Questo è un messaggio che ho ricevuto da un rockambulo subito dopo aver concluso lo speciale del 10 marzo.
Una domanda che lascia chili di riflessioni, un po’ come tutte quelle che nascono dall’ascolto di questo disco, che può essere considerato a tutti gli effetti una seduta di psicoanalisi collettiva.
Sicuramente, ciò che mi rimane è la percezione delle differenti emozioni che si provano scendendo nelle zone dell’anima meno conosciute eppure così prepotenti.
Approcciarsi a capolavori del genere crea eccitazione mista a turbamento.
P.s. Parlando di 'The Great Gig In The Sky' ho avuto un classico episodio di “pensare di dire una cosa e dirne un’altra”, attribuendo in maniera del tutto non voluta la paternità della canzone a Waters.
L’emozione a volte fa anche questi scherzi.
Buona visione.