30 agosto 2022

Robert Plant: "Ecco quando ho capito che sarei diventato musicista"

Il frontman dei Led Zeppelin su successo, vecchi tempi e sulla percezione di Stairway To Heaven oggi

In una nuova intervista con Rolling Stone USA, Robert Plant ha parlato della sua vita nei Led Zeppelin.

L'iconico frontman di una delle più grandi rock band della storia, ha affrontato la definizione del successo, il suo rapporto con Stairway To Heaven oggi e ha rivelato il momento in cui ha capito che quella del musicista sarebbe stata davvero la sua vita.

Plant è attualmente in tour con Alison Krauss, sua compagna artistica per la seconda volta nel disco del 2021 "Raise The Roof".

Robert Plant e il momento della svolta con i Led Zeppelin

Robert Plant ha parlato a 360 gradi della sua carriera d'artista in una recente intervista concessa all'edizione USA di Rolling Stone.

Il frontman dei Led Zeppelin ha affrontato diverso argomenti e ha parlato del suo successo, rivelando il momento in cui ha capito che avrebbe potuto vivere di musica.

Plant aveva fatto un patto con la sua ex moglie secondo cui, se il successo non sarebbe arrivato entro i 20 anni, avrebbe rinunciato alla carriera di musicista. Tutti sappiamo come è andata ma quando è arrivato il momento in cui Plant ha capito di essere pronto a spiccare il volo nel cielo del rock?

Il momento ha una data precisa: il 13 agosto del 1968, giorno in cui i futuri Led Zeppelin si incontrarono in uno scantinato londinese per quella che sarebbe stata la loro prima prova.

"Fu quando andai alla prima prova con gli Yardbirds, avevo 19 anni, quasi 20. Quella volta che la moglie di John Bonham gli diede il permesso di venire alle prove, gli diceva sempre di stare lontano da me perché sarebbe rimasto al verde, cacciandosi nei guai. Quando siamo andati a Londra con il furgone della mamma di John, siamo entrati in quella stanza con canzoni che nessuno conosceva molto come Train Kept a'Rollin', sapevo di essere in una stanza piena di giganti", ha spiegato Plant.

Un incontro che ancora oggi la rockstar britannica ricorda con stupore: "Entro il 1973 quello che era successo in quella singola stanza era esploso in uno delle avventure rock più avventurose che potessi sperare di trovare. Era solo la somma delle parti. C'erano dei ragazzi dannatamente bravi che si sono trovati insieme, come se ognuno avesse atteso l'altro da tempo ed è scoppiato tutto".

Il successo dei Led Zeppelin è cosa anche superflua da sottolineare ma, quando l'intervistatore chiede a Plant cosa significhi per lui oggi il successo, il cantante risponde: "Capisco il successo dai sorrisi sui volti delle persone con cui lavoro, anche dal mio stesso comportamento. Dico sempre che l'intrattenimento è sano nella misura in cui la persona che stai intrattenendo di più sei proprio te stesso. Non importa dove suono o cosa suono o in che modo, basta che io stia davvero bene. Il tempo sta volando e se ho intenzione di farlo, devo ricavarne il meglio".



Robert Plant: "Ecco quando ho capito che sarei diventato musicista"

Il sesso nei Led Zeppelin

Plant ha poi parlato di come il parametro utilizzato negli anni '70 per valutare una serie di tematiche sia completamente diverso rispetto ad oggi. Il sesso è sempre stata una componente importante nelle canzoni dei Led Zeppelin e nella mitologia stessa della band, ricca di aneddoti controversi che oggi qualcuno associa ad un mix di sessismo e dissolutezza. Le origini, dice Plant, sono da ricercarsi sempre nel blues e nello spirito del tempo.

"Oggi stavo ascoltando una clip di Howlin'Wolf che sfidava Son House su 'Meet Me In The Bottom'. E penso a Robert Johnson e a tutti gli artisti che ascoltavo all'epoca, da Memphis Minnie a Muddy Waters. Era tutto sempre pieno di allusioni e non si fermava lì. Con i cantanti rock'n'roll era quasi una pantomima, qualcosa che appartiene al passato. Era un'altra epoca e non c'era niente di malvagio di fondo, era qualcosa che semplicemente apparteneva a quei tempi", ha detto.

Parlando di come i Led Zeppelin vengano sempre associati a questa sfera, Plant aggiunge:"Anche io guardo al passato e penso, 'Come è successo tutto questo?'. Ma i criteri ai tempi erano diversi e non lo dico per svincolarmi. Oggi è diverso e ora ho passato tanto di quel tempo ad ascoltare gente come Wilco, Low e Calexico, ascolto i versi e la loro astrazione perché divento sempre più vecchio. Ovviamente, all'epoca stavo sviluppando tutte quelle cose perché era ciò che mi circondava. Non avevo bisogno di cantare cose R&B perché ero in grado di scrivere da solo anche se, purtroppo, in alcuni casi c'erano un paio di hobbit di troppo".



Stairway To Heaven ieri e oggi

E su quello riconosciuto come il capolavoro massimo dei Led Zeppelin, Stairway To Heaven, Plant conclude:"Dicevo alla band che era una canzone di speranza ed è folle, perché era un pezzo gigantesco per l'epoca, con una costruzione musicale molto speciale, Jimmy e gli altri ne erano orgogliosi. Me la diedero e mi chiesero cosa avrei fatto e allora ho cominciato a scrivere qualcosa che, credo, utilizzi lo stesso linguaggio che poi avrei usato su brani come The Rover o Rain Song, qualcosa che avesse ottimismo e fosse una riflessione di qualcuno che non fosse così vecchio. Avevo solo 23 anni all'epoca".

Ma cosa ne pensa il Plant di oggi di Stairway To Heaven?:"Quando la ascolto da solo mi sento sopraffatto da ogni cosa. C'era un'atmosfera di sopravvivenza nell'aria, il mondo è un posto diverso oggi. Tutti erano scioccati dal Vietnam, dalla corruzione nella politica. C'erano sicuramente artisti che riuscirono ad affrontare la cosa in maniera molto più diretta ma io sono ciò che sono e, come diceva mio nonno, 'Non posso essere di più me stesso'."