Usciva l'11 aprile del 1988 "Seventh Son Of A Seventh Son", settimo album in studio degli Iron Maiden.
Tra gli album più amati dai fan della band heavy metal britannica, "Seventh Son Of A Seventh Son" è un concept album ispirato dal romanzo di Orson Scott Card "Seventh Son" ed è il primo disco dei Maiden che vede l'inserimento delle tastiere e un sound più orientato verso il prog.
"Seventh Son Of A Seventh Son" è un concept album che si concentra sulla leggenda che vuole il settimo figlio di un settimo figlio dotato di speciali qualità psichiche e predittive.
Un disco fuori dalla comfort zone
A scatenare la fantasia di Steve Harris in questo senso fu la scomparsa, nel 1987 della sensitiva britannica Doris Stokes, che generò l'idea dietro la prima traccia scritta, 'The Clairvoyant'.
"Mi sono chiesto se potesse prevedere la sua morte. Ho cominciato a lavorare con questa idea in testa e, quando l'ho proposta a Bruce, lui si è rivelato entusiasta".
Proprio il frontman dei Maiden, dopo aver tentato invano di dare il proprio contributo alla scrittura del precedente "Somewhere In Time", in questo disco partecipa alla scrittura di diverse tracce, inclusi i singoli Can I Play With Madness e The Evil That Men Do.
"Somewhere In Time" era un disco valido ma che non risultò in grado di avere lo stesso impatto di "Powerslave" e, pur essendo i Maiden una delle band più importanti della scena, sembravano trovarsi ad un punto in cui dover dimostrare qualcosa.
L'unico modo per farlo era provare a fare qualcosa di diverso e speciale, uscendo dalla propria comfort zone e proprio il rinnovato coinvolgimento di Dickinson, non più solo il cantante, risultò decisivo per garantire nuovo entusiasmo.