Secondo Corey Taylor dopo il Coronavirus la musica live rinascerà

Il cantante degli Slipknot fa alcuni ipotesi sulla ripresa dell'attività dal vivo e pensa che la gente si stancherà di vedere i concerti da uno schermo

Corey Taylor è a sorpresa un inguaribile e ottimista e - anche se crede che ci vorrà ancora del tempo prima che si possa tornare a vedere un concerto dal vivo - pensa che lo stop dovuto all'emergenza da coronavirus potrebbe avere un impatto inaspettatamente positivo sull'esperienza live.

Il frontman di Slipknot e Stone Sour e sua moglie, Alicia , sono stati intervistati da Brian Storm di Rock Feed in collegamento dalla loro casa di Las Vegas dove sono confinati in quarantena. 

L'artista che pochi mesi fa era passato con il tour degli Slipknot anche in Itaia, quando ancora ci si poteva vedere sotto palco, ha espresso il suo parere sulla situazione davvero complicata che sta vivendo tutta l'industria musicale a causa della pandemia con live bloccati, lavoratori del settore con le mani in mano e, soprattutto, tanta, tanta incertezza su cosa accadrà, sia nell'immediato che in futuro.

"Tutto sta al modo in cui torneremo a riaprire tutto - ha detto Taylor - devi quasi pensare a come sono realizzate le aperture dei casinò: prima fanno quella che viene chiamata la 'soft opening', che è di fatto un'apertura che precede il 'grand opening' con tutta la gente che vaga e si accalca. Non è una roba grossa, non è pieno di gente, lo usi per vedere cosa piace alla gente e se apprezza ciò che gli stai dando. Credo che con l'industria dello spettacolo faranno qualcosa del genere, ci sarà un'apertura soft, ci saranno una manciata di artisti ad esibirsi, saranno la cartina tornasole per capire a cosa è pronto il mondo".

Se ci sono delle difficoltà oggettive, quelle causate dal distanziamento sociale, i problemi organizzativi che rendono davvero complicata la vita ai promoter, c'è anche un altro fattore da tenere in conto secondo la voce degli Slipknot che riguarda il sentimento delle persone che ai concerti dovrebbero poi andare: "Forse avverranno in venue più piccole, perché le persone saranno dannatamente spaventate. O forse in postia all'aperto, dove la gente non si sente confinata e non hanno la sensazione di essere troppo vicini gli uni con gli altri. Ci sarà un senso di paranoia per un po' di tempo, anche dopo aver trovato la cura o il vaccino. Ci vorrà del tempo."

Quanto tempo? Nessuno può fare delle previsioni, anche se in questi giorni in molti stanno cedendo alla tentazione di fare proclami, ma la tentazione di Corey Taylor che sul palco ci vive ed è di sicuro il primo a volerci tornare, bisognerà attendere: "Ci saranno alcuni artisti che dovranno sacrificarsi, se facciamo le cose per bene e riusciamo a costruire di nuovo l'entusiasmo forse in un anno, massimo un anno e mezzo, potremo tornare a vedere lo stesso entusiasmo per i concerti dal vivo che vedevamo prima. Penso che quando la gente si sarà resa conto che è tutto ok, le persone si stancheranno di guardare i live in streaming, sui cellulari, vorranno tornare a vivere l'esperienza. Quindi penso che vedremo un rinascimento e un'esplosione dell'intrattenimento dal vivo, e sarà fantastico per tutti noi".

Sulla possibilità per gli Slipknot di partecipare ad una possibile riduzione della dimensione dal vivo Taylor ha risposto: "Non saprei, forse. Il problema è che ora abbiamo un sacco di roba, serve una stanza che sia abbastanza grande da contenere tutto il nostro materiale. Anche se sarebbe divertente tornare da Guitar Center e rimettersi a cercare degli strumenti da modificare, capire dove metterli. Abbiamo discusso per anni di fare qualcosa del genere, uno show nostalgico, nel senso di indossare anche i vecchi costumi, ma non so. Di sicuro dovremmo essere sicuri di poterlo fare in sicurezza, non solo da un punto di vista del Coronavirus. Vedremo".

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