30 marzo 2018

Recensioni Flash #3003

Albert Hammond Jr - Jack White - The Fratellis

ALBERT HAMMOND JR. - "FRANCIS TROUBLE"

Il tema di partenza di "Francis Trouble" lasciava presagire un disco possibilmente pesante - l'ispirazione dietro il quarto album solista del chitarrista degli Strokes viene dal suo gemello, Francis appunto, perso da sua madre mentre Albert continuava a crescere in grembo - ma all'ascolto il risultato è tutto fuorché cupo. Spinto dalle riflessioni causate anche dalla scoperta fatta a 36 anni (e 36 sono i minuti di durata del disco) che una parte del gemello, un'unghia per la precisione, era rimasta nella pancia della madre accanto a lui fino al parto, il cantautore newyorkese ha ampliato il raggio facendo un disco sulla perdita, i legami e la solitudine di qualsiasi tipo, senza drammi ma, rendendo Francis un suo alter ego . L'opener 'DarkVSLight' ha il piglio rock'n'roll dell' Iggy Pop di 'Lust For Life' , mentre 'ScreaMER' ricorda gli Stones ma è forse 'Rocky's Late Night' che descrive meglio il mood del disco con chitarre spigolose che si insinuano su ritmi caldi e quasi r'n'b ad accompagnare versi come 'There's an emptiness I can't describe'. Chi ha amato gli Strokes e ancora attende con impazienza un nuovo lavoro mentre i membri sono tutti più o meno impegnati in progetti collaterali, troverà in "Francis Trouble" del materiale rassicurante ('Far Away Thruts' e 'Muted Beatings' su tutte), con brani ritmati e la chitarra inconfondibile di Hammond a fare da guida, sempre al servizio della melodia a volte sgangherata, a volte più a fuoco. 


JACK WHITE - "BOARDING HOUSE REACH"

Quando venne alla ribalta con The White Stripes quasi 20 anni fa, Jack White fece irruzione armato di pochi fronzoli, prendendosi gioco di qualsiasi geometria sonora e mettendo la semplicità della formazione a due davanti a tutto e uno stile chitarristico - in quel contesto storico - innovativo. Con gli anni White è riuscito a ritagliarsi uno spazio enorme nella scena rock americana, sfornando dischi e collaborazioni sparse, muovendosi bene e guadagnandosi il diritto di fare un po' quello gli pare e - a modo suo, da buon eccentrico - anche ergersi a paladino dell'analogico, creare l'etichetta Third Man Records con tanto di impianto per la produzione di vinili e negozi annessi e produrre un album come l'ultimo "Boarding House Reach". Della passione per il blues delle origini c'è sempre una traccia importante, ma è solo uno dei mille colori della palette utilizzata dal musicista di Detroit che, come dichiarato nelle prime fasi di lavorazione, voleva prima 'scrivere' il disco nella sua testa e probabilmente è proprio ciò che ha fatto. "Boarding House Reach" è un album surrealista, per qualcuno confusionario, che mischia cori gospel a distorsioni, organi e beat hip-hop a chitarre vigorose e percussioni tribali a tasti jazz, suoni, rumori,  in un viaggio pieno di scorciatoie, curve e imprevisti che impongono un andamento assolutamente imprevedibile. Si viene trasportati dal flusso della testa di White che se in un brano come 'Over and Over' regala i più classici dei suoi riff epici su un drumming ossessivo, in 'Ice Station Zebra' e 'Hypermisiophoniac' ricrea in musica il dripping di Jackson Pollock, rendendo armonici quadri provenienti dal caos di elementi e impulsi, solo apparentemente casuali; come fare freestyle in un saloon accompagnato dai riff dei Metallica e  basi funky. Certo, l'immediatezza non è proprio il pregio di "BHR" e forse molti lo troveranno ostico, ego-riferito e addirittura fastidioso e dispersivo, ma chi avrà voglia di lasciarsi guidare da quel bizzarro Caronte che è Jack White atterrerà su un solco veramente rock e senza confini, come è sempre più difficile trovarne.


THE FRATELLIS - "IN YOUR OWN SWEET TIME"

Sono passati circa 12 anni dalla pubblicazione di "Costello Music", il debut album dei The Fratellis che grazie a hit come 'Chelsea Dagger' e 'Whistle Of The Choir' ha messo il trio scozzese in quella posizione degli attori incastrati a vita nel personaggio diventato culto, la difficoltà di dover fare la gara su se stessi, solitamente perdendo. Dopo momenti di stasi e progetti alternativi, nel marzo 2018 è arrivato quello che è ormai il quinto album della band "In Your Own Sweet Time' che, oltre al produttore Tony Hoffer, con il disco d'esordio condivide lo stile di scrittura divertente, scanzonato, forse meno ritmato e irruente, ma piacevole e con un senso per la melodia e i ritornelli sempre presente, come si capisce già dai singoli 'Stand Up Tragedy' e 'Starcrossed Losers'. C'è tanto del pop '70s come in 'Sugartown'  che ricorda' i Supretramp e pillole di psichedelia anni '60 nell'evidente citazione di 'For What It's Worth' dei Buffalo Springfield in 'Told You So', nelle continue armonizzazioni e nella cavalcata di 'Advaita Shuffle', unico episodio in cui la band di Glasgow osa un po' di più. Si sente che i tre Fratelli sono cresciuti, producendo un album giusto per la loro età, radiofonico e easy, mai sbragando e limitandosi forse un po' troppo a fare il compitino, ma "In Your Own Sweet Time" è gradevole il giusto e difficilmente vi verrà  voglia di skippare traccia.


  • Albert Hammond Jr. - "Francis Trouble"
    Albert Hammond Jr. - "Francis Trouble"
  • Jack White - "Boarding House Reach"
    Jack White - "Boarding House Reach"
  • The Fratellis - "In Your Own Sweet Time"
    The Fratellis - "In Your Own Sweet Time"

Albert Hammond Jr - Muted Beatings (Official Video)

Albert Hammond Jr - Muted Beatings (Official Video)