Song To Song: Speciale Green Day - "Father Of All..."

Cecile B ci porta alla scoperta, traccia dopo traccia, del fulminante album che segna il ritorno dei Green Day

I Green Day sono tornati a febbraio con il nuovo album "Father Of All..." dove i puntini stanno per un 'motherfuckers' bello chiaro chiaro, il disco più corto (meno di 27 minuti) e più divertente del trio californiano capitanato da Billie Joe Armstrong che da ormai 30 anni è riuscito a tener vivo il proprio (e il nostro) spirito punk. Solo 10 le tracce che compongono "Father Of All...." in un mix di Cambi veloci, ritmo pulsante e un’idea chiara: la vita scorre troppo rapidamente per soffermarsi sulle cose. Alza il volume e balla con te stesso. Concediti meno di mezz’ora per sfogarti sulle note frenetiche che i Green Day ti stanno regalando. 

Father Of All... è la title track ed è l’apertura perfetta di questo viaggio che stiamo per intraprendere, immaginandoci alle spalle un lontano tramonto californiano.

Cambi veloci, ritmo pulsante e un’idea chiara: la vita scorre troppo rapidamente per soffermarsi sulle cose. Alza il volume e balla con te stesso. Concediti meno di mezz’ora per sfogarti sulle note frenetiche che i Green Day ti stanno regalando.

FATHER OF ALL.. è la title track ed è l’apertura perfetta di questo viaggio che stiamo per intraprendere, immaginandoci alle spalle un lontano tramonto californiano.

La seconda traccia dell’album ha fatto parte della nostra TOP 20 le scorse settimane è Fire, Ready, Aim!

“Stick a hammer in your mouth / You're a liar

Knock your teeth out to the ground / Well, you're a liar Rip it up on retribution / Turn it up sideways Ready, aim, fire / Fire, ready, aim”

“Mettiti un martello nella bocca, sei un bugiardo. Sputa i tuoi denti sulla strada. Si sa, sei un bugiardo. Ci sai fare con le punizioni, ora però alzati di lato. Pronti, mirare, fuoco. Fuoco, pronti, mirare”

La rabbia è un sentimento che inizia a batterci dentro in maniera potente quando iniziamo a vivere i primi anni dell'adolescenza. Con il tempo impariamo a filtrare, a soppesare eppure, alcune situazioni continuiamo a non accettarle e allora miriamo e facciamo fuoco.

Inoltre questo pezzo è la sigla iniziale della Wednesday Night Hockey, trasmissione settimanale trasmessa su NBCSN, dedicata al campionato nordamericano di hockey.

16 anni fa, nel 2004 la band ci dimostrò di poter rinascere dando alla luce un'epica rock opera dal titolo di AMERICAN IDIOT, al cui interno spiccavano brani come JESUS OF SUBURBIA o HOMECOMING, entrambe di una durata superiore ai 9 minuti. Oggi, invece, in meno di mezz'ora i Green Day riescono ad evocare le stesse tematiche, lo stesso spirito di American Idiot seguendo la filosofia del “meglio breve ma intenso”, ottenendo dei risultati sorprendenti.

Anche dal punto di vista visivo, FATHER OF ALL MOTHERFUCKERS crea un link con il grande successo della band dei primi anni 2000. La copertina ritrae lo stesso braccio che stringe una bomba a mano a forma di cuore coperto da diverse scritte, tra cui il titolo del disco e un piccolo unicorno che vomita arcobaleni e funziona da censura – come ha specificato Billie Joe durante un'intervista al Late Show con James Corden:

“Sapevo che non ci sarebbe stato modo di pubblicare l’album con il titolo visibile per via della censura e così mi sono detto, beh, mettiamoci sopra un unicorno. E così l'ho disegnato.. E pensare che all'inizio il disco avevamo deciso di chiamarlo American Idiot Part Two e solo dopo abbiamo scelto il nome da una delle canzoni della tracklist”.

Oh Yeah! è il terzo brano di FATHER OF ALL MOTHERFUCKERS che deve il suo titolo e il suo ritornello all'omonima cover di Joan Jett, originariamente di Gary Glitter, i cui ricavati saranno donati ad associazioni contro gli abusi sessuali.

Il giorno della pubblicazione di Father of all motherfuckers, la band ha pubblicato contemporaneamente il video del quarto brano del disco: 'Meet Me On The Roof', con protagonista Gaten Matarazzo, il Dustin di Stranger Things.

Nella clip il giovane attore interpreta la parte di uno studente che va al college e che sogna di diventare uno stuntman. Per dimostrare le sue doti organizza uno show sul tetto della scuola che vede come special guest proprio i Green Day.

C'è nuovamente un richiamo agli anni dell'adolescenza, dove le prime cotte, i primi amori ci portavano ad avere le farfalle nello stomaco e a non sentire più la faccia. Gli anni in cui gli amici diventano i propri compagni di branco, animali liberi pronti ad immergersi in un mondo ancora tutto da scoprire.

E come fare a vedere le cose in un'ottica più ampia? Ci si sporge dalle finestre o si sale sui tetti. Si ascolta la musica che più si ama per poter fingere di essere sempre nel cuore di un concerto indimenticabile. Si chiede aiuto ai propri idoli e ci ispira alle parole che compongono i testi delle canzoni che più amiamo.

Parlando di FATHER OF ALL MOTHERFUCKERS, il bassista della band, Mike Dirnt ha commentato dicendo così:

“Molti si aspettavano un disco spaventosamente schierato contro Trump. Ma per quello basta ancora American Idiot perché dice ancora tutto quello che c'è da dire. Non è il punto dove siamo ora, volevamo giocare con le nostre influenze: passiamo dal classico rock'n'roll al garage, dal punk al power pop. Mi piace pensare che la miglior musica ti aiuta a ballare attraverso l'apocalisse, ed è ciò che abbiamo cercato di fare”

I Was a Teenage Teenager è la canzone più lunga del disco: 3 minuti e 44 secondi di puri Green Day. L'aggressività, il senso di alienazione provata dalla consapevolezza di essere diversi, le droghe e i problemi a scuola. In questo brano ci sono gli elementi di una gioventù complicata. La scuola viene percepita come un ostacolo incapace di dare una mano concreta a chi è maggiormente in difficoltà.

Billie Joe ha senza dubbio voluto creare un forte collegamento tra passato e presente, consapevole di come il primo sia inesorabilmente la causa di tutto ciò che siamo nell'oggi, nel presente.

Il sesto brano del disco è Stab You In The Heart. Le sonorità di questo brano arrabbiato e potente sono il giusto mix tra un classico rock anni '60 e il punk ribelle che da sempre accompagna il trio californiano. La musica è ciò che rimane sulla terra, la musica ha una vita longeva che viene alimentata da chi la ascolta e la consuma dandole sempre nuovi significati.

Il tempo è una nostra priorità, bisogna allora elevare le nostre azioni ad una dimensione che ne sia svincolata.

La settima canzone si chiama Sugar Youth: Essere un antieroe, una figura scomoda è ciò che da sempre incarnano i protagonisti dei dischi dei Green Day, che ovviamente si rispecchiano a pieno nelle loro stesse parole.

Sono passati precisamente 34 anni da quando si sono formati e proprio grazie alla loro capacità di raccontare il disagio delle generazioni più giovani possono vantare il titolo di “principale ragione per cui le persone decidono di imparare a suonare la chitarra” - anche nel caso di artisti di fama mondiale che li indicano come una delle proprie influenze principali.

Quindi quali sono gli ingredienti necessari per garantire questo legame tra la band e sempre più giovani e nuovi punk rockers?

Trè Cool, lo storico batterista dei Green Day, si è raccontato alla rivista Kerrang! Dando una risposta concreta:

“Cosa dobbiamo fare? Andare indietro nel tempo per rifare sempre le stesse cose? Non vogliamo fare ciò che le persone si aspettano da noi. Così decidiamo sempre di divertirci per far si che gli ascoltatori si divertano con noi. Ma sopratutto vogliamo sempre fare casino, questo è il punto focale dell'intero disco”

Un pianoforte drammatico accompagna il testo di Junkies On A High, una ballata dannata e commovente:

La canzone viene raccontata da un narratore che che si rilassa, riflettendo su se stesso mentre i suoi sensi vengono annebbiati da ciò che sta fumando. Il mondo attorno sembra svanito, come se fosse tutto sovrastato dai pensieri di chi non vuole essere visto come una pedina di una società distante a cui non sente di appartenere.

C'è una sorta di perdita di identità, un voler rinnegare il proprio nome per sganciarsi da etichette e vincoli. Perché anche nel divertimento, nella leggera malinconia che gli anni della gioventù e dell'adolescenza portano con sé c'è sempre un momento di necessaria riflessione che può essere vissuta in maniera più intensa quando ci si distacca in maniera oggettiva da tutto, anche da noi stessi.

Per Junkies On High L'inglese in questo può sfruttare il duplice significato della parola “HIGH” che significa al contempo FATTO e ALTO, come se la prima condizione fosse inesorabilmente legata al volo, allo slancio che ci permette per un po' di guardare le cose da un altro punto di vista.

Purtroppo siamo quasi arrivati alla fine del nostro viaggio all'interno dell'ultimo disco dei Green Day – FATHER OF ALL MOTHERFUCKERS!

“Tutto quello che sta succedendo nel mondo adesso lo puoi trovare su Twitter” - ha detto Billie Joe al Guardian:

“E' tutto così confuso e deprimente. Volevo creare qualcosa che permettesse alle persone di fuggire. Non volevo essere ovvio e scontato. Non voglio ignorare ciò che sta accadendo. È solo che l'attuale clima politico è un qualcosa da cui non posso ispirarmi. Provo talmente tante sensazioni a riguardo. Penso che Trump sia il male e proprio per questo non mi posso ispirare a ciò che lui dice o fa. È davvero difficile poter ballare quando non riesci ad alzarti dal letto”. E allora: Take The Money And Crawl.

I Green Day non raccontano l'America di oggi da un punto di vista sociale o politico. La band si concentra sul singolo e su ciò che può passare nella mente di qualsiasi ragazzo, di qualsiasi coscienza ribelle e viva che continua a vibrare sulle frequenze della propria emozione, sia essa gioia o paura.

Il nostro viaggio, purtroppo, finisce qui. Il nostro racconto dei tre ragazzacci di Berkeley si chiude con la decima canzone di FATHER OF ALL MOTHERFUCKERS che va sotto al titolo di GRAFFITIA.

Il brano rappresenta perfettamente ciò che Trè Cool ha raccontato in una recente intervista:

“Ora che il mondo è così divisivo, volevamo unire le persone. Sembra che per molti amare il prossimo sia diventato un concetto obsoleto.

Il testo si focalizza sulla violenza immotivata, sulla discriminazione e la disillusione che regnano in una città immaginaria, Graffitia.

In questi giorni così strani, spesso segnati dalla staticità del tempo poter scandire le nostre giornate con un disco così ritmato, così vero ed aggressivo non può che fare bene a tutti noi!

Questo album è davvero un grande ritorno che permette ai fan storici dei Green Day di poter contare sulla propria band preferita dando allo stesso tempo un nuovo ed ampio respiro a chi vuole avvicinarsi al mondo selvaggio del punk del nostro millennio.

Questa la tracklist di "Father Of All...." dei Green Day:


  1. Father of All...
  2. Fire, Ready, Aim
  3. Oh Yeah!
  4. Meet Me on the Roof
  5. I Was a Teenage Teenager
  6. Stab You in the Heart – 2:10
  7. Sugar Youth
  8. Junkies on a High
  9. Take the Money and Crawl
  10. Graffitia 

Speciale GREEN DAY – “FATHER OF ALL…” @ Radiofreccia

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