Roger Waters risponde all'indagine della polizia tedesca

L'ex Pink Floyd si difende dalle accuse di antisemitismo della polizia tedesca e dalle polemiche scoppiate dopo gli show di Berlino

Sembra essere senza fine la lotta tra Roger Waters e le autorità tedesche.

L'ex Pink Floyd ha infatti risposto via social all'accusa mossa dalla polizia tedesca dopo le esibizioni di dieci giorni fa alla Mercedes Benz Arena in cui Waters è apparso sul palco con una uniforme che richiamava quella nazista.

Il costume riprende quello di Pink, personaggio interpretato da Bob Geldorf nella trasposizione cinematografica di The Wall.

Da tempo Waters è accusato di antisemitismo, un tema che è ritornato prepotentemente anche in un altro frangente dello show, quando il nome di Anne Frank è apparso sugli schermi.

Roger Waters risponde alle accuse della polizia tedesca

Nonostante il chiaro riferimento ad uno dei più grandi album dei Pink Floyd, la polizia tedesca ha deciso di far rispettare la legge locale che vieta di replicare l'immaginario nazista, mettendo sotto investigazione Roger Waters.

La risposta del musicista britannico a proposito degli show tenuti una decina di giorni fa alla Mercedes Benza Arena di Berlino non si è fatta attendere.

"La mia recente esibizione a Berlino ha attirato attacchi in malafede da parte di coloro che vogliono diffamarmi e mettermi a tacere perché non sono d'accordo con le mie opinioni politiche e i miei principi morali", ha dichiarato Waters in una nota pubblicata sui suoi canali. “Gli elementi della mia performance che sono stati messi in discussione sono chiaramente una dichiarazione in opposizione al fascismo, all'ingiustizia e al fanatismo in tutte le sue forme. I tentativi di ritrarre quegli elementi come qualcos'altro sono falsi e politicamente motivati".

"La rappresentazione di uno sfrenato demagogo fascista è stata una caratteristica dei miei spettacoli sin da The Wall dei Pink Floyd", ha aggiunto Waters. "Ho passato tutta la mia vita a parlare contro l'autoritarismo e l'oppressione ovunque lo vedessi. Indipendentemente dalle conseguenze degli attacchi contro di me, continuerò a condannare l'ingiustizia e tutti coloro che la perpetrano”.



Le polemiche su Anna Frank

Le polemiche sullo show di Roger Waters, però, non si fermano qui e riguardano anche un altro frangente dell'esibizione in cui il nome di Anne Frank appare a caratteri cubitali sui megaschermi durante un passaggio sugli attivisti uccisi dalle autorità. L'utilizzo di un riferimento alla ragazza, uccisa nei campi di concentramento nazisti, è sembrato fuori luogo al team comunicazione dello Stato di Israele che, attraverso un tweet, ha accusato Waters di aver mancato di rispetto a lei e alle vittime dell'Olocausto.

L'ex Pink Floyd ha voluto rispondere anche su questo punto scrivendo: "Quando ero bambino dopo la guerra, il nome di Anne Frank veniva spesso pronunciato in casa nostra ed è diventato un promemoria permanente di ciò che accade quando il fascismo non viene controllato. I miei genitori hanno combattuto i nazisti nella seconda guerra mondiale, e mio padre ne ha pagato il prezzo più alto”.

https://www.youtube.com/watch?v=ZAyNl6OcM9c

La vittoria della causa contro il Comune di Francoforte

Un mese fa Roger Waters aveva intascato la vittoria della causa intentata contro il Comune di Francoforte.

Il consiglio comunale aveva infatti accusato l'ex Pink Floyd di antisemitismo, prendendo la decisione di annullare la tappa del This Is Not A Drill Tour prevista nella locale Festhalle.

Dopo aver descritto Waters come "uno degli antisemiti più conosciuti al mondo" per le sue continue esternazioni contro Israele, anche visivamente durante gli show, la città di Francoforte aveva annullato il concerto previsto per il 28 maggio alla locale sala concerti Festhalle.

Un'azione che non ha lasciato indifferente l'ex Pink Floyd, spingendolo a far intentare una causa legale nei confronti del Consiglio comunale di Francoforte.

Causa poi vinta da Waters che è stato dichiarato innocente dal Tribunale Amministrativo che pure ha sottolineato gli elementi discutibili della performance.

La magistratura, pur definendo di cattivo gusto l'immaginario utilizzato dal musicista, ha però riconosciuto la sua libertà artistica e lo status di opera d'arte del concerto.

Una decisione, quella della Corte, che ha scontentato il Comitato Internazionale di Auschwitz e il Consiglio Centrale degli Ebrei in Germania ma non Waters che ha ottenuto esattamente ciò che voleva.

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