È l'imbarazzante tramonto senile della band che cantò la ribellione giovanile dei Mod? Forse. Gli ultrasettantenni The Who prendono "casa" a Las Vegas per una serie di sei concerti (tra il 29 luglio e l'11 agosto) molto ben remunerati al Colosseum del Caesars Palace. Sono il primo gruppo rock "residente" nel tempio mondiale dell'azzardo, preceduti da star di chiave più marcatamente pop come Mariah Carey, Celine Dion, Elton John e l'altro vecchio ex scavezzacollo Rod Stewart.
Eppure Pete Townshend, con una certa sfrontatezza, non nasconde la sua stanchezza per le esibizioni live. All'indomani del Desert Trip dell'ottobre scorso (il mega Festival con Paul McCartney, Rolling Stones, Roger Waters, Neil Young, Bob Dylan e appunto The Who), il chitarrista sottolineò: "Dovrei forse dire che stare sul palco mi eccita? Per niente, mi annoio. E ormai noi siamo come i Justin Bieber o i Lady Gaga del 1967!". Rincara la dose Roger Daltrey: "Oggi ad avere senso c'è solo il rap, il rock è morto, e anch'io, quando lo scorso anno ho avuto la meningite avrei preferito crepare!".