07 gennaio 2021

Trump e l'assalto dei supporter a Capitol Hill, la reazione dei musicisti

I musicisti hanno reagito all'assalto dei supporter di Trump avvenuto ieri sera a Capitol Hill, il Campidoglio USA di Washington

Dopo la guerriglia urbana dello scorso anno, nella giornata di ieri gli Stati Uniti hanno vissuto un altro momento storico di protesta inaugurando il nuovo anno con l'assalto dei supporter di Trump a Capitol Hill, momento che è stato prontamente commentato sui social anche da numerosi musicisti.


L'assalto a Capitol Hill

Dopo la nuova sconfitta in Georgia e un discorso di Trump che, insistendo sul voto rubato in favore di Joe Biden ha incendiato i suoi sostenitori, un gruppo di improbabili individui supporter del Presidente Trump degli Stati Uniti ha fatto irruzioni in quella che è la sede del Congresso degli Stati Uniti, il Parlamento federale USA, costringendo il Congresso al lockdown e alla sospensione della seduta che doveva certificare ufficialmente la vittoria di Joe Biden come nuovo Presidente degli Stati Uniti D'America.

Qualora non bastassero le immagini storiche del manipolo di manifestanti entrati a forza in una delle roccaforti della democrazia made in USA il bollettino dopo gli scontri è di quelli importanti con 4 morti, 13 feriti e 52 arresti, numeri provvisori che consegnano alla storia e agli occhi di tutto il mondo degli Stati Uniti in un clima a dir poco surreale e senza precedenti.



Le reazioni dei musicisti all'assalto di Capitol Hill

Molte le reazioni dal mondo della musica che, come è noto, non vanta tra le sue fila un grandissimo numero di sostenitori pubblici di Trump, fatta eccezione per Tud Nugent.

Il frontman dei Kiss Paul Stanley che non si è mai tirato indietro quando si trattava di criticare l'operato di Trump non ha usato mezze misure e ha parlato di terrorismo dichiarando di provare vergogna per quanto accaduto. Questo è il risultato, dice il cantante e chitarrista dei Kiss, di tante fiamme attizzate dal Presidente e da alcuni senatori nel corso del tempo, persone di cui si conosce il nome e che ora è giusto si prendano le proprie responsabilità.


Stevie Wonder si dichiara con il cuore a pezzi per il comportamento di un presidente 'pericoloso e narcisista' che incoraggia la violenza contro il Governo e invoca l'appello al 25° emendamento che consentirebbe la destituzione al vicepresidente e la rimozione dall'incarico di Trump. "E' un giorno triste - aggiunge Stevie Wonder - mi rattrista e mi lascia incredul vedere cosa sta succedendo al mio paese, lo stesso stato che ha ispirato tante mie canzoni di speranza e amore".

Un altro rocker che, anche se incredibilmente lo scorso anno qualcuno ancora si interrogava sulle sue posizioni politiche, è sempre fortemente impegnato sulle questioni politiche sociali è, ovviamente, Tom Morello dei Rage Against The Machine che ieri ha fatto una vera e proprio foto cronaca delle vicende di Capitol Hill attraverso i suoi account social facendo un raffronto tra l'ingente  schieramento di forze di polizia in assetto antisommossa contro i manifestanti del movimento Black Lives Matter lo scorso anno e la situazione opposta che si sono trovati a dover affrontare i supporter di Trump che hanno potuto compiere un atto unico nella storia in modo apparentemente quasi del tutto indisturbato.

Tommy Lee, invece, invita Trump a richiamare i suoi ed accettare la sconfitta prima che sia troppo tardi.

Anche Yungblud, che è inglese ma ormai da tempo di stanza negli Stati Uniti dove già nel 2020 si era unito alle proteste del movimento Black Lives Matter con Machine Gun Kelly, sottolinea l'evidente disparità di trattamento tra i due casi: "E' triste vedere l'estrema destra fare irruzione al campidoglio - ha scritto Yungblud - Le proteste di qualche mese fa che lottavano per i diritti umani primari hanno dovuto affrontare la brutalità della polizia per nemmeno un briciolo di questa aggressione. Prego per la sicurezza di tutti".




Jamiroquai trend topic a causa dei supporter di Trump

Tra tutti i supporter che sono stati immortalati nei video e nelle foto della stampa mentre ieri prendevano d'assalto Capitol Hill c'è uno che ha sicuramente attirato l'attenzione del popolo del web per il suo outfit quantomeno inusuale. L'uomo, infatti, si è presentato a torso nudo con un lungo copricapo di pelle munito di corna, un look che agli appassionati di musica di tutto il mondo ha subito ricordato la sagoma di Jay Kay, leader dei Jamiroquai, diventata simbolo della funk band britannica. 

Lo 'space cowboy', non certo uno dei personaggi più mondani e attivi in rete al momento, si è così visto suo malgrado protagonista dei tweet e dei post di mezzo mondo andando in trend per un cosplay involontario e non richiesto che, però, ha scatenato la fantasia della rete che ha voluto sottolineare come nella copertina e nel titolo dell'album di debutto pubblicato dai Jamiroquai nel 1993, "Emergency On Planet Earth", fosse già racchiusa una sorta di preveggenza dell'assalto a Capitol Hill.

Ma chi è l'uomo con le corna? A quanto pare l'uomo con le corna diventato l'alter ego cospirazionista di Jay Kay è Jake Angeli, tra i maggiori supporter delle teorie di Qanon degli Stati Uniti, una figura ben nota tra i cospirazionisti e i loro antagonisti. Proveniente dall'Arizona ma con origini evidentemente italiane, Angeli è stato più volte protagonista di manifestazioni per supportare le sue idee che parlano dei sedicenti poteri occulti legati a satanismo e comunismo all'attacco di Trump.










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