05 aprile 2024

Shoreline: "Do It Yourself"

Direttamente dalla nostra TOP 20, scopriamo qualcosa in più sugli Shoreline, giovane rock band capace di riuscite contaminazioni tra punk, hardcore e EDM

Gli Shoreline sono una rock band tedesca di Münster che debutta nel 2019 fortemente influenzate dalla scena artistica e musicale DIY, acronimo dell’espressione Do It Yourself. Li abbiamo scoperti grazie alla nostra TOP 20 dove sono presenti con "Reviver", divertente declinazione di punk rock colorato con l'elettronica. Conosciamoli meglio.

Con DIY si riprende il concetto originale dell’atteggiamento indie: non sposando necessariamente una connotazione musicale o stilistica ma rivendicando unicamente un’approccio ideale e quasi romantico all’indipendenza e auto sussistenza di una band o artista. La scena DIY per non compromettere l'integrità della propria proposta artistica si sostiene, promuove e finanzia da sola. Un’attitudine che, a livello artistico, negli Shoreline si riflette nel miscuglio, decisamente non convenzionale, di stili musicali presenti nella loro proposta. La musica degli Shoreline su un solido impianto rock declinato in chiave punk, emo e hardcore riesce a far convivere inserti EDM e - addirittura - aperture melodiche degne del miglior J-Pop. Con due dischi alle spalle, EAT MY SOUL (2019) e GROWTH (2022), gli Shoreline acquistano popolarità attraverso una gavetta gagliarda che li vede attraversare l’Europa con un’infinita serie di tour e concerti underground in cui si esibiscono anche assieme a band come Spanish Love Songs e Silverstein.

 

Shoreline: "Do It Yourself"

Do It Yourself!

L’inclinazione Do It Yourself è perfettamente rispettata dalla modalità con cui gli Shoreline hanno prodotto e registrato il loro recente TO FIGURE OUT, uscito lo scorso febbraio. Spiega Hansol Seung cantante e chitarrista della band: “Per registrare TO FIGURE OUT abbiamo fatto qualcosa che per noi è stato piuttosto insolito. Fino a questo lavoro, abbiamo prodotto tutta la nostra musica in uno studio di registrazione a circa due ore da dove viviamo. Ci aiutava, come fonico, un nostro amico: Jochen Stummbillig. Questa volta, invece, abbiamo letteralmente fatto e registrato tutto da soli, costruendo e allestendo addirittura un nostro studio di registrazione. Abbiamo unicamente chiesto il supporto Chris Teti un fonico straordinario che lavora agli Silverbullet Studios in America. Chris è anche un musicista quindi non sì è occupato solo del mix ma ci ha aiutato anche nella pre produzione, nella creazione dei suoni. Il tutto, naturalmente, sempre a distanza. E’ stato piuttosto impegnativo perché, benché avessimo già una certa esperienza nel produrre e registrare la nostra musica, qui si trattava di fare tutto da soli e non eravamo mai abbastanza sicuri di raggiungere la qualità necessaria per un disco. Così, prima di iniziare la registrazione vera e propria, abbiamo inciso una cover di “Shed dei Title Fight”. Quel brano sarebbe stato una palestra per allinearci con Chris, testare il terreno della nostra interazione. Tutto ha funzionato da subito e questo esperimento credo ci abbia dato la sicurezza che - anche se a distanza - la collaborazione avrebbe potuto funzionare. Chris Teti ci ha aiutato molto, non solo musicalmente, ma anche dandoci consigli tecnici, per esempio su come registrare la batteria. Siamo così orgogliosi che questo disco suoni così!”

 

Dall'elettronica al punk rock

Il sound di TO FIGURE OUT è, in effetti, il fiore all’occhiello dei Shoreline: ci sono la potenza, la pacca e la cattiveria del miglior punk rock ma anche la pulizia, la cura sonora e definizione della dancepop più attuale. Soprattutto, anche negli accostamenti stilistici più coraggiosi tra rock ed elettronica, tutto suona coerente e - soprattutto - divertente. Un risultato musicale frutto di un coraggioso approccio alla produzione; laddove, infatti, tante band rock utilizzano l’elettronica come decorazione aggiuntiva e finale del loro sound, gli Shoreline hanno utilizzato un approccio meno convenzionale. “Fare questo questo disco è stato piuttosto divertente” ha raccontato Hansol Seung “perchè siamo partiti da un'influenza pop e disco molto strana ma interessante. Un sacco di demo all'inizio avevano ritmi elettronici, alcuni addirittura pochissime chitarre elettriche vere e proprie. E il lavoro di produzione e registrazione è stato tradurre quel mondo musicale in un vero e proprio disco punk! Se “Reviver”, pezzo presente nella nostra TOP 20, è la canzone più efficace e spassosa per sentire come gli Shoreline, giocano con stili musicali differenti senza compromettere la loro integrità punk emo rock, “Seoul” riflette l’anima artistica più intensa di questa band, capace di essere profonda e introspettiva nei testi. Spiega Hansol Seung:Su "Seoul" parlo delle mie esperienze di ragazzo asiatico cresciuto in un paese occidentale. Racconto di come ho imparato non solo ad accettare le mie radici ma anche ad abbracciarle, a farne diventare una parte di me che mi potenzia. Per molto tempo, quando avevo vent'anni, ho desiderato essere bianco e ho interiorizzato stereotipi che mi erano stati dati ma intimamente non condividevo. SEOUL significa superarli e iniziare a sentirmi più a mio agio nella mia pelle.