03 luglio 2025

Robert Smith oltre i Cure: 11 collaborazioni che raccontano il suo lato più eclettico

Da Olivia Rodrigo a Billy Corgan, passando per Gorillaz e Blink-182: una guida alle collaborazioni più sorprendenti e riuscite di Robert Smith fuori dai Cure.

Il recente duetto a Glastonbury tra Robert Smith e Olivia Rodrigo, su due classici dei Cure, è solo l’ultimo esempio della curiosità musicale del frontman britannico, sempre pronto al confronto con artisti di generazioni e scene diverse.

Dai club elettronici all’alternative rock più raffinato e sperimentale, Smith ha saputo lasciare il segno in contesti spesso lontanissimi dal sound dei Cure. Ecco 11 collaborazioni che meritano di essere riascoltate — o scoperte — in una playlist fuori dagli schemi.

Robert Smith oltre i Cure: 11 collaborazioni che raccontano il suo lato più eclettico

"Una leggenda, un mio eroe"

Durante il suo set da headliner a Glastonbury 2025, Olivia Rodrigo ha ospitato sul palco Robert Smith per un duetto su due brani storici dei Cure: “Friday I’m in Love” (WISH, 1992) e “Just Like Heaven” (KISS ME, KISS ME, KISS ME 1987). Una collaborazione inedita, ma perfettamente in linea con l’attitudine della popstar americana, che ha sempre rivendicato una certa matrice rock e punk rock nella sua musica. Non a caso, è già stata protagonista di momenti condivisi con altre icone del rock alternativo come David Byrne, Stevie Nicks e i No Doubt. In particolare, con Byrne — frontman dei Talking Heads — aveva eseguito di recente “Burning Down the House” al Governors Ball di New York. Rodrigo ha presentato Smith come “una leggenda e un mio eroe”, confermando la sua apertura a dialogare con figure cardine del rock alternativo. A proposito dei Cure, è uscita di recente Mixes of a Lost World, raccolta di remix curata da Robert Smith e dedicata all’ultimo album della band, Songs of a Lost World, che nel 2024 ha conquistato il primo posto in quindici paesi. 

11 incontri speciali

Ma questo featuring non dovrebbe sorprendere troppo chi conosce Robert Smith. La sua carriera, al di là dei The Cure, è fittissima di collaborazioni e partecipazioni che lo hanno visto dialogare con artisti di ogni estrazione: dal rock alternativo al pop elettronico, sempre con il suo inconfondibile tocco malinconico. Ricordarne alcune tra le più significative non è solo un modo per celebrare la sua versatilità, ma anche un’occasione per costruire una playlist affascinante, capace di attraversare decenni di post punk, rock, dark e suggestioni elettroniche raffinatissime.

Crystal Castles – “Not in Love” (2010)


Robert Smith presta la voce a questo rifacimento del brano dei Platinum Blonde, trasformandolo in un successo internazionale. L’incontro tra dark wave e synth-pop crea un inno glaciale, malinconico ma su cui è impossibile non ballare.


CHVRCHES – “How Not to Drown” (2021)


Il duetto con Lauren Mayberry fonde due epoche: quella del pop più elettronico e alternativo ma comunque leggero e quello del dark e della new wave. Così, Smith riesce ad aggiunge intensità e profondità a un brano altrimenti frivolo.


Blink-182 – “All Of This” (2003)


Smith sorprende entrando nel mondo pop-punk di Mark Hoppus e Tom DeLonge. La sua voce, su un arrangiamento più cupo e introspettivo del solito per i Blink, dona al brano un’atmosfera Cure riuscitissima.


Gorillaz – “Strange Timez” (2020)


Nel pieno della pandemia, Smith collabora a distanza con Damon Albarn. La traccia è un viaggio tra elettronica e psichedelia, con la voce di Robert, ipnotica, stralunata e visionaria, che sembra uscita da un film di fantascienza.


Junkie XL – “Perfect Blue Sky” (2003)


In questa collaborazione con il producer olandese, Robert Smith canta con la sua tipica intensità su un tappeto elettronico sintetico, elegantissimo che riesce ed essere moderno e assieme deliziosamente retrò, a metà tra i Clash più sperimentali di SANDINISTA (1980) e - naturalmente - i Cure. La gemma di questa nostra selezione.


Tweaker – “Truth Is” (2004)


Nel progetto di Chris Vrenna (Nine Inch Nails), Smith co-scrive e canta un brano bellissimo e stravagante: elettronica, post rock, glitch e echi industrial tratteggiano in un paesaggio sonoro disturbante e affascinante.


Junior Jack – “Da Hype” (2003)


Un brano house con venature electro-funk e una stupefacente mestizia dark. Un contesto insolito per la voce di Robert Smith che, però, funziona anche sopra questa cassa dritta e synth danzerecci da inizio 2000.


Billy Corgan – “To Love Somebody” (2005)


Duetto intenso con il frontman degli Smashing Pumpkins in una cover del classico dei Bee Gees. Due icone alternative si incontrano su una ballad che mescola romanticismo, sofferenza e un suono e una produzione spettacolari.


The Glove – “Blue Sunshine” (1983)

Adesso, un intero album da ascoltare da cima a fondo. E' il progetto parallelo di Robert Smith con Steven Severin dei Banshees. Un tuffo nel lato più psichedelico e sperimentale della new wave, dove Smith si libera dalle regole dei Cure per esplorare territori diversi e coraggiosi. Cult assoluto.


COGASM – “A Sign from God” (1998)


Brano realizzato con Jason Cooper e Reeves Gabrels per la colonna sonora del film "Orgazmo". Breve parentesi tra industrial e rock alternativo, con Robert Smith in versione più graffiante e cinematografica.


Reeves Gabrels – “Yesterday’s Gone” (2000)


Collaborazione con il chitarrista Reeves Gabriel, già al fianco di David Bowie nei meravigliosi Tin Machine. Smith è perfetto su questa traccia rock malinconica sospesa tra dark, alternative e le spettacolari mostruosità soniche prodotte dalla chitarra incantata di Gabrels.