Robert Fripp: rigore assoluto e visioni elettriche, tra King Crimson e Bowie
Robert Fripp ha trasformato la chitarra in pensiero sonoro. King Crimson, David Bowie, “Heroes”: un viaggio, 4 album, dentro l’eccentricità più lucida del rock.
Nato il 16 maggio 1946, Robert Fripp è una delle figure più affascinanti e imprevedibili della musica rock. Fondatore dei King Crimson, è un guitar hero atipico: colto, mistico, rigoroso. Ha creato un linguaggio tutto suo, lontano dai cliché rock blues, costruito su ricerca sonora, pensiero astratto e visione artistica.
Ne ripercorriamo la traiettoria, tra Guitar Craft, Frippertronics e collaborazioni leggendarie. E lo facciamo attraverso quattro album chiave: Three of a Perfect Pair (1984) con i King Crimson, Scary Monsters (1980) con David Bowie, I Advance Masked (1982) con Andy Summers dei Police e The First Day (1993) con David Sylvian. Una guida per immergersi nel suo universo eccentrico e nella sua influenza fuori da ogni genere.

Guitar hero atipico
Dire che Robert Fripp meriterebbe un posto nell’Olimpo dei grandi della musica solo per aver fondato i King Crimson – una delle band più influenti e visionarie della storia del rock – sarebbe già sufficiente. Con i Crimson, Fripp ha disegnato la mappa genetica del progressive, tracciandone le coordinate espressive e concettuali. Ma la sua grandezza va ben oltre. Fripp è un guitar hero atipico, fuori da ogni canone. Un musicista che ha costruito un linguaggio personale, lontano anni luce dal rock blues che ha plasmato l’estetica chitarristica dei grandi chitarristi-band leader del rock: da Page a Clapton, passando per Gilmour, Slash e Ritchie Blackmore. La sua chitarra nasce da un pensiero diverso: colto, cerebrale, sperimentale. Fripp mescola jazz e musica classica con un uso massivo, creativo e visionario degli effetti. Negli anni ’70 codifica i Frippertronics, una tecnica che sfrutta due registratori a bobina per creare in tempo reale loop, stratificazioni, ripetizioni e deformazioni del suono. Un processo che rende la sua chitarra un’architettura sonora in costante mutazione, anticipando di decenni la grammatica dell’elettronica e dell’ambient. Ma l’approccio di Fripp è anche filosofico, quasi spirituale. Alla fine degli anni ’80 crea il Guitar Craft, una serie di seminari itineranti in cui insegna non solo tecnica strumentale, ma un vero e proprio metodo per entrare in relazione con la chitarra, la musica e sé stessi. Durante questi corsi si praticano anche yoga, lavori domestici e la Tecnica Alexander – un sistema per migliorare postura e consapevolezza corporea – a testimonianza di un percorso di crescita personale che va ben oltre l’esercizio musicale.
Una musa per il mondo alternative rock
Robert Fripp è un visionario rigoroso, e proprio per questo incredibilmente influente. Il suo suono, nato nel progressive, ha travalicato ogni confine stilistico diventando una guida per generazioni di chitarristi alternative, new wave e post punk – mondi musicali che, per estetica, filosofia e linguaggio, sembrerebbero lontanissimi dalla sua scena d’origine. Da Andy Gill dei Gang of Four a Thurston Moore e Lee Ranaldo dei Sonic Youth, fino a Jonny Marr degli Smiths: tutti hanno guardato a lui per trovare nuovi orizzonti espressivi. Un’influenza sensazionale proprio perché ha saputo superare e trascendere ogni divisione di genere. Eppure, il genio di Fripp non si è mai chiuso nella nicchia. La sua chitarra ha scolpito momenti leggendari del rock: dal lavoro con Peter Gabriel, Blondie, Talking Heads, David Sylvian e Andy Summers fino all’apparizione nel G3 con Joe Satriani e Steve Vai. Ma è con David Bowie che firma forse il suo apice pop: il tema lancinante, distorto e poetico di “Heroes” – più che un assolo, un vero alter ego della melodia vocale – è una sirena elettrica diventata una gemma sonora nella storia del rock.
L'universo di Fripp in quattro album:
KING CRIMSON: THREE OF A PERFECT PAIR (1984) Uno dei lavori più accessibili e pop dei King Crimson. I suoni di chitarra puliti, impegnati in architetture complesse con Adrian Belew (Talking Heads, Zappa), ispireranno molto del rock anni ’80. Il disco alterna melodia e astrazione, sostenuto dalla formazione più clamorosa dei Crimson: Fripp, Belew, Tony Levin al basso stick e Bill Bruford alla batteria.
DAVID BOWIE: SCARY MONSTERS (AND SUPER CREEPS) (1980) Un disco che mescola sperimentazioni synth pop, cupezze dark new wave e il fervore viscerale dell’art rock. In questo contesto eccentrico e teso, la chitarra di Fripp trova terreno fertile per fare scintille: riff taglienti, impennate quasi hard rock e un suono abrasivo, pronunciato in modo totalmente anticonvenzionale, che attraversa e incendia l’intero album.
ANDY SUMMERS & ROBERT FRIPP: I ADVANCE MASKED (1982) Sembrava l’operazione riqualificante di Andy Summers, chitarrista colto e vicino al jazz, che aveva venduto l’anima al pop per il successo planetario dei Police. Per redimersi, si affida a Robert Fripp, sacerdote della chitarra esoterica. Insieme riescono nell’impresa di creare - pur restando in ambito strumentale - musica che non è solo un eccitante rincorrersi di suoni e trovate tecniche, ma vere e proprie canzoni. Un album sicuramente spigoloso ma assieme visionario, onirico, quasi cinematografico.
DAVIDI SYLVIAN & ROBERT FRIPP: THE FIRST DAY (1993) Incontro tra due spiriti affini: David Sylvian, ex Japan, voce elegante e inquieta, e Robert Fripp, al massimo della sua libertà espressiva. The First Day è un disco denso e scuro, dove rock, ambient, funk e sperimentazione si fondono in paesaggi magnetici. Fripp scolpisce linee chitarristiche vertiginose, nervose, ma sempre al servizio della forma-canzone e dell’intensità emotiva.