17 febbraio 2017

Spunta l'autobiografia "fantasma" di Mick Jagger

Fu scritta negli anni Settanta, ma non vedrà mai la luce

Settantacinquemila parole di fuoco. Ma nessuno le leggerà mai, a meno che Mick Jagger non ci ripensi. Il suo clamoroso memoriale, scritto negli anni Settanta in un periodo tra i più turbolenti della vita e della carriera del frontman dei Rolling Stones, non è destinato alla pubblicazione, malgrado le insistenze del coautore, John Blake, che sostiene di custodire il prezioso manoscritto in un nascondiglio segreto. Secondo Blake, la scottante autobiografia offre uno straordinario approfondimento su Jagger, mostrandolo sotto un aspetto "più pacato e riflessivo della sua caricatura da vita sulla corsia di sorpasso". Il cantante era stato pagato in anticipo un milione di sterline per la stesura dell'opera, cifra che poi ha restituito. Anche per la difficoltà di procedere nella scrittura, a causa delle droghe e degli eccessi che "avevano sconvolto il suo cervello al punto da rendere difficile ricordare fatti e circostanze". Sorprendentemente, quando il libro fu terminato, nei primi anni Ottanta, fu rifiutato dalle case editrici perché non scavava abbastanza a fondo sui temi del sesso e delle droghe.


Spunta l'autobiografia "fantasma" di Mick Jagger

Blake sostiene che il volume sia un "piccolo capolavoro" che "come una capsula del tempo mostra intatta la genialità e lo spirito del tempo in cui gli Stones creavano le loro canzoni migliori". Ma le sue periodiche insistenze per la pubblicazione si sono scontrate con il fermo rifiuto del management della band. Jagger non ricordava neppure di aver partecipato al progetto, e dopo aver ricontrollato il materiale ha posto il suo veto. Dunque, non sembrano esservi possibilità per i fans di Mick di accedere alle sue "verità", diversamente da quanto fece Keith Richards con la sua strepitosa autobiografia senza filtri, intitolata semplicemente "Life".