26 aprile 2022

Roger Daltrey:"Gli Who erano troppo rumorosi"

Il cantante degli Who Roger Daltrey ha voluto ricordare quanto rumorosa fosse la sua band ai tempi d'oro.

Nel 1976 gli Who furono inseriti nel Guinness dei Primati per i decibel raggiunti durante uno show londinese e, proprio la potenza dal vivo della band, sarebbe secondo il cantante Roger Daltrey la causa dei suoi problemi di udito.

Gli Who si sono visti aggiudicare più volte in carriera il titolo di band più rumorosa del mondo. Una medaglia che, secondo il frontman della band britannica, gli è stata appuntata a ragion veduta.

Troppo rumorosi

Nel bel mezzo del nuovo tour nordamericano degli Who, infatti, Roger Daltrey ha ricordato quanto rumorosi fossero gli Who quando erano giovani, attribuendo proprio ai loro live incendiari la responsabilità per i suoi attuali problemi di udito.

Questo rapporto tra i concerti rumorosi e i danni all'udito ha spinto i membri del Guinness World Record a non prendere più in considerazione questa speciale categoria. Fatto sta che, nel 1976, anche gli Who furono riconosciuti come band più rumorosa del pianeta per gli oltre 130db raggiunti durante il loro show al Charlton Athletic Ground di Londra.

Parlando con l'Independent, Roger Daltrey - 78 anni - ha rivelato di avere un udito 'terribile' che necessita obbligatoriamente dell'aiuto di un apparecchio acustico: "E'la punizione per ciò che facevamo nei nostri live. Eravamo troppo fottutamente rumorosi".

Tra i rimpianti della rockstar inglese, c'è anche un altro tratto distintivo degli Who: gli strumenti distrutti sul palco.

Parlando del vizio di Townshend di distruggere le sue chitarre, Daltrey ha aggiunto: "Quando ha rotto la sua prima chitarra, in realtà mi ha spezzato il cuore. Tre anni prima avrei dato non so cosa per una chitarra come quella e alla fine siamo diventati più famosi perché sfasciavamo gli strumenti che per il resto. E' stata un po' come una nostra condanna e una molto costosa.


Roger Daltrey:"Gli Who erano troppo rumorosi"

Il ritorno in tour degli Who

Gli Who sono tornati da poco in tour dopo lo stop causato dalla pandemia con il "The Who Hits Back Tour".

Impegnati nelle date nordamericane, Roger Daltrey e Pete Townshend si stanno facendo accompagnare da un'orchestra che, invece di ammorbidire il sound della band, non fa altro che garantire ulteriore potenza.

"Porta ad un sound che ti fa letteralmente saltare la testa", ha spiegato Roger Daltrey in un'intervista, "Io stesso ne sono rimasto sorpreso".

"Ci sono alcune tastiere che possono in maniera molto semplice fare il suono degli archi o di un'orchestra", ha continuato il cantante, "Ma poi, quando ascolti una vera orchestra dal vivo, con un vero violino, un violoncello, una viola, un paio di contrabbassi, è tutta un'altra cosa. Tocca l'anima e il corpo, tocca i nostri sensi in una maniera completamente diversa, è una grande esperienza".

Daltrey e Townshend sono comunque il motore principale degli Who e sono loro a doversi spendere sul palco, nonostante l'età non proprio più giovanissima. Per farlo, spiega Daltrey, c'è un grande lavoro dietro: "Le canzoni di Pete sono molto difficili per un cantante, sono complicate da un punto di vista diverso, non ci sono mai due canzoni di fila nella stessa tonalità e io mi muovo per tutto il palco. C'è bisogno di una grande resistenza, come per Mick Jagger, un artista incredibile che rispetto molto. Bisogna fare molto allenamento".

Un lavoro per il quale Daltrey è stato aiutato anche dal suo impiego da ragazzo come operaio metallurgico: "Dovevo scaricare dieci tonnellate di metallo al giorno, quindi mi sono costruito un corpo atletico che ho avuto la fortuna di riuscire a mantenere".