Springsteen, Little Steven a Radiofreccia: "Mai più in Italia se demoliranno San Siro"

Il chitarrista della E Street Band, ospite per parlare della sua autobiografia risponde scherzosamente alla possibile demolizione del palco preferito dal Boss

Stevie Van Zandt - Little Steven o Miami Steve se volete - è stato ospite negli studi di Radiofreccia per parlare del suo ultimo libro, l'autobiografia "Memoir - La Mia Odissea fra rock e passioni non corrisposte" (Unrequited Infatuations: Memoir".

La vita di Little Steven

Se c'è un personaggio rappresentativo oltre al Boss stesso - e al compianto Clarence Clemons - nella E Street Band di Bruce Springsteen, quello è proprio Stevie Van Zandt. Little Steven, come lo conoscono tutti, è un vero e proprio pilastro del rock americano, da sempre accanto a Springsteen come chitarrista della E Street Band ma non solo.

La carriera di Stevie lo ha portato dai palchi ai set, è stato Silvio Dante ne I Sopranos e Frank Tagliano in Lilyhammer, ma anche in radio dove ha realizzato il suo show.

Una vita passata seguendo le sue passioni e il sacro fuoco del rock che ora racconta nella sua autobiografia che ha presentato ai microfoni di Radiofreccia con il nostro Nessuno.

"Memoir - La mia Odissea fra Rock e Passioni non Corrisposte", questo il titolo italiano del suo libro "Unrequited Infatuations: Memoir", in uscita domani per la casa editrice Il Castello, non parla solo della vita rock'n'roll di Little Steven ma anche dell'arte a 360°, di quella musica che da ragazzino lo ha stregato grazie alle note dei Beatles. Parla della vita, di come sia importante reagire alle avversità e accogliere quanto di buono saprà arrivare, come ribadito durante l'intervista, e anche dei segreti che servono per barcamenarsi nel mondo del rock'n'roll, con la passione alla base di tutto.

Guardarsi indietro

A proposito della sua autobiografia e dell'esperienza di scrivere un libro che raccontasse la sua vita, Stevie Van Zandt si è detto contento di aver ripercorso tutto con la mente, sottolineando di non voler solo fare un racconto della sua vita ma della storia del rock.

"E' stato interessante perché non mi sono mai guardato indietro e sei costretto ad andare indietro con la mente, tornare in quei posti e riguardare tutta la tua vita. E' stato molto divertente tornare con la mente agli anni '60, ad esempio, perché è il mio periodo preferito, per me ogni giorno è come se fosse il 1969. Ma non volevo solo fare una cronaca della mia vita ma anche raccontare la storia del rock'n'roll, come è successo, perché è successo. In gran parte posso dire di averla potuta vivere in prima persona. Dall'altra parte parlo di cosa ci vuole nel rock'n'roll, di come è nato il mio programma radiofonico, c' è un po' di tutto".

Parlando di storia del rock, Steven non nasconde l'epifania avuta grazie ai Beatles: "I Beatles erano troppo bravi, da impazzire. Anche perché in America non c'erano molte band, se andavi al ballo della scuola vedevi delle band strumentali, non gente che suonava e cantava. I Beatles erano troppo bravi, i Rolling Stones, d'altro canto, lo facevano sembrare facile".

Tra gli elementi del libro anche quelli che Steven chiama i 'craft', le abilità necessarie per fare davvero il rock'n'roll, cinque elementi che reputa fondamentali e che consiglia sempre di rispettare:

  • impara lo strumento
  • arrangia le canzoni che ti piacciono
  • concentrati sulla performance
  • focalizzati sulla composizione
  • impara la registrazione

"Ti sorprenderesti a vedere quanta gente salta questo o quel passaggio. Non puoi farlo, queste sono le regole principali" dice.

L'intervista si chiude con una nota profonda che Stevie Van Zandt prende direttamente dalla sua vita. Citando la sua esperienza, il chitarrista di Springsteen conclude invitando tutti a cercare di superare i momenti difficili, non importa quanti bui possano essere, e di essere sempre aperti al futuro, perché è lì che potrebbe trovarsi il bello:

"Quando c'è qualcosa che non va nella vostra vita non lasciatevi fermare. Quando sentite che la vostra vita è finita e prendete in considerazione l'idea di non pensare e niente dandovi alle droghe, all'alcol, addirittura compiendo gesti estremi. E' importante andare oltre, perché non sapete cosa ha in serbo il futuro e nel mio caso, credo si capisca dal libro, le cose più belle sono accadute quando pensavo che la mia vita fosse finita, quando ho lasciato la E Street Band. Quando ho lasciato la band mi sembrava la fine ma poi sono arrivati i miei dischi solista, i Sopranos, Lillyhammer. Se riesci a trovare il modo di superare le avversità, sarai sorpreso dai modi che il destino troverà per aiutarti a superarle".

Guardate l'intervista integrale di Stevie Van Zandt a Radiofreccia a fondo pagina.

Stevie Van Zandt @Radiofreccia

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