I Nine Inch Nails hanno avuto un rapporto conflittuale con il mercato dell'industria discografica nel corso di tutta la loro carriera.
Trent Reznor è sempre stato un personaggio 'laterale' a quanto avveniva intorno a sé e ha saputo costruirsi un suono e uno stile che ha influenzato numerosi artisti, senza mai scendere davvero a compromessi.
Ad oltre 30 anni dall'inizio della sua carriera, il rapporto tra la mente dietro i NIN e il mondo della musica sembra non essere diventato più semplice e, in un'intervista concessa ad IndieWire, ha espresso tutta la sua perplessità sullo stato attuale delle cose.
Reznor, insieme al fedele collaboratore Atticus Ross, ha parlato del lavoro come autore di colonne sonore e di quella realizzata recentemente per "Queer", il prossimo film di Luca Guadagnino.
Il rapporto tra Trent Reznor e l'industria discografica
Già nel 1989 il successo di "Pretty Hate Machine" mise Reznor nelle condizioni di trovarsi a doversi difendere dalle pressioni discografiche che volevano inquadrare quel suono 'malato' e renderlo qualcosa di più facilmente fruibile da tutti.
Invece di scendere a compromessi, la mente dietro i NIN decise di collaborare con Interscope per creare un'etichetta tutta sua, la Nothing Records, che gli permetteva di avere un maggiore controllo creativo.
Sempre più concentrato sulla sua visione artistica che sulle vendite, Reznor ha spesso criticato il mercato discografico e si è scontrato con le etichette, finendo per proporre un suo modello indipendente che vedeva anche la collaborazione diretta dei fan.
Pur essendo ritornato con una major anni dopo, l'artista americano ha sempre espresso un parere molto critico nei confronti del modello corporate che considerava ostile.