Song To Song: Biffy Clyro - A Celebration Of Endings
Cecile B torna con il format Song To Song per raccontarci l'ultimo album dei Biffy Clyro, "A Celebration Of Endings"
A CELEBRATION OF ENDINGS è il nono album in studio dei Biffy Clyro, pubblicato il 14 agosto scorso. Contiene al suo interno 11 tracce, la prima delle quali si intitola “NORTH OF NO SOUTH” - ottima apertura di un disco che, sono certa, vi piacerà e vi accompagnerà sul tramonto di questa strana estate destinata a lasciare spazio ai colori caldi dell'autunno.
Diamo, ora, un occhio al testo del brano:
“There's no brightness comin' back / No brightness comin' back
Have you ever been a place / From which you couldn't leave?
But of course you couldn't stay?”
“Non c'è nemmeno una luce che torna, nessun bagliore che ritorna.
Sei mai stato in un posto dal quale non riuscivi a fuggire?
Ma nel quale, ovviamente, non riuscivi a restare?
Il titolo di questa canzone, tradotto letteralmente, significa NORD DI NESSUN SUD, che inizialmente può apparire come un concetto negativo, quasi sinonimo di confusione, di perdita del senso di noi stessi inseriti in un contesto. Verso la fine, però, il brano muta: “Abbiamo trovato il nostro vero nord” - recita il testo. Scopriamo il valore di noi stessi nel momento in cui togliamo dai nostri occhi il velo di una società che ci vede sbagliati.
Parlando dell'album in un'intervista a Kerrang!, il frontman della band Simon Neil ha detto:
"Dopo aver pubblicato 'Balance, Not Symmetry'lo scorso anno abbiamo avvertito meno responsabilità. Siamo tornati a lavorare con Rich Costey una seconda volta dopo 'Ellipsis' e tutto è diventato più facile, più lavori con una persona e più la comunicazione diventa facile, anche senza bisogno di parole.”
E proprio grazie a questa intesa in fase di scrittura del disco che il trio scozzese è riuscito ad esprimersi senza avere paura, avendo bene in mente l'obiettivo di trovare la propria strada, prendere forma e fiorire.
THE CHAMP è la seconda canzone che ci accompagna in questo viaggio.
La voce di Simon apre sulle note di un pianoforte. L'inizio è morbido, ma le parole sono graffianti e pronte a far presagire l'imminente apertura del brano che riesce ad esprimere appieno l'anima rock che conosciamo e amiamo dei Biffy.
“Don't give me that bullshit, catch phrase / "It was better in my day", 'cause I know / You broke every little thing that you built /
You lost every little thing that you'd always cherished, and more”
“Non usare con me quella stronzata, è solo una frase ad effetto. Dici che “era tutto migliore ai miei tempi” ma io so che sei stato tu a distruggere tutto quello che avevi costruito, hai perso tutto ciò a cui tenevi e molto di più”
Ai microfoni della BBC, Simon ha raccontato di come questa canzone fosse stata scritta per parlare della responsabilità di ognuno di noi nei confronti dell'ambiente e del cambiamento climatico. Il suo significato è però mutato nel tempo, anche a causa di ciò che è accaduto nei duri mesi di lockdown, aprendosi ad un concetto più ampio. Ci sono troppe persone che si mordono la lingua e non esprimono la propria opinione per paura quando invece le loro voci dovrebbero essere ascoltate e diffuse nel mondo.
Ed erano i BIFFY CLYRO con THE CHAMP, secondo singolo estratto dal disco che oggi esploreremo ed ascolteremo dalla prima all'ultima nota, A CELEBRATION OF ENDINGS.
Il titolo del disco esprime in maniera chiara ed estremamente poetica, il fil rouge che lega tutti i brani tra loro.
“Questo è un album molto lungimirante da una prospettiva sia personale che sociale. Il titolo fa riferimento al vedere la gioia nel cambiamento, piuttosto che la tristezza. Cambiare significa progredire ed evolvere. Puoi conservare tutto ciò che hai amato ma dimentica tutte le cose brutte! Si tratta di riprendere il controllo”.
E così, in ogni testo, si può evincere uno sguardo sempre rivolto al domani, sia quello più lontano sia quello prossimo, avendo sempre a mente che il nostro destino è posto nelle nostre mani e che solo noi possiamo esserne gli artefici.
La terza traccia del disco di intitola “WEIRD LEISURE”. Con i suoi 4 minuti e 16 di puro ritmo si rivolge a chiunque abbia voglia di ascoltare la voce della rivoluzione interiore:
“I've got no more fear in my heart / Look out the window
See what you're gonna have / And I will be, I will be the
Best friend you've ever had”
“Non ho più paura nel mio cuore. Guarda fuori dalla finestra e posa gli occhi su ciò che avrai. Io sarò, giuro che lo sarò, il migliore amico che tu abbia mai avuto”
In un mondo di frenesia, di corse e di ritmi tormentati che possono oscillare dal perenne movimento all'improvvisa staticità, l'unico riferimento che possiamo avere al di fuori di noi stessi sono le persone che ci amano e rispettano. I parenti, gli amici, gli amanti. La nostra umanità è ciò che ci permette di emozionarci se guardando fuori dalla finestra riusciamo a vedere l'inizio di un tramonto, o semplicemente il profilo di una casa che conosciamo o uno stormo di uccelli che volano in sincronia. Tutto questo è realizzabile solo ad una condizione però: amare in primis noi stessi, con i nostri infiniti difetti e i nostri meravigliosi pregi. direttamente da “A Celebration of Endings” i BIFFY CLYRO con “WEIRD LEISURE”!
“TINY INDOOR FIREWORKS” ci accompagna verso il cuore pulsante di questo nostro viaggio sulle note dei Biffy Clyro. E il testo dice così:
“I fire it up then blow it out / I build it up then tear it down
Summit the ocean, scale the lake / But I'll pray for the better days”
“Ho acceso tutto, per poi spegnerlo. Ho costruito, per poi distruggere.
Ho sorvolato l'oceano, ho scalato laghi. Ma continuerò a pregare per giorni migliori”
Come dicevamo poco fa, il concetto di fine, per i Biffy, si lega al concetto di cambiamento. Il cambiamento per propria natura accetta l'errore, anche le improvvise inversioni di marcia. E così, nel testo del brano il frontman della band abbraccia le proprie sconfitte, restando concentrato sul proprio miglioramento.
C'è una grande apertura verso il mondo in ogni suono e in ogni parola di questo disco. Persino per quanto riguarda l'artista che ha accompagnato la band durante la realizzazione di “A Celebration of Endings”:
“Che ci crediate o no stavamo ascoltando il disco di Janet Jackson ‘Rhythm Nation 1814’ quando stavamo realizzando l’album”.
Il disco in questione, pubblicato nel 1989, fu uno dei grandi successi di Janet Jackson e recitava una frase che trovo perfettamente contestualizzata rispetto a ciò che stiamo raccontando:
«Siamo una nazione senza confini geografici, unita da ciò in cui crediamo.
Siamo individui uniti da un'opinione, che condividono una visione unica, alla ricerca di un mondo privo di confini tra i colori.»
Quando pensiamo ad una band come loro, la componente del live, dell'esibizione dal vivo sopra ad un palco che sovrasta migliaia di persone diventa determinante per definire in maniera completa l'identità della band stessa.
«Facciamo musica solo per incontrare le persone – hanno raccontato – e ci ha spezzato il cuore sapere di non poterlo fare. Siamo felici però di poter dire che stiamo bene. Abbiamo fatto molti live in streaming, ma non è lo stesso del live vero e proprio. I concerti in streaming sono incredibili, ma niente è come stare nello stesso luogo insieme ad altra gente.
Suonare dal vivo è l’essenza di essere una rock band”.
Per fortuna la loro data italiana è stata riconfermata (e addirittura raddoppiata) per l'anno prossimo. La band suonerà infatti a Milano il 13 ottobre 2021 e a Roma il 14 ottobre sempre 2021.
Pensiamo ora di essere ai piedi di un palco, nel mezzo di un festival e soprattutto immaginiamo come suonerà dal vivo il brano che stiamo per ascoltare, il quinto di “A Celebration of Endings”: WORST TYPE OF BEST POSSIBLE – la peggiore tipologia di meglio possibile:
“This is how it all went wrong /Where you are's not where you're from / But I'm always holding out for peacetime / Holding out for grace”
“E' così che tutto è andato male. Il punto in cui sei ora non è quello da cui sei partito. Ma io resisterò sempre per la pace. Resisterò per la bellezza dell'equilibrio”.
SPACE è il titolo della sesta canzone dell'album che viene accompagnata da un video che Simon Neil ha descritto come una metafora di quelle poche relazioni che durano e crescono con il passare degli anni.
Il frontman nella band veste infatti i panni della metà di una coppia che si racconta attraverso movimenti e sguardi che vengono sempre travolti da una pioggia incessante.
“Our joy lives in the moments we share / Love's truest meaning lives when you're not there / Will you wait, will you wait for me?
There's always a space in my heart for you”
“La nostra gioia vive nei momenti che condividiamo. Ma il più vero significato di amore sopravvive quando non sei qui. Mi aspetterai? Ci sarà sempre spazio nel mio cuore per te”.
Parlando del testo della canzone, Simon aveva espresso un'opinione molto positiva definendolo il più sincero mai scritto dalla band:
"Parla di quelle persone che, quando torni da loro, ti fanno rendere conto di come non sia cambiato nulla; ti senti a tuo agio e provi le stesse cose che avevi sempre provato. Musicalmente è un brano che abbiamo pensato fosse importante mantenere semplice, perché il resto dell'album è abbastanza complesso e questa canzone è la prima che regala una boccata d'aria".
In una lunga video intervista rilasciata ad NME, Neil parla di come le canzoni possano essere eseguite dall'artista in tre modi diversi: attraverso il cuore, la mente o in una chiave più fisica.
END OF, la settima traccia di questo incredibile album, è il perfetto contrasto di tutte le sensazioni che erano state evocate con il brano precedente.
“Per me si tratta di una canzone fisica. Nella struttura del disco la sua posizione crea un vero e proprio colpo di scena dove il protagonista perde il controllo e decide di distruggere qualsiasi cosa si trovi davanti a sè”.
Alcuni rapporti non sopravvivono allo scorrere del tempo. Anzi, vengono corrosi e perdono la nobiltà e la purezza che li avevano da sempre caratterizzati. A quel punto bisogna mettere un punto e fare un taglio netto. END OF significa “LA FINE DI”. Non è contemplato un arrivederci, nemmeno una presa di coscienza che possa portare un giorno a riaprire il proprio cuore a chi lo ha ferito.
Si può perdere la pazienza e ci si deve arrabbiare. Si può provare l'impulso di spaccare qualcosa o di tirare pugni al muro. Si deve lasciare scorrere la rabbia, la delusione e l'amarezza e a un certo punto bisogna intervenire separandosi da chi ci ha portati a provare tutto questo. Ovviamente vale su qualsiasi livello di rapporto: dall'amicizia all'amore.
Prendersi cura di sé significa anche saper lasciare andare parti di noi che devono restare circoscritti al passato. Alzate il volume per END OF! Ci sono i Biffy Clyro su Radiofreccia!
INSTANT HISTORY è il prossimo brano : "Abbiamo voluto iniziare con il brano che più si differenziava all'interno dell'album. 'Instant History' è la canzone più pop a cui abbiamo mai lavorato, una fantastica dichiarazione d'apertura che pone bene l'attenzione sul tema di tutto il lavoro: imparare dagli errori e capire come andare avanti. Le cose possono essere simili senza mai essere le stesse ma non per questo dobbiamo esserne spaventati".
Il testo si apre rivolgendosi direttamente a Dio:
“Dear God / Adjust my dreams for me /All I learned is instant history /
Is this how / The surface will break? / Releasing the pressure
The horrors that await”
“Caro Dio, ripara i miei sogni. Fallo per me. Tutto ciò che ho imparato è solo storia istantanea. È così che la superficie si spezzerà facendo uscire la pressione degli orrori che aspettano”
Possiamo chiamarli fantasmi, tormenti o rimpianti. I segni del passato ci seguono e spesso sono la causa delle notti insonni passate a fissare il soffitto. Bisogna fare pace con quello che abbiamo commesso per potere andare avanti, anche a costo di scontrarci con noi stessi.
Non siamo destinati a ripetere sempre gli stessi errori, sopratutto in un'ottica generazionale, la convinzione della band e che si arriverà ad imparare come sbagliare in modi nuovi, diversi e si eviteranno le scelte che chi ci ha anteceduto.
THE PINK LIMIT è una canzone che immerge le proprie radici nel desiderio della band di creare un suono post punk. E come specifica il frontman del gruppo, può essere interpretata come un brano in pieno spirito Biffy Clyro. Il testo è complesso, quasi ai limiti dell'incomprensibile perché unisce diversi elementi: dalla pace alla guerra, dalla religione al estremo materialismo. E il tutto viene spinto idealmente verso un limite rosa che la band non definisce. Ognuno può vederci qualcosa: il limite fisico della nostra pelle ad esempio. O un concetto più ampio: la società e le sue dinamiche.
“Nessuno avrebbe potuto scrivere questa canzone se non noi” - ha raccontato Neil ad NME - “Si sente che c'è la nostra firma. Essendo una canzone così strana è stata quella che abbiamo imparato con maggiore facilità e velocità. Proviamo un puro entusiasmo rispetto a queste canzoni che inizialmente sono LA TERRA DI NESSUNO. Puoi spaziare, creare fino a raggiungere il risultato che più ti piace”.
E allora buttiamo un occhio alle parole di THE PINK LIMIT:
“Whatever you choose, you've got to live with it / I didn't know you had another heart to break, but / it's not how you fail, it's how you deal with it / You always push it to the fucking pinkest limit”
“Qualsiasi cosa tu scelga, dovrai conviverci. Non sapevo tu avessi un altro cuore da fare a pezzi. Il punto non è come arrivi al fallimento ma come lo gestirai. Devi sempre spingerti verso il fottuto limite rosa”
4 minuti pieni di energia. 4 minuti di istruzioni per l'uso inseriti in questo disco che possiamo vivere come un manuale da tenere sempre a portata di mano quando abbiamo un dubbio, un perplessità o addirittura un senso di colpa. Non siamo soli, ce la faremo e la musica sarà sempre con noi.
Durante le fasi di sviluppo e registrazione dell'album, il trio si è dovuto interfacciare con la separazione da una persona con cui avevano lavorato per tanto tempo a causa di problemi personali e hanno deciso di interrogarsi rispetto alla necessità di provare dispiacere anche quando un rapporto, inevitabilmente, è destinato a dissolversi e a finire il proprio corso.
C'è bisogno di saperci ridere su, o di trovare quantomeno uno spazio nella nostra mente dove poter riporre pensieri felici o addirittura divertenti. La vita è un susseguirsi di eventi imprevedibili, difficili o anche sconvolgenti. Dobbiamo essere capaci di porre un filtro rispetto a tutte quelle situazioni o relazioni che hanno vissuto il proprio tempo nella nostra vita e lasciarle andare senza appesantirci. È stato bello, ne manterrò uno splendido ricordo ma è arrivato il tempo di andare avanti.
“But you will stay the same as you always have / Make some look good and all the others look bad / You'll be the best friend I never had / Yeah, this is how you chose to break away / Yeah, this is why you're always so opaque”
“Sarai la stessa persona che sei sempre stato. Farai apparire bene qualcuno e male tutti gli altri. Sarai il migliore amico che non ho mau avuto. Ed è così che svegli di scappare. Per questo sarai per sempre così opaco”
La capacità di una band come i Biffy Clyro è quella di saper raccontare le diverse fasi della vita in maniera intensa, ma mai ripetitiva. “Noi siamo la nostra musica e l'elemento personale, a mio avviso, non può essere escluso nelle fasi di stesura di un album.” - ha dichiarato il cantante della band - “chi ascolta decide poi che cosa vederci”.
COP SYRUP è un brano urlato ed arrabbiato ma allo stesso tempo è il frutto della maturità e della consapevolezza che la band ha acquisito nel tempo. Da un lato c'è il desiderio di raccontarsi attraverso i suoni e la dialettica punk che per i Biffy significa non aver paura di alzare la voce per dire ciò che si pensa, di denunciare ciò che fa marcire la nostra società e di agire per migliorare i giorni che verranno.
Dall'altra parte Simon Neil ha raccontato di come volessero chiudere il disco con una canzone che faccia capire chi sono i Biffy Clyro come band:
“Quando ero più giovane ero molto sensibile nei confronti di ciò che le persone dicevano dei nostri dischi e di noi, come artisti e persone. Mi lasciavo influenzare dalle opinioni altrui quando dovevo spostarmi sui miei nuovi lavori. Adesso questa canzone nello specifico chiude il nostro disco dicendo FUCK IT! Non ci interessa di fare quello che piace ad altri. Noi urliamo e parliamo di ciò che può risultare scomodo. Se ti piace, bene. Se non ti piace non me ne frega un cazzo!”
“I've been punching rainbows since '79 / It's self preservation
Baby, I'm scorched earth / You're hearts and minds
Fuck everybody, woo!”
“Ho preso a pugni gli arcobaleni dal 1979. E' un modo per preservarmi. Baby, io sono terra bruciata. Voi siete cuori e menti.
Andate tutti a fare in culo!”
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