Stewart Copeland ha parlato di come i Police siano riusciti a fare gruppo e sopravvivere nonostante i primi difficili anni.
Il batterista del trio inglese è pronto a pubblicare "Stewart Copeland's Police Diaries 1976-9", libro che comprende i suoi ricordi dei primi anni di vita della band guidata da Sting e i diari di quei giorni.
Copeland sarà poi in tour con lo spettacolo "Stewart Copeland's Police Deranged for Orchestra", uno show che lo porterà in tutto il mondo, incluse diverse date in Italia, con una band che comprende anche il nostro amico Gianni Rojatti alla chitarra.
L'unione dei Police
Intervistato da Ultimate Classic Rock, Copeland ha parlato degli esordi dei Police e di come la band sia riuscita ad andare avanti nonostante molte difficoltà e a fare gruppo.
"Ricordo quell'atmosfera. Io e Sting eravamo davvero felici di essere riusciti a convincere il grande chitarrista Andy Summers ad entrare nella nostra finta band punk", spiega Copeland.
"La cosa più importante che ho imparato, guardando indietro, è come siamo riusciti a rimanere uniti. Per due anni io e Sting abbiamo sofferto, abbiamo patito la fame, e poi Andy si è unito a noi in quella situazione. Prima di Roxanne, prima che lo stesso Sting fosse consapevole di saper scrivere canzoni così grandi. Cosa ci ha tenuto insieme? Sting aveva un sacco di gente intorno che gli suggeriva di lasciar perdere e gli diceva di entrare in un'altra band perché non aveva bisogno di noi. E invece siamo rimasti uniti nella buona e nella cattiva sorte".
La risposta alla domanda di Copeland, però, a quanto pare non esiste, almeno secondo lo stesso Summers: "Eravamo uniti dal punto di vista musicale ancora prima di capire che musica volessimo fare. Si è trattato di un miracolo. Recentemente ho chiesto ad Andy cosa avesse in mente in quel periodo e mi ha risposto 'Non lo so! Sarei dovuto rimanere con Neil Sedaka!'"
