Il 22 aprile del 1980 i Cure pubblicavano il secondo album "Seventeen Seconds".
Primo disco con lo storico bassista Simon Gallup , primo disco con Robert Smith in cabina di regia (insieme a Mike Hedges) e primo album con un singolo in classifica, A Forest.
Solo un anno prima la formazione inglese aveva dato alle stampe "Three Imaginary Boys", un debutto che li vide costretti a subire la decisione artistica di Chris Parry della Fiction Records, convincendo Smith a non ripetere, in futuro, l'errore.
Fu però proprio grazie al discografico e al suo lavoro con i Jam che i Cure riuscirono a registrare il disco, sfruttando notte tempo e di nascosto le strumentazioni della band guidata da Paul Weller.
L'occasione di Three Imaginary Boys
"Three Imaginary Boys" risultò il pretesto, l'occasione da cogliere al volo per poter, finalmente, entrare in studio di registrazione e fare un disco vero, pur senza avere ancora le competenze e la maturità artistica per realizzarlo.
Una lavoro odiato dallo stesso Smith che servì come detonatore per prendere il largo in un mare di oscurità che stava già prendendo forma nella mente del cantante.
Durante le registrazioni del debutto, infatti, brani come "M" e "Play For Today" erano stati già scritti, pronti per essere registrati come parte di un lavoro più coeso.
Dopo un tour in supporto a Siouxsie and The Banshees, Robert Smith aveva bene in mente che direzione avrebbero dovuto prendere i Cure, spostandosi dal post punk tradizionali degli esordi verso territori sinistri.