Il frontman dei Sex Pistols, Johnny Lydon, alias Johnny Rotten, ha perso la causa intentata contro gli altri membri della leggendaria band punk inglese sulla concessione delle canzoni per "Pistol", biopic dedicato alla loro storia firmata dal regista Danny Boyle.
La vittoria dei Sex Pistols
Andrà in onda sul canale americano FX "Pistol", biopic a episodi sulla storia dei Sex Pistols realizzata dal regista di Trainspotting Danny Boyle.
Basata sulla biografia del chitarrista Steve Jones, "Pistol" non ha potuto contare però sul supporto di Johnny Lydon. Il cantante di una delle band che ha definito il punk, anzi, è andato a muso duro contro la produzione e contro gli altri compagni di band, Steve Jones e Paul Cook, vietando l'utilizzo delle canzoni per la colonna sonora della pellicola.
La questione è finita in tribunale e, come era facile immaginarsi, ad avere la meglio sono stati i Sex Pistols. Un tribunale londinese ha infatti confermato quanto dichiarato da Jones e Cook che si sono appellati ad un accordo siglato dalla band nel 1988 secondo il quale ogni decisione relativa ai Sex Pistols, incluse quelle sulla cessione dei diritti, deve essere approvata a maggioranza e nessun membro, Lydon incluso, può mettere un veto assoluto.
Il giudice ha inoltre ha stabilito che Lydon aveva già ceduto il suo potere di controllare l'uso dei diritti sulle canzoni ad altre società editoriali che, pur avendo in passato chiesto il suo permesso, possono formalmente agire autonomamente dalla decisione del cantante.
Jones e Cook, chitarrista e batterista dei Sex Pistols, hanno dichiarato: "Accogliamo la decisione della corte. Porta chiarezza alla nostra decisione e supporta l'accordo tra i membri della band nel prendere le decisioni in modo collettivo. Non è stata un'esperienza piacevole, ma crediamo che fosse necessario permetterci di andare avanti e, si spera, lavorare nuovamente in futuro con un rapporto migliore".
Lydon in tribunale
Lydon si era recato in tribunale a luglio sostenendo che tale accordo non sia mai stato applicato da quando sarebbe stato firmato 20 anni fa e che tutte le decisioni relative alla band sono sempre state passate solo dopo voto unanime.
"Mi interessa davvero tanto delle sorti di questa band e della sua reputazione, del suo controllo di qualità e avrò sempre qualcosa da dire quando ci sarà qualcosa che secondo me può essere dannoso" - aveva detto il punk 65 enne - "Non voglio che qualcosa che mi veda coinvolto ci vittimizzi, distruggerebbe tutte le motivazioni di partenza della band e non capisco questo accordo, non ricordo nemmeno di averlo firmato".
Lydon si era detto preoccupato dal biopic e già in primavera aveva minacciato di far causa a Boyle e alla produzione:"Non capisco come Steve e Paul possano pensare di avere il diritto per insistere che io faccia qualcosa che mi trova completamente in disaccordo senza che sia nemmeno coinvolto" - ha detto - "La mia paura è che loro pretendano di farmi firmare un accordo per cedere i diritti ad un prodotto che non posso nemmeno visionare".