06 aprile 2020

Radiofreccia, Speciale Pearl Jam - Gigaton

Rivivi lo speciale dedicato all'ultimo album dei Pearl Jam andato in onda in Electric Ladyland con Cecile B

Si chiama Gigaton il nuovo album dei Pearl Jam uscito lo scorso 27 marzo. Si tratta dell'album che segna il ritorno della band a distanza di 7 anni dall'ultimo lavoro - Lighting Bolt - del 2013.

Il titolo fa riferimento al Gigatone, un'unità di misura di massa equivalente a un miliardo di tonnellate, usata in climatologia per quantificare il distacco di ghiaccio ai poli.

La copertina del disco è una fotografia scattata dal biologo Paul Nicklen che ritrae una calotta di ghiaccio nelle Svalbard.

Il titolo e la copertina sono un anticipo della forte tensione verso tematiche sociali e ambientali che contraddistingue tutto il disco. 12 sono le tracce che alternano sonorità rock classiche dei Pearl Jam a delle ballate più folk, con una buona dose dose di sperimentazione che emerge in primis nel brano “Dance of the Clairvoyants”.


Radiofreccia, Speciale Pearl Jam - Gigaton

Questo il racconto track by track di Gigaton dei Pearl Jam

1 - Who Ever Said 

“Who ever said it’s all been said gave up on satisfaction”

Chi l'ha detto che è già stato tutto detto? Esiste davvero una voce guida che dobbiamo seguire ciecamente e che ci dice cosa è giusto e cosa non lo è? La risposta è nella potente voce di Eddie Vedder: resistere, reagire e non lasciarsi travolgere.

“Home is where the broken heart is/Home is where every scar is”: Guarda avanti, proiettati nei tuoi progetti ma ricordati del luogo dove sono affondate le tue radici. Ricordati del tuo cuore e delle tue cicatrici che sapranno sempre raccontare chi sei.

2 - Superblood Wolfmoon 

“Don’t allow for hopelessness, focus on your focusness/I’ve been hoping that our hope dies last/I don’t know anything, I question everything/This life I love is going way to fast”

“Non perdere la speranza, resta focalizzato sui tuoi obiettivi. Ho sempre sperato che la nostra speranza fosse l'ultima a morire. Ma in realtà io non so niente e metto tutto in dubbio. Questa vita che amo scorre troppo velocemente”. Ciò significa che l'indomito tempo deve essere per noi il motore vivo della nostra esistenza che, essendo effimera, deve essere vissuta sempre al massimo delle nostre possibilità. Ascolta il brano e punta il tuo sguardo al cielo. Potresti imbatterti in quella luna rossa, intensa come il sangue che ci scorre nelle vene e che arriva al nostro cuore più velocemente quando un'emozione ci travolge.

3 - Dance Of The Clairvoyants

La terza traccia, Dance Of The Clairvoyants è stata la prima anticipazione del disco e, senza dubbio, si tratta della traccia più sperimentale di Gigaton. Scritta da tutta la band al completo, il testo si adatta perfettamente a questi giorni risultando spaventosamente profetica:

“We're stuck in our boxes/ When it's open no more/ Could've lifted up they're forgetting us/ Not recalling what they're for/I'm in love with clairvoyants/'Cause they're out of this world”

“Siamo incastrati nelle nostre scatole. Non sono più aperte e nessuno ci ha tirati fuori perché ci stanno dimenticando. Non ricordando a cosa servano, mi sono innamorato dei chiaroveggenti perché non sono di questo mondo”.

Maturità, consapevolezza e sperimentazione sono gli ingredienti fondamentali nell'attesa che arrivi lo spirito di cui Vedder continua a parlare “Stand back when the spirit comes”- fa' un passo indietro quando arriverà lo spirito.

Da un lato i Pearl Jam hanno voluto sottolineare l'immensa responsabilità di ognuno di noi nei confronti dell'ambiente e di quanto le nostre azioni dovrebbero essere concentrate nella difesa di quest'ultimo, non nella sua distruzione. Dall'altro c'è la consapevolezza di come la nostra società possa essere spiazzante ed impazzita, tanto da portarci a voler fuggire nelle fasi più acute di crisi.

4 - Quick Escape

Si apre omaggiando una delle band più grandi di sempre, i nostri amatissimi Led Zeppelin riprendendo uno dei brani più famosi della band: “Kashmir”.

Il testo, scritto interamente da Vedder si apre, invece, con un omaggio al frontman dei Queen, Freddie Mercury.

“Reconossaince is on the corner/in the world not so far/First we took an aeroplane, then a boat to Zanzibar/ Queen cranking on the blaster/and Mercury did rise/come along where all we belonged/You were yours and I was mine/ Had to… Quick escape”

“Ricognizione all'angolo, nel vecchio mondo non così lontano. Per prima cosa abbiamo preso un aereo, poi una barca per Zanzibar.

I Queen spaccavano le casse di una radio e Mercury si sollevò- Arrivò dove tutti appartenevamo. Tu eri tuo ed io ero mio. Sono dovuto scappare velocemente”

Da un lato abbiamo un richiamo alle grandi band del passato attraverso un occhio malinconico che fonde immagini di un viaggio lontano a suoni di dischi leggendari, dall'altro Eddie Vedder mantiene il suo polso fermo su tematiche estremamente attuali - “Attraversato il confine con il Marocco, Kashmir poi Marrakech. Le distanze verso cui dovevamo andare poiPer trovare un posto in cui Trump non aveva ancora fatto una cazzata”.


5 - Alright

Il titolo è incisivo, asciutto e va dritto al punto. Si tratta di una ballata minimale, scritta interamente da Jeff Ament.

E' frutto della maturità acquisita con il tempo e con le esperienze che tutti i membri della band hanno vissuto.

“It’s alright, to be alone, to listen for a heartbeat, it’s your own. It’s alright, to quiet up, to disappear in thin air, it’s your own”

“Va bene essere soli, ascoltare il battito di un cuore, che è poi il tuo. Va bene essere silenziosi, va bene sparire nell'aria leggera, che è tua”

I sentimenti negativi, lo smarrimento e il senso di inadeguatezza che possono sorgere nella vita di ognuno di noi spesso costituiscono motivo di vergogna. Si crea un circolo vizioso: il momento difficile è il motore che aziona ancora più solitudine e fragilità. Ed è in questo punto che i Pearl Jam infondono a chi li ascolta la propria saggezza.

Va bene così, nessuno è perfetto. Va bene così, perché per poter ritrovare la luce bisogna prima passare attraverso le nostre ombre, che siano quelle del passato o quelle del presente.

E ancora una volta la soluzione arriva in maniera pragmatica: la reazione personale è il più forte strumento per garantire la rivoluzione delle nostre anime. Siamo la goccia che compone l'oceano, che senza gocce non esisterebbe.


6 - Seven O'Clock

Trump viene nuovamente additato, definito a differenza del leader della tribù Sioux Sitting Bull (Toro Seduto), Sitting Bullshit (dove si gioca tra le parole Bull e Bullshit che significano rispettivamente TORO e STRONZATE).

Tutte le canzoni sembrano essere legate da un fil rouge che rende il disco un vero e proprio concept album dove in ogni canzone una medesima struttura di propone: presa di coscienza, visione della propria esistenza, soluzione.

“For this is no time for depression/ Or self indulgent hesitance . This fucked-up situation calls for all hands. Hands on deck” 

“Non è il momento della depressione. Non è il momento dell'esitazione personale o dell'indulgenza ingiustificata. Questa situazione disastrosa richiede l'aiuto delle nostre mani. Mani sulla scrivania”

Facciamo si che la nostra rabbia non venga sprecata, ma che sia utilizzata per dare inizio a un profondo cambiamento, perché come ripete Eddie Vedder alla fine del testo “Much to be done, much to be done”- “C'è ancora tanto, tanto da fare”


7 - Never Destination

Il co-produttore di Gigaton – Josh Evans ha dichiarato: “La band era pronta a sperimentare qualcosa di diverso, a fare cose che volevano provare da tempo senza averne avuto l’occasione. Io ho contribuito a questo processo, ma il merito è loro. Ero solo al posto giusto nel momento giusto.”

Ed entrando nel merito della settima traccia del disco, lo stesso Evans ha parlato di quanto la passione per il surf di Vedder abbia influenzato il suo modo di costruire immagini che ricordino l'andamento delle onde e il respiro della natura in netto contrasto con il grigiore dei quartieri della sua città. La sua voce è come il ruggito di un leone che guida l'intera canzone e la rende così potente.

Il testo a un certo punto fa riferimento ad “un mare arrabbiato, un oceano nei miei occhi” che rende Vedder cieco davanti agli avventimenti. Poi prosegue:

“Don’t wanna believe it, these endless miles- Never destination, just more denial. More denial”

“Non voglio crederci, queste miglia infinite. Mai destinazione, solo più diniego. Più diniego”

8 - Take The Long Way

Scritta interamente dal batterista della band Matt Cameron. E' sicuramente il suo contributo che rende le sonorità di questa canzone così vicine a quelle dei Soundgarden.

Josh Evans sottolinea come non ci fosse una premeditata intenzione di fare rifermenti alla band di Chris Cornell ma di come, inevitabilmente, la carriera di Cameron e il suo passato abbiano plasmato questo pezzo.

“I’ll break through these feelings/I’ll break through the ceiling/Always take the long way that leads me back to you”

“Mi salverò da queste emozioni. Mi salverò attraverso questo soffitto. Prendo sempre la via più lunga, quella che mi riporta da te”

L'immagine del ritorno verso una persona lontana potrebbe confermare l'idea che il brano risulti essere una dedica all'amico scomparso Chris Cornell. O, in un'ottica ancora più generale ed universale, il testo può essere una sorta di guida che spiega come il raggiungimento di un obiettivo – che sia materiale, spirituale, declinato a noi stessi o a un'altra persona – risulti essere più concreto e riuscito nel momento in cui la strada che ci ha permesso di concretizzarlo, il nostro obiettivo, sia stata complessa, più lunga di qualsiasi altra opzione avremmo potuto avere e per questo più saggia e di maggiore insegnamento.

9 - Buckle Up

Scritta da Stone Gossard, Buckle Up segna un nuovo cambiamento nel suono e nel ritmo dell'album che nuovamente si affida alle sonorità più morbide di una ballad che vede, però, un forte contrasto tra la voce di Vedder che, dolcemente, utilizza parole forti, di impatto, quasi violente.

“I got blood, blood on my hands/the stain of a human”

“Ho del sangue sulle mie mani. La macchia di un umano”

L'attenzione dell'ascoltatore viene portata sulla difficoltà dei tempi che stiamo vivendo. Ci sono cose di cui dobbiamo essere spaventati o preoccupati ma nulla deve farci arrendere.

Buckle Up significa letteralmente allacciarsi le cinture. I Pearl Jam ci danno un avviso. Dobbiamo essere pronti a premere sull'acceleratore nel momento in cui ci sarà il bisogno di farlo e in quel momento dovremo essere sicuri di avere le cinture allacciate.

Melodia e forza fanno da padrone in questo brano che ci accompagna verso il trittico finale di quest'opera densa e filosofica firmata dai Pearl Jam, che va sotto il nome di Gigaton.

10 - Comes Then Goes

La canzone si apre con chitarra acustica e voce e racconta di come le fasi della nostra esistenza possano alterare le relazioni con le persone che amiamo.

Anche in questo caso, Vedder decide di fare un tributo a un grande musicista del passato, Thelonious Monk, famoso pianista jazz statunitense. La sua teoria è quella di non completare la musica per lasciare dello spazio nella mente di chi ascolta. Si tratta di una esemplificazione strutturale che però ha un effetto potente dal punto di vista emotivo.

Tutto ciò che arriva poi se ne va. Tutto cambia, sta a noi restare al passo con lo stesso cambiamento

11 - Retrograde

Un'altra ballata con un suono più pieno e denso rispetto alle precedenti il cui testo è sempre il risultato del genio di Eddie Vedder.

Potrei dire che Retrograde sia un invito da parte delle band ad accettare le proprie imperfezioni, tendendo la nostra visione della vita ad un'ottica positiva e possibilista.

“The more mistakes, the more resolve/It’s gonna take much more than ordinary love to lift this up”

“Più errori farai, più soluzioni troverai. Ci vorrà molto più di un amore ordinario per poterci rialzare”.

Non sono quindi le emozioni sbiadite quelle che racconta RETROGRADE. Fa molto meglio imbattersi in un errore concreto, frutto di una nostra errata convinzione che ci porterà ad un insegnamento nuovo piuttosto che una comoda e schematica certezza fatta dal desiderio di evitare i rischi e così anche la possibilità di evolvere, crescere e migliorarsi.

Il ritornello fa affidamento al cielo, alle stelle che illuminano il nostro cammino e che – come recita il testo - “Quando saranno allineate ci mostreranno un mondo migliore, dove tutto andrà bene”

Casualità? Preveggenza? Questo non lo possiamo dire, però possiamo aggrapparci saldamente a questo messaggio di reazione che permetterà a tutti di uscire da qualsiasi situazione.

12 - River Cross

Vedder riconosce la lotta che serve, e invita a condividere la luce con chi sta attraversando periodi più bui.

 “Look around at the promise now, here and now. Share the light, won’t let us down”

“Guardati attorno e prometti ora, qui ed ora, che condividerai la luce, che non ci abbandonerai”

Vedder si scaglia contro il governo americano, che continua a rafforzarsi sul malcontento della gente, per poi chiudere, tra organi e vocalizzi, con l'ennesimo invito a combattere.

GIGATON è un album umano dove la visione della nostra esistenza deve prevedere la cooperazione e la forza comune. E' come una moderna ed attuale 'Ginestra' di Leopardi che mette in luce le difficoltà di ognuno di noi sottolineando come questa condizione ci renda tutti simili nelle nostre fragilità.

Dobbiamo esserci per noi stessi, dobbiamo esserci per il prossimo e dobbiamo essere consapevoli di essere ospiti su questo pianeta che deve essere protetto e curato.




Speciale Pearl Jam - Gigaton @ Radiofreccia

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