11 luglio 2023

The Doors, Il tortuoso successo di Waiting For The Sun

Nel luglio del 1968 i Doors pubblicarono Waiting For The Sun, album in vitta alle classifiche nato tra tensioni e difficoltà compositive

Nel luglio del 1968 i Doors pubblicavano "Waiting For The Sun", terzo album che finirà per diventare l'unico primo posto in classifica della band di Jim Morrison.

Un successo, quello del disco, che sarà bissato anche dal singolo 'Hello, I Love You', che nell'agosto dello stesso diventerà il secondo della band a raggiungere la prima posizione in classifica.

Nonostante i grandi risultati di vendite, "Waiting For The Sun" risultò un disco tutt'altro che facile da realizzare. Di sicuro un disco diverso dai precedenti, meno rock e compatto e più ricco di suoni, sperimentazioni e suggestioni, con il rischio di essere, a tratti, quasi dispersivo.

Un nuovo approccio

Il perché è da ricercarsi principalmente nell'approccio alla scrittura avuto dai Doors. Dove per i precedenti dischi, la band aveva già un catalogo di canzoni abbozzate da cui attingere, per Waiting For The Sun entrò in studio con poco o niente in mano e l'obbligo di scrivere un disco che fosse all'altezza dei precedenti.

Le registrazioni cominciarono ai Sunset Sound Studios di Hollywood nell'inverno del 1968, prima di spostarsi ai TTG Studios dove venne realizzata la gran parte del disco, ad eccezione di The Unknwon Soldier e Spanish Caravan e dove, nella stanza accanto, stava registrando anche un certo Frank Zappa.

L'enorme successo raggiunto prima con 'Light My Fire' e l'omonimo debut album e poi con "Strange Days", aveva messo addosso molte pressioni e la costante routine fatta di concerti, viaggi e interviste, aveva reso difficile trovare il tempo di realizzare nuovo materiale.

Tra le idee prese in considerazione, quella principale fu poi scartata. Si tratta di un lungo pezzo teatrale da sviluppare quasi come free form, una lunga improvvisazione intitolata 'Celebration Of The Lizard' che avrebbe dovuto servire da perno per tutta la struttura dell'album, occupando un intero lato del disco come una piece prog ante litteram della durata di quasi 20 minuti.

Un lavoro di chiara impostazione cinematografica che la band non riuscì a portare a termine, se non parzialmente, e che verrà poi inserita in "Absolutely Live".


The Doors, Il tortuoso successo di Waiting For The Sun

Il successo nonostante le tensioni

Lo status raggiunto aveva garantito ai Doors anche molti più soldi da poter investire nelle registrazioni, con la conseguenza di poter passare ore interminabili in studio ad indugiare sui suoni nel tentativo di creare qualcosa per supportare le poesie e le bozze di testi proposti da Morrison.

La voce e icona dei Doors, dal canto suo, faceva sempre più fatica a sopportare questo nuovo modus operandi. Mentre la band e il produttore Paul A.Rotchild si lasciavano prendere dalle manie di perfezionismo, potendo approfittare del tempo in studio, Morrison si annoiava, perdendosi sempre di più nella sua crescente passione per alcol e droghe.

Una condizione, quella di Morrison, che non fece altre che creare tensioni con gli altri membri dei Doors al punto che il batterista John Densmore, frustrato, decise di abbandonare le sessioni per poi tornare dopo un giorno.

"La parte vocale è sempre l'ultima ad essere registrata e Jim si annoiava, quindi finiva al bar e si devastava, tanto da diventare inutile", dirà il chitarrista Robbie Krieger in un'intervista a Classic Rock.

E lo stato del frontman diventò un reale problema anche in termini pratici al punto di dover essere letteralmente aiutato dall'assistente di studio per completare le parti vocali di 'Five To One'.

In un momento di tale difficoltà, fortunatamente, gli altri membri dei Doors riuscirono, in qualche modo, a portare a casa il risultato e dare vita da un disco che, pur non avendo immediatamente convinto tutta la critica, con il tempo è stato riabilitato sempre di più.

Il pubblico, questo è certo, amò sin dal primo momento "Waiting For The Sun" (fun fact: l'omonima canzone non è contenuta sul disco ma su Morrison Hotel).

Il disco ha venduto, ad oggi, oltre 7 milioni di copie e ha consentito immediatamente ai Doors di conservare il livello di rockstar e, anzi, di aumentarlo ulteriormente grazie a performance storiche come quella dell Hollywood Bowl.