12 novembre 2020

Travis Barker e Machine Gun Kelly di nuovo in studio

Il batterista dei Blink-182 e Machine Gun Kelly stanno lavorando ad una nuova collaborazione

Nuova collaborazione in vista per la coppia intergenerazionale più famosa del punk-rock. L'ex rapper con la passione per il rock Machine Gun Kelly e il batterista dei Blink-182 sono tornati a lavorare insieme dopo la cover di "Killing In The Name" dei Rage Against The Machine realizzata mentre intorno scoppiavano le proteste per il caso George Floyd.

Travis Barker che ha anche prodotto "Tickets To My Downfall", ultimo album pubblicato da Machine Gun Kelly, il primo come pischello in giro nel mondo punk-rock, ha postato un Tweet sul suo account in cui dava credito a MGK per aver sfornato alla velocità della luce una sequenza di canzoni, indizio più che sufficiente di una nuova collaborazione in vista tra i due.

"Questo tizio, Machine Gun Kelly, è passato ieri sera e ha messo giù 3 canzoni in poche ore" ha scritto il batterista dei Blink, completando il tutto con l'emoji 'mindblowing' della testa che esplode.

In una storia su Instagram, riporta Loudwire, Barker ha poi detto che oltre a lui e MGK, in studio c'era anche Jaden Hossler, meglio noto come Jxdn, giovane cantante e stella di Tik Tok sotto contratto per la DTA Records, etichetta di Barker.


Le precedenti collaborazioni tra i due

Machine Gun Kelly ha, evidentemente, una particolare fascinazione per i batteristi. Dopo aver indossato i pantaloni di pelle di Tommy Lee interpretando l'istrionico batterista dei Motley Crue nel biopic di Netflix "The Dirt" ha stretto una duratura amicizia con Barker. Oltre a collaborare per l'album "Tickets To My Downfall", i due si sono uniti lo scorso giugno mentre nelle strade per gli Stati Uniti la tensione era altissima dopo l'uccisione di George Floyd. Unendosi alle voci della protesta Black Lives Matter, MGK e Barker hanno sfilato per le strade di Los Angeles insieme ad Halsey e Yungblud  e poi hanno registrato la cover di un brano perfetto per questi tempi, Killing In The Name dei Rage Against The Machine che, come scritto all'epoca da Machine Gun Kelly, dopo 28 anni sembra ancora di parlare dei giorni nostri.

Nel video, tutto girato in bianco e nero,  le immagini dei due musicisti in studio si alternano a quelle dei coreti anti razziali  In una scena si vede anche Machine Gun Kelly che tiene in mano un cartello con scritto: "Smettetela di arrestare i manifestanti! Arrestate i poliziotti assassini!".

Sempre coinvolgendo Yungblud, MGK e Travis Barker hanno anche registrato il brano "I Think I'm Okay".



Come Elton John ed Hendrix

Recentemente Machine Gun Kelly ha parlato con NME di "Tickets To My Downfall" e del rapporto con Yungblud, un altro giovane come lui con cui condivide la comune passione per il rock, pur venendo entrambi da un background poco classico. A proposito dell'amicizia con l'artista inglese, MGK ha detto di avere fiducia nel loro amore per il rock, di volergli un gran  bene e di essere convinto che gente come loro può solo far bene ad un ritorno delle chitarre: "E' come una pazza relazione da una parte all'altra dell'oceano: gli dicevo come tu spacchi lì io lo farò qua. Insieme possiamo fare una sorta di unione di rockstars. Siamo come ciò che erano Elton John e Jimi Hendrix all'epoca.  Questo album potrebbe essere la ragione per cui le band della nostra generazione, non i Foo Fighters, i Green Day o altri grossi artisti, riusciranno a fare da main act al Coachella o in posti simili. Grazie a questo disco la richiesta di guitar music crescerà. Andrà a colpire una nuova generazione di giovani, quelli dai 13 ai 18 anni, quelli che le band appena nominate a questo punto della loro carriera non sono più in grado di raggiungere. "



Travis Barker e Machine Gun Kelly di nuovo in studio