerebbe dar retta a Jack White quando, nel momento in cui la sua "Seven Nation Army" divenne l'inno calcistico più famoso del mondo al grido di 'Po popo popopo po",  non ne fu certo geloso perché, del resto, cosa c'è di male per un artista nel voler raggiungere più persone possibili?

I Queens Of The Stone Age porteranno "Villains" in tour in Italia per una sola data il prossimo 4 novembre alla Unipol Arena di Bologna.

Queens Of The Stone Age - "Villains"

Queens of the Stone Age - The Way You Used to Do (Audio)