21 maggio 2019

Rocketman, Elton John celebra la vittoria sui demoni

Nei cinema dal 29 maggio il 'fantasy musical' che racconta l'ascesa, le dipendenze e la resurrezione del cantautore inglese

Il successo di "Bohemian Rhapsody", il biopic che nel 2018 ha dato vita a una nuova Queen mania battendo record di incassi francamente in un modo che forse anche gli stessi Brian May e Roger Taylor mai si sarebbero aspettati, ha fatto impazzire l'interesse sulle pellicole a tema musicale. La vita di Freddie Mercury, pur con tutte le critiche legate alle discrepanze, specialmente temporali, con gli avvenimenti storici è risultata per essere di assoluto interesse, anche grazie a una produzione imponente e un Rami Malek che, non scontato per un film di genere, è riuscito addirittura ad aggiudicarsi un Oscar nei panni dell'icona rock.

Ora, in attesa del film sui Sex Pistols e di quello sui Velvet Underground presentato da Todd Haynes pochi giorni fa a Cannes, l'interesse è tutto sull'attesissimo "Rocketman", film su Elton John nei cinema dal 29 maggio. Man mano che saltavano fuori le immagini dal set l'attore protagonista Taron Egerton ha fatto forse la scelta migliore che potesse fare mettendo le mani avanti e precisando che non ci saremmo trovati davanti al classico biopic quanto a un 'fantasy musical', una storia raccontata in modo da unire volontariamente immaginazione e realtà.

La premessa è fondamentale per apprestarsi a vedere "Rocketman" senza paranoie sull'aderenza alla realtà che è sì la base - del resto il diretto interessato è ancora in vita, impegnato nel tour di addio che a breve passerà in Italia, e ha seguito direttamente tutte le fasi di produzione - ma si sviluppa in un mondo onirico, immaginario, seppur sempre funzionale al racconto.

Mettendo da parte la precisione da documentario, lo sceneggiatore Lee Hall ('Billy Elliot') narra la vita del piccolo Reginald Dwight e la sua trasformazione da timido prodigio del pianoforte in Elton John attraverso numerosi momenti corali in stile musical sulle immortali canzoni del cantautore britannico che non sfigurerebbero a Broadway. La storia è la più classica delle fiabe rock che parte dalla periferia proletaria di Londra e si fa strada attraverso carenze affettive, difficoltà nelle relazioni e tanti, tanti eccessi. La pretesa di tutto è una seduta di terapia in cui Elton si mette a nudo man mano, realmente e metaforicamente, per ritrovare se stesso: le dipendenze di ogni tipo sono l'anestetico a cui Sir Elton si abbandona per reagire in qualche modo al conflittuale rapporto con l'amore e con la famiglia, nascondendo una solitudine enorme e rischiando anche di lasciarci le penne un paio di volte. Un padre rigido e assente la cui mancata accettazione sarà motivo di dolore per una vita, una madre spigolosa e gli amori non corrisposti fanno da acceleratore per l'autodistruzione di un ragazzo diventato superstar a 25 anni e che ha avuto come uniche ancore di salvezza la nonna, tra le principali supporter del suo talento, e l'amico fraterno Bernie Taupin, autore dei testi di quasi tutta la sua discografia. Quello con Taupin è il rapporto più solido e sincero di Elton John e il sodalizio artistico, tra i più longevi e proficui della storia è reso bene nel film, sottolineando una complicità e una reazione quasi istantanea tra i testi del paroliere e i tasti del piano di John come un altro John, Lennon, con McCartney e come i tandem d'attacco vincenti. La collaborazione tra i due non si disgregherà neanche sul finire degli anni '70, periodo in cui i due presero strade diverse con Taupin che lavorò a "From The Inside" di Alice Cooper (1978) per poi tornare nel 1980 per "21 at 33".

La formula della narrazione è quella ben collaudata dell'antieroe che diventa uno degli artisti più famosi della terra con addosso gli eccentrici panni di scena - grandioso il lavoro dei costumisti - senza mai riuscire davvero a uscirne. Con l'aumentare della fama, dei successi planetari e di palcoscenici sempre più grandi, il giovane Elton sprofonda sempre di più nelle sue paure e nelle sue ansie, vivendo una vita nel terrore di dover svelare l'uomo dietro i lustrini e precipitando in un vortice incontrollabile di alcool, stravizi e droghe. Per tutto il film si svolge una continua lotta volta a cercare di far incontrare dallo stesso lato della strada Reginald e Elton, una travagliata scoperta della propria identità che, per forza di cose, è una celebrazione dell'uomo vittorioso sui demoni.  

Il piatto forte di "Rocketman", forse banale dirlo, sono le canzoni che hanno come unica pecca il fatto di non essere presenti nella versione originale ma in una adattamento cinematografico con Egerton protagonista anche al microfono - di pochi giorni fa è, inoltre, l'inedito con Elton John '(I'm Gonna) Love Me Again' - e un arrangiamento forse a tratti troppo orchestrale. I classici, però, sono classici e, grazie anche alla sapiente produzione di Giles Martin, sembrano uscire dallo schermo e colpire dritto per dritto gli spettatori, punteggiando la storia in modo così preciso da riuscire a reggerne senza sforzo tutto il comparto narrativo.

Se avete fatto le pulci a "Bohemian Rhapsody" con il manuale del perfetto fan nerd e le licenze poetiche vi provocano l'orticaria potete tranquillamente restare a casa ma se volete catapultarvi nel mondo scintillante e doloroso di uno degli artisti più di successo del ventesimo secolo rischierete di aggrapparvi alla poltrona del cinema e, perché no, anche versare qualche lacrima.

Rocketman, Elton John celebra la vittoria sui demoni

Rocketman | Trailer Ufficiale HD | Paramount Pictures 2019

Rocketman | Trailer Ufficiale HD | Paramount Pictures 2019