15 maggio 2023

The Cure, il successo pop di Friday I'm in Love

Il 15 maggio 1992 i Cure pubblicavano Friday I'm In Love, un singolo dal tono molto distante da quello di Robert Smith che finì per diventare una hit planetaria

Il 15 maggio del 1992 i Cure pubblicavano 'Friday I'm In Love'.

Secondo singolo ad essere estratto dal nono album in studio "Wish", 'Friday I'm In Love' diventò il più grande successo della band di Robert Smith.

Una hit perfetta che portò al grande pubblico la versione più leggera dei Cure, ben lontana dall'immaginario goth per cui Smith era famoso.


Friday I'm In Love, la hit pop dei Cure

Quando uno pensa ai Cure, i primi colori che vengono in mente sono il nero corvino dei capelli di Robert Smith, il pallore del suo viso, il rossetto rubino, i tratti distintivi del poster boy per i fan del Goth.

E alfieri iconici del genere, i Cure, lo sono stati davvero, pur non disdegnando sortite in territori decisamente più pop. Ne è un esempio 'Friday I'm In Love', più grande successo di sempre della band inglese che è stata descritta dallo stesso autore come una canzone felice, strana per il contesto ed efficace proprio per questo.

In "Wish", nono album in studio dei Cure, il sound della band è ricco, pop ma mai banale e mai libero da quella patina malinconica che ricopre gran parte del repertorio.

L'unica eccezione viene proprio da 'Friday I'm In Love', una canzone pop gioiosa che ha ironicamente coinciso con il picco commerciale della carriera dei Cure - Wish è l'unico album della band ad aver centrato il primo posto in classifica in UK - diventando un brano senza tempo.



Una canzoncina difficile da scrivere

"Si tratta solo di una canzone pop e naive", dirà Robert Smith. "In realtà è una canzone eccellente proprio perché è così assurda e fuori dal mio personaggio, un brano ottimista e pieno di felicità. La gente pensa che i Cure siano i leader di una sorta di movimento della tristezza. E io potrei passare tutto il giorno a scrivere canzoni tristi ma non ne vedo il senso".

E, del resto, per un personaggio come Smith scrivere una canzone sfacciatamente allegra non è qualcosa di necessariamente meno complesso o meno onorevole: "Riuscire a scrivere i versi di una canzoncina genuinamente pop per me si è rivelato essere molto più difficile dei miei soliti sfoghi provenienti dal cuore", dirà a Spin. "Ho impiegato centinaia di fogli prima di riuscire a trovare le parole giuste per questa canzone. Devi riuscire a centrare qualcosa che sia semplice, ingenuo e comunicativo. C'è una sorta di stupidità che emerge, perché abbiamo sempre fatto canzoni pop, solo che spesso erano troppo disperate".

The Cure, il successo pop di Friday I'm in Love

Il successo frutto di un errore

Ma come è nata 'Friday I'm In Love' ? La più grande hit dei Cure nasce da una progressione di accordi che Robert Smith si convinse di aver rubato da qualcuno inavvertitamente.

Una convinzione che lo spinse ad un livello di paranoia tale da far ascoltare la demo del brano a chiunque per poter avere riscontro in merito.

"Non riuscivo a credere che nessuno avesse mai usato quella progressione. Ero completamente in paranoia a causa delle droghe e mi convinsi di aver rubato quel riff da qualcuno, che non fossi stato io a scriverlo".

Quando tutti gli amici e i colleghi interpellati gli risposero che no, quella canzone non era stata già stata scritta da qualcuno, si convinse del fatto che fosse tutto farina del suo sacco.

L'idea gli venne mentre, un venerdì pomeriggio, si allontanava dallo studio di registrazione The Manor, nei pressi di Oxford, per tornare a casa e prendersi un weekend libero.

"Mi venne in mente questa sequenza di accordi grandiosa e, visto che ero solo 20 minuti lontano dagli studi di registrazione, tornai indietro e registrammo il brano la sera stessa. In quella fase si chiamava solo 'Friday', poi quando scrissi i versi pensai di parlare di quel sentimento che provano un po' tutti di venerdì. Qualcosa che accomuna chi va a scuola e chi fa un lavoro che non ama", dirà il frontman dei Cure a Guitar World.

Inizialmente il brano era più lento rispetto alla versione che fu inserita nel singolo ma, per dargli maggiore vivacità, Smith e il produttore Dave Allen decisero di aumentare la velocità del nastro. Il risultato finale, in verità, è frutto di un errore. Smith, infatti, si mise a giocare con il controller del pitch e inavvertitamente dimenticò di disattivarlo prima di registrare nuovamente.

Ascoltando la versione accelerata, la band capì che, con quell'espediente, Friday I'm In Love sarebbe stata in grado di attirare l'attenzione: "Il fatto che sia l'unica canzone di Wish in una tonalità diversa le regala un sound particolare. Dopo aver lavorato al disco per mesi, sentire qualcosa con un quarto di tono diverso, colpisce il cervello".

"Mi ci sono volute circa tre settimane per trovare il coraggio di cantare le parole", dirà Smith il mese successivo. "Una volta fatto, ce ne siamo dimenticati perché non si adattava alle altre cose che stavamo facendo. Quando siamo arrivati alla fine delle registrazioni, ci siamo resi conto che era proprio quella la canzone che mancava".