Robert Smith oltre i Cure: 11 collaborazioni che raccontano il suo lato più eclettico

Da Olivia Rodrigo a Billy Corgan, passando per Gorillaz e Blink-182: una guida alle collaborazioni più sorprendenti e riuscite di Robert Smith fuori dai Cure.

Il recente duetto a Glastonbury tra Robert Smith e Olivia Rodrigo, su due classici dei Cure, è solo l’ultimo esempio della curiosità musicale del frontman britannico, sempre pronto al confronto con artisti di generazioni e scene diverse.

Dai club elettronici all’alternative rock più raffinato e sperimentale, Smith ha saputo lasciare il segno in contesti spesso lontanissimi dal sound dei Cure. Ecco 11 collaborazioni che meritano di essere riascoltate — o scoperte — in una playlist fuori dagli schemi.

Robert Smith oltre i Cure: 11 collaborazioni che raccontano il suo lato più eclettico

"Una leggenda, un mio eroe"

Durante il suo set da headliner a Glastonbury 2025, Olivia Rodrigo ha ospitato sul palco Robert Smith per un duetto su due brani storici dei Cure: “Friday I’m in Love” (WISH, 1992) e “Just Like Heaven” (KISS ME, KISS ME, KISS ME 1987). Una collaborazione inedita, ma perfettamente in linea con l’attitudine della popstar americana, che ha sempre rivendicato una certa matrice rock e punk rock nella sua musica. Non a caso, è già stata protagonista di momenti condivisi con altre icone del rock alternativo come David Byrne, Stevie Nicks e i No Doubt. In particolare, con Byrne — frontman dei Talking Heads — aveva eseguito di recente “Burning Down the House” al Governors Ball di New York. Rodrigo ha presentato Smith come “una leggenda e un mio eroe”, confermando la sua apertura a dialogare con figure cardine del rock alternativo. A proposito dei Cure, è uscita di recente Mixes of a Lost World, raccolta di remix curata da Robert Smith e dedicata all’ultimo album della band, Songs of a Lost World, che nel 2024 ha conquistato il primo posto in quindici paesi. 

11 incontri speciali

Ma questo featuring non dovrebbe sorprendere troppo chi conosce Robert Smith. La sua carriera, al di là dei The Cure, è fittissima di collaborazioni e partecipazioni che lo hanno visto dialogare con artisti di ogni estrazione: dal rock alternativo al pop elettronico, sempre con il suo inconfondibile tocco malinconico. Ricordarne alcune tra le più significative non è solo un modo per celebrare la sua versatilità, ma anche un’occasione per costruire una playlist affascinante, capace di attraversare decenni di post punk, rock, dark e suggestioni elettroniche raffinatissime.

Crystal Castles – “Not in Love” (2010)


Robert Smith presta la voce a questo rifacimento del brano dei Platinum Blonde, trasformandolo in un successo internazionale. L’incontro tra dark wave e synth-pop crea un inno glaciale, malinconico ma su cui è impossibile non ballare.

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