16 settembre 2022

Sex Pistols, John Lydon accusa la band di lucrare sulla morte della Regina

L'ex cantante dei Sex Pistols ha accusato gli altri membri della band di cercare di arricchirsi sfruttando la morte della Regina Elisabetta II

Nelle settimane in cui in anche in Italia è arrivato "Pistol", il biopic diretto dal regista di Trainspotting Danny Boyle sui Sex Pistols che ha creato una frattura insanabile tra la band e l'ex frontman John Lydon, il cantante inglese continua a polemizzare.

Al centro, questa volta, c'è la Regina Elisabetta II che si è spenta la scorsa settimana in Scozia dopo 70 anni di regno.

Protagonista di quella che è forse la traccia più rappresentativa dei Sex Pistols, quella God Save The Queen che diede il successo alla band, la Regina del Regno Unito è ora l'oggetto dello scambio di accuse tra John Lydon e gli altri membri dei Pistols.

Le accuse di John Lydon

Dall'account ufficiale dell'altra band che lo ha reso celebre, i Public Image Ltd., Lydon ha preso le distanze dai Sex Pistols accusandoli di aver cercato di fare cassa sfruttando la morte di Elisabetta II.

"I musicisti della band e il loro management hanno approvato una serie di richieste contro la volontà di John sulla base dell'accordo di maggioranza in tribunale", si legge nel tweet.

In una serie di altri tweet, l'ex Johnny Rotten dice di non supportare la Monarchia ma di essere allo stesso tempo vicino alla royal family in un momento difficile: "Dal punto di vista di John, il momento di approvare qualsiasi richiesta di guadagno commerciale dei Sex Pistols in relazione a "God Save The Queen" in particolare è irrispettoso nei confronti della Regina e della sua famiglia in questo momento. John ha scritto il testo di questa canzone storica e, sebbene non abbia mai sostenuto la monarchia, sente che la famiglia meriti un po' di rispetto in questo momento difficile, come ci si aspetterebbe da qualsiasi altra persona o famiglia quando qualcuno a loro vicino è deceduto".



Sex Pistols, John Lydon accusa la band di lucrare sulla morte della Regina

La risposta dei Sex Pistols

Ciò che non si evince dalla serie di tweet pubblicati da Lydon è l'oggetto della questione.

A cosa si fa riferimento nello specifico? I Sex Pistols hanno sì sfruttato nei mesi scorsi la Regina Elisabetta II come volano per i propri interessi ma in occasione del Giubileo.

La serie TV Pistol è infatti uscita prima dell'estate, più o meno a ridosso del Giubileo della Regina, accompagnata da una nuova release di God Save The Queen e di una specifica moneta commemorativa.

A fine maggio i Pistols hanno pubblicato le ristampe delle due edizioni originali del singolo God Save The Queen a tiratura limitata.

La prima edizione, infatti, fu pubblicata per la A&M Records prima che l'etichetta rompesse con i Sex Pistols a causa del loro comportamento. All'epoca circa 25.000 copie del singolo furono distrutte e le poche copie rimaste sono state vendute negli ultimi anni a cifre che si aggirano tra i 15.000 e i 20.000 euro a pezzo.

La seconda versione, invece, è quella stampata dalla Virgin Records con copertina blu e volto della regina in copertina.

Dello stesso avviso sono gli stessi Sex Pistols che hanno risposto a John Lydon con una dichiarazione ufficiale rilasciata ai media.

Un portavoce di Steve Jones e Paul Cook ha comunicato:"Non riuscimo nemmeno a capire a cosa Lydon faccia riferimento. A parte un paio di richieste per l'utilizzo di immagini o audio nei notiziari sulla Regina e sul suo impatto sulla cultura, non c'è nulla di nuovo in relazione al fatto che 'God Save The Queen' si stato promosso o pubblicato in alcun modo".

Che si tratti solo dell'ennesimo modo del fu Rotten di far parlare di sé alla ricerca di un titolo da baronetto?