23 maggio 2020

Title Track Day: dieci grandi canzoni che danno il nome all'album

Oggi si festeggia il title track day, giornata dedicata alle titletrack, le canzoni che danno il titolo all'album che le contiene. Ne abbiamo scelte dieci

Nella mania che si è diffusa in tutto il mondo  di celebrare e ricordare qualsiasi cosa, sono nate centinaia di giornate dedicate alle tematiche più disparate ma, quella che ricorre oggi, è talmente musicale che non potevamo di certo ignorarla.

Si festeggia il 23 maggio, infatti, il 'Title Track Day', la giornata dedicata alle titletrack, le canzoni che danno il titolo ad un album intero, e che spesso sono rappresentazione stessa di tutta l'opera o, semplicemente, dei brani fantastici.

Noi abbiamo voluto sceglierne dieci.

BRUCE SPRINGSTEEN - BORN TO RUN (1975) 

Born To Run” è il terzo album del Boss, Bruce Springsteen, il disco della del successo trainato dalla titletrack, suo primo singolo a livello internazionale. In Born To Run c’è tutta la poetica working class di Springsteen, la spinta a scappare via per afferrare il proprio sogno, la velocità come via di fuga dalle costrizioni sociali. Dopo due album che sembravano non portarlo da nessuna parte, in Born To Run la voglia di emergere e rincorrere le proprie aspirazioni davano la carica al giovane Springsteen, imbrigliato tra le maglie del New Jersey con il timore di non riuscire a diventare ciò che sarebbe poi diventato: una delle più grandi rockstar di sempre e cantore delle contraddizioni a stelle e strisce.



DAVID BOWIE – HEROES (1977)

Una fotografia che Bowie immortala dagli Hansa Studios, un'istantanea dalla Berlino divisa dal muro dove David si era recato per cercare di risollevarsi dal buco nero nel quale era caduto, il secondo tassello della famigerata trilogia berlinese. Quella che era nata come la rivisitazione fantasiosa e romanzata dell'incontro tra il produttore Tony Visconti e la sua amante, la corista Antonia Maaß, un inno all'amore attraverso le difficoltà, diventò uno dei brani che definì il geniale cantautore britannico. Un inno alla resistenza che negli anni a venire assunse un valore tutto particolare, una sorta di ode alla vita in una terra divisa e uno dei brani che più di ogni altro nella storia viene associato al sentimento di rivalsa.


AC/DC- HIGHWAY TO HELL (1979) 

L’ultimo album degli AC/DC con il primo vocalist Bon Scott racchiude un’ ironia sinistra nella titletrack che, trascinata da uno dei riff più celebri della storia del rock, racconta le vita da party animal del cantante. Una condotta fatta di alcool, feste, sballi e qualsiasi eccesso vi venga in mente pensando allo stereotipo della rockstar, sempre al massimo con il pedale a tavoletta lungo l’autostrada per l’inferno e nessun pentimento. Scott morirà proprio per la sua assenza di freni circa un anno dopo l’uscita dell’album a soli 33 anni.



THE CLASH - LONDON CALLING (1979) 

La chiamata alle armi che dà il titolo al doppio album pubblicato dai Clash nel 1979, “London Calling”. Uno dei dischi cardine della scena punk che metteva sotto i riflettori la crescente crisi politica e sociale in cui versava il Regno Unito, le preoccupazioni per il futuro della band e di tutta la popolazione mondiale racchiuse in poco più di tre minuti. I Clash sparano razzi di segnalazione, accendono le sirene di emergenza e cercano di sensibilizzare i propri fan sullo stato in cui versa il mondo..




PRINCE AND THE REVOLUTION - PURPLE RAIN (1984) 

Primo album di Prince con The Revolution e colonna sonora dell’omonimo film, “Purple Rain” è uno dei più celebri capitolinell’ecclettica avventura del cantautore americano e il suo disco di maggior successo. Nelle parole di Prince la ‘purple rain’ viene dall’unione tra il rosso sangue del cielo a l’alba e l’azzurro della pioggia purificatrice riguarda attraversare la fine del mondo in compagnia della persona amata lasciandosi guidare dalla propria fede.



THE BEATLES - LET IT BE (1970) 

L’ultimo album pubblicato dai Beatles, il penultimo ad essere registrato, “Let It Be” è l’addio della più grande band di sempre che in meno di dieci anni è riuscita a cambiare per sempre la musica e la società. La storia vuole che fu la madre di Paul McCartney, scomparsa da dieci anni, a dirgli in sogno le parole ‘let it be’, un invito a calmarsi, a lasciar correre le cose durante un periodo in cui Macca era in preda agli eccessi ed esausto. Considerate le tensioni all’interno della band nel periodo che portò dalla registrazione alla pubblicazione dell’album, l’invito lasciar andare, a gettarsi i problemi alle spalle assume un significato molto più grande.



AMY WINEHOUSE - BACK TO BLACK (2006) 

Secondo e ultimo album per Amy Winehouse, prima della sua scomparsa prematura, “Back To Black” è l’album che consegnerà la tormentata artista inglese alla storia e resterà di sicuro come uno degli album soul britannici più importanti di sempre. Una storia di amore ed abbandono che Amy Winehouse presenta in modo crudo e sofferto che ben rappresenta la dipendenza affettiva dal compagno Blake e lo spaesamento di una delle più talentuosi voci della musica che non è riuscita superare i propri demoni e le compagnie tossiche.



THE WHO - MY GENERATION (1965)  

Il peso di quello che è tra i brani più famosi degli Who sta già ne titolo: "My Generation", una generazione di cui gli Who si fanno carico, portavoce di una rottura totale con la visione antica della vita, un canto per gli eterni ragazzi. Il terrore nel diventare come i 'grandi' espresso da uno dei versi leggendari del rock 'I hope I die before I get old', spero di morire prima di diventare vecchio. Una presa di posizione provocatoria estrema, linea di demarcazione trotale tra i giovani, i ragazzi della band e i loro fan, che stavano cercando di scardinare i costumi dell'epoca, e gli adulti. Anche qui, come per gli AC/DC la ribellione si è tramutata in sinistro presagio dopo la morte del batterista Keith Moon

GREEN DAY - AMERICAN IDIOT (2004)  

American Idiot è stato per i Green Day il disco della maturità quello che li ha fatti diventare definitivamente una delle più importanti band sul pianeta e un bizzarro caso di concept album punk-rock. Un disco politico trainato dalla titletrack che è diventata una delle più grandi hit della band. Un attacco continuo al potere e al governo statunitense e una denuncia fatta attraverso gli occhi del protagonista immaginario, un adolescente chiamato Jesus Of Suburbia.



MOTORHEAD - ACE OF SPADES (1980)

Cosa ci si può aspettare da uno come Lemmy se non una canzone  sul rischiare tutto, il giocare d'azzardo, buttarsi e seguire il flusso. Il brano più famoso del tostissimo trio  rock'n'roll, un proiettile lanciato a tutta velocità fatto di motori, whiskey e carte da gioco.  Lemmy vuole rischiare per il gusto di farlo, per vedere l'effetto che fa e si prenderà tutte le conseguenze di una vita senza freni, costi quel che costi.



Title Track Day: dieci grandi canzoni che danno il nome all'album