06 maggio 2021

Rolling Stones, la storia di '(I can't Get No) Satisfaction'

Nel maggio del 1965 Keith Richards scriveva 'in sogno' uno dei più grandi riff degli Stones e della storia del rock, quello di '(I can't Get No) Satisfaction'

Il 6 maggio del 1965 Keith Richards si svegliava e scopriva di aver composto uno dei brani più famosi dei Rolling Stones: ecco la storia di '(I can't Get No) Satisfaction'.

La storia di '(I Can't Get No) Satisfaction'

Che sia leggenda o verità, a volte alcune canzoni hanno storie curiose alle spalle, altre sono state scritte dai loro autori in pochissimi minuti o, addirittura, sono semplicemente arrivate come un sogno, come un dono.

Di vicende leggendarie i Rolling Stones ne hanno un bel po' sul groppone, aneddoti, fatti curiosi e cose da raccontare viste con gli occhi di Jagger e Richards e fatte da una delle band simbolo del rock'n'roll.

Non fa eccezione la storia dietro una delle canzoni più famose degli Stones, '(I can get no) Satisfaction', vero e proprio inno per la rock band britannica che grazie a questo brano riuscì a centrare per la prima volta il primo posto nella classifica dei singoli USA.

La location di questa storia è stato spesso discussa, molti giurano che lo scenario che ha fatto da sfondo alla nascita di uno dei riff più famosi nella storia del rock sia il Gulf Motel di Clearwater, Florida, altri che sia il Fort Harrison Hotel nella stessa località o addirittura, che tutto questo sia avvenuto nell'appartamento di Richards a Londra.

In base a quale mito vogliate credere avrete il vostro contesto adatto, probabilmente la verità è nel mezzo e si rincorre tra luoghi, date, e diverse fasi di composizione. Fatto sta che il 6 maggio 1965 gli Stones si trovavano, effettivamente, proprio a Clearwater dove si sarebbero esibiti per una data del loro tour nord americano portandosi dietro una scia di curiosità esplosa ulteriormente dopo l'apparizione al celebre Ed Sullivan Show, trampolino di lancio fondamentale per le band che mettevano piede sul suolo americano.

Un attesa pazzesca per tutti i giovani americani che presero d'assalto il Jake Russell Stadium creando un'isteria talmente impossibile da gestire per gli organizzatori locali che si videro costretti ad interrompere tutto dopo pochi brani mentre i fan si riversavano sul palco e gli Stones venivano scortati fuori con grande indignazione da parte delle forze dell'ordine.



Una hit al risveglio

Chissà cosa passa nella testa di uno come Keith Richards quando si stende a letto, per non parlare di un Keef giovane e in rampa di lancio che risvegliandosi tra le coperte del Jack Tar Harrison Hotel, poi conosciuto come Fort Harrison Hotel e ora sede della Chiesa di Scientology che ha anche fatto 'purificare la stanza' scenario dell'episodio, trovò qualcosa che non andava nel suo registratore Phillips.

Il chitarrista degli Stones lo portava sempre con sé per poter incidere mentre era in tour, buttare su nastro le idee tra uno spostamento e l'altro, perché non sai mai quando può arrivare un'ispirazione e fece così anche quella volta nella sua camera d'albergo prima dello show di Clearwater.

E in fondo questa volta, Keith, non lo sapeva davvero, tutto ciò che sapeva è che per qualche strano motivo il nastro del registratore che aveva messo sul comodino accanto al letto non era pronto a registrare ma come se fosse arrivato alla fine, quando lui era convinto di aver inserito una cassetta nuova proprio la sera prima.

Ma cosa era successo in quella stanza al sesto piano dell'hotel? Per scoprirlo Keith mandò indietro il nastro e lo fece partire di nuovo e cosa ne venne fuori?

Esattamente ciò che serviva agli Stones, un riff killer che gli avrebbe permesso di affermarsi definitivamente negli Stati Uniti e fare il salto rispetto alle altre band arrivate dall'altra parte dell'Oceano sull'onda della British Invasion.

La chitarra era lì, accanto al letto, mentre il nastro andava avanti e quelle note rimaste nella storia scorrevano prima di concludersi con una frase: 'I can't Get No Satisfaction' e poi una registrazione di 40 minuti di Richards che russava.

Perché ecco cosa era successo: Richards si era svegliato nel bel mezzo della notte, aveva preso in mano la chitarra e messo su nastro quel riff immortale, arrivato dal nulla, per poi ricadere in un sonno profondo senza interrompere la registrazione.

Un riff semplice, una bozza  da presentare a Mick Jagger che avrebbe poi completato il tutto  a bordo della piscina dell'hotel inserendo i dettagli e scrivendo il testo che tanto scandalizzò i 'grandi' tra riferimenti sessuali  e invettive contro la società.

Richards, però, non si rese conto di avere tra le mani una hit al suo risveglio.


Rolling Stones, la storia di '(I can't Get No) Satisfaction'

Le registrazioni di Satisfaction

La versione registrata durante la notte da Richards era, in effetti, davvero basilare e aveva uno stile più folk di come la consociamo oggi, niente che potesse far pensare al chitarrista degli Stones che quella sequenza sarebbe stata utile per realizzare un successo, al più avrebbe potuta usarla come riempitivo per il prossimo album.

Pochi giorni dopo i Rolling Stones decisero di andare in un luogo leggendario per loro, i Chess Studios di Chicago dove alcuni tra i loro miti come Chuck Berry avevano registrato le loro hit e riascoltando il brano Richards era sempre più convinto che qualcosa non andasse, bisognava dare una marcia in più.

La band volò agli RCA studios di Los Angeles per lavorare a dei nuovi arrangiamenti per la canzone e dopo un primo tentativo iniziale di registrare il riff principale utilizzando dei fiati, Richards non riusciva ad ottenere soddisfazione dal suono che arrivava dagli amplificatori.

 Provvidenziale fu Ian Stewart, tastierista e 'sesto Stones' che andò in un vicino negozio di strumenti tornando con l'ultimo gioiellino della Gibson, un pedale diventato storico, il Fuzz Tone, che diede alla chitarra elettrica di Richards il sound giusto.

Da lì  '(I can't Get No) Satisfaction' diventò una hit immortale e il suo riff di chitarra uno tra i più iconici di tutta la storia del rock.