29 maggio 2025, ore 07:00, agg. alle 09:20
LIVE! documenta i Police dal punk all'eleganza pop, tra improvvisazioni jazzistiche e rigore da classifica: un doppio live essenziale per capirli davvero.
Pubblicato il 29 maggio 1995, LIVE! è un doppio album che ritrae i Police in due momenti diametralmente opposti della loro parabola artistica. Da un lato ci sono gli esordi furiosi, quando – cavalcando l’onda dell’emergente scena punk – sgomitavano per conquistarsi un posto al sole. Dall’altro, la fase conclusiva della loro carriera, quando erano ormai diventati la band tra pop e rock più popolare al mondo.
Nel primo disco li troviamo rabbiosi, nervosi e velocissimi, ma già straripanti di quell’eleganza e originalità che li avrebbe resi una delle formazioni più influenti di sempre. Nel secondo, si mostrano trasformati: raffinati, sempre impetuosi, ma ora concentrati su esecuzioni impeccabili di tutti i loro successi, rinunciando a quelle lunghe divagazioni tra reggae e psichedelia che dilatavano i concerti degli inizi.
Un documento necessario
L’uscita di LIVE! avviene oltre dieci anni dopo lo scioglimento improvviso della band avvenuto nel 1983. I Police si separano all’apice della fama, dopo il successo planetario di SYNCHRONICITY e del singolo “Every Breath You Take”. Un addio che segue una sequenza impressionante di dischi e singoli capaci di dominare le classifiche e, soprattutto, di cambiare la fisionomia del rock, traghettandolo dal punk verso un pop sofisticato, contaminato dal reggae e attraversato da inquietudini new wave. Questo doppio live aggiunge ulteriore coerenza a una storia artistica clamorosa, testimoniata da due esibizioni folgoranti. Due concerti così diversi che, accostati, mostrano la straordinaria versatilità tecnica e creativa del trio. Ma soprattutto fanno emergere, in particolare nella prima metà, una componente stilistica spesso trascurata: la matrice jazz della band.Non si tratta tanto di un riferimento diretto al jazz nelle sonorità o nell’estetica, quanto di una sua assimilazione profonda nei meccanismi interni della band: l’improvvisazione, la libertà di stravolgere ritmo, armonia e melodia. In pezzi come “Roxanne”, “The Bed’s Too Big Without You” o “Can’t Stand Losing You”, le strutture si aprono in ampie oasi strumentali, completamente estemporanee. E ascoltando altri bootleg del periodo, si coglie quanto ogni performance fosse unica. Una dimensione jazz che sorprende chi conosce i Police solo per le hit radiofoniche, ma che affonda le radici nella storia personale dei tre musicisti: il jazz è il primo amore di Stewart Copeland, introdotto dal padre sin da bambino. Andy Summers, prima dei Police, è un affermato session man con una solida formazione jazz e classica. E Sting, prima di diventare l'icona di stile della new wave, suonava proprio jazz nei club.
