La storia della musica non è certo avara di casi in cui, talenti giganti sono vissuti troppo poco per poter essere in grado di comunicare tutta la musica che li attraversava.
Uno di questi è sicuramente Otis Redding che, scomparso a soli 26 anni, riuscì ad immortalare con la sua voce alcuni dei più grandi classici soul di tutti tempi.
Brani come 'These Arms Of Mine' e, soprattutto, '(Sittin'On) The Dock Of The Bay', capolavoro avvolto dalla tragedia che venne registrato solo tre giorni dopo l'incidente aereo che costò la vita al cantante americano.
Otis Redding e la pace del molo di Sausalito
L'8 gennaio del 1968 Otis Redding pubblicò '(Sittin'On) The Dock Of The Bay', uno dei classici della musica soul ed R'n'B e tra le più grandi hit della Stax Records, etichetta che si contendeva con la Motown lo scettro di label di riferimento per il genere.
Un disco circondato dalla tragedia legata alla scomparsa di Redding, precipitato con un aereo solo tre giorni prima di aver registrato il brano scritto insieme al chitarrista Steve Cropper.
Nell'estate del 1967, Redding si era mostrato in tutta la sua grandezza al Pop Music Festival di Monterey, dove aveva fatto capire a tutti di essere pronto ad essere la prossima stella della musica soul.
Impegnato con una tabella di marcia serratissima, Redding approfittò di una serie di show in programma a San Francisco per trovare un po' di tempo da dedicare alla scrittura di nuova musica.
Otis cominciò a buttare giù i primi versi di Dock Of The Bay in agosto quando, per riprendersi dall'estenuante tour con i Bar-Keys, venne ospitato dall'impresario Bill Graham a Sausalito, in California.
Lì Graham possedeva una 'houseboat', una casa galleggiante attraccata al porto di Waldo Point, dove Redding cercò di mettere nero su bianco le sensazioni rilassanti che provava mentre sedeva sul molo di cui parla nel testo.
Un momento di pausa che permise all'artista di staccare la spina e strimpellare tra le onde mentre guardava la danza delle barche che popolavano il porto.