02 gennaio 2025

Sammy Hagar su Alex Van Halen: "Non riconocere Van Hagar è blasfemia"

Il Red Rocker critica la decisione del batterista di non raccontare la seconda era dei Van Halen nella sua autobiografia

Sammy Hagar considera 'blasfema' la scelta di Alex Van Halen di escludere dalla sua autobiografia il periodo 'Van Hagar' della band.

Per i fan dei Van Halen la questione è qualcosa che viene da lontano.

Il Red Rocker è stato il frontman della band americana in due fasi, dal 1985 al 1996 e poi, successivamente, dal 2003 al 2005.

Come per tutte le grandi band che si sono trovate a dover affrontare cambi di formazione importanti, ci sono fan che considerano come unica opzione possibile i membri originali.

Altri che accettano i cambiamenti e supportano la band attraverso tutti i cambi nel corso degli anni, mettendo il gruppo al di sopra di tutto.


DLR o Van Hagar?

I Van Halen hanno fatto la storia dell'hard rock e per riuscirci si sono serviti non solo di membri diversi ma di frontman diversi, tutti dal carisma importante.

David Lee Roth, Sammy Hagar, Gary Cherone, tante epoche che hanno visto i Van Halen rendersi protagonisti in modo diverso con hit più o meno memorabili.

Per molti esistono solo i classici con David Lee Roth ma 'The Red Rocker' non è d'accordo, soprattutto quando a snobbarlo è Alex Van Halen.

Il batterista e fratello di Eddie ha infatti pubblicato la sua autobiografia 'Brothers', in cui racconta il rapporto con EVH e la storia dei Van Halen limitandosi, però, solo ad un certo periodo.

Rispondendo ad alcuni commenti dei fan sotto un post social, Hagar ha sottolineato come per qualcuno l'unica incarnazione dei Van Halen sia la prima ma non è corretto.

"La gran parte dei puristi crede che i Van Halen siano finiti con DLR", ha scritto un utente, con un altro che ha aggiunto "Senza mancare di rispetto ad Alex va bene amare anche i Van Halen con Sammy Hagar, anche se lui non lo fa più".


Sammy Hagar su Alex Van Halen: "Non riconocere Van Hagar è blasfemia"
PHOTO CREDIT: EMI eprice/Fotogramma

La blasfemia di Alex Van Halen

Non si è fatta attendere la risposta di Hagar che ha voluto mettere le cose in chiaro e far capire che no, i Van Halen non sono certo morti dopo l'addio di David Lee Roth.

"Sarebbero potuti finire dopo di lui e invece no, amico mio. Invece abbiamo continuato a vendere oltre 50 milioni con un album al primo posto in classifica e fatto il tutto esaurito in ogni palazzetto o stadio del mondo per altri dieci anni. E poi non è più successo", ha scritto Hagar.

Ma non è solo l'opinione del pubblico che colpisce Sammy Hagar e, a ferirlo, c'è anche l'essere stato completamente snobbato dall'autobiografia e conseguente storia della band scritta da Alex Van Halen.

"Alex non sta rendendo giustizia all'eredità musicale di suo fratello nel non riconoscere tutti gli album da primo posto e la grande musica scritta da Eddie con me - non con lui - ma eravamo io ed Eddie a scrivere insieme", ha attaccato Hagar. "Non riconoscere quei dieci anni di musica è una vera blasfemia nei confronti della capacità musicale di suo fratello e della sua eredità da cantautore".

Pochi mesi fa il cantante aveva detto a Rolling Stone di sperare che l'omissione di un periodo importante della carriera dei Van Halen sia da attribuirsi solo ad un discorso di lunghezza del testo: "Non voglio portarmi questa cosa nella tomba, così come Al. Capisco che che forse non poteva raccontare tutte le ere dei Van Halen in un libro. Sarebbe stata la Bibbia, un dizionario. Magari pensa di fare un secondo volume. chi lo sa?"

E voi da che parte state? Team David Lee Roth o Sammy Hagar?