06 agosto 2025

Turnstile: punk, synth e anni ’80. Il nuovo corso di “Never Enough”

Con “Never Enough”, presente nella nostra Top 20, i Turnstile trasformano il punk in un viaggio synth-pop tra Police, A-ha e nuove visioni sonore e visive.

Il singolo "Never Enough", presente nella nostra Top 20 di Radiofreccia, è molto più che un nuovo brano dei Turnstile: è la porta d’ingresso perfetta per esplorare l’ultimo omonimo album della band americana, un lavoro sorprendente, che ridefinisce ancora una volta i confini della loro identità sonora.

Già con Glow On (2021), i Turnstile avevano dimostrato di essere molto più che una hardcore punk band. Ma oggi, con Never Enough, si spingono ancora più in là, flirtando apertamente con l’estetica e le sonorità degli anni ’80. I riferimenti sono così evidenti da sembrare deliberati: "Seein’ Stars" riprende groove, struttura armonica e arrangiamento di "When The World Is Running Down, You Make The Best Of What’s Still Around" dei Police, mentre "I Care" ammicca chiaramente a "Take On Me" degli A-ha e perfino a "Duel" dei Propaganda.

Turnstile: punk, synth e anni ’80. Il nuovo corso di “Never Enough”

Uno stile ibrido e personale

Eppure, l’effetto non è mai quello di un remake patinato. La band riesce a trasformare queste influenze in qualcosa di personale grazie all’energia autentica che arriva dal loro DNA punk. Chitarre essenziali di pura ispirazione new wave, impennate e muri di accordi hard rock, synth vintage: tutto viene filtrato attraverso il loro sguardo alternativo, creando uno stile ibrido, acceso, personale. Il suono dell’album mantiene alcuni tratti hardcore (soprattutto nella sezione ritmica), ma si apre a contaminazioni che spaziano dal funk allo shoegaze, dal dream pop all’alternative rock. La title track "Never Enough" inizia con un tappeto di synth nostalgico e onirico disperatamente anni 80, per poi esplodere in un ritornello grunge-punk: un cocktail stilistico inatteso ma entusiasmante! Brani come "Dull" e "Birds" conservano l’aggressività dei primi Turnstile, mentre altri, come "Light Design", mostrano una raffinatezza melodica inedita.


Punk nell'anima; pop nella forma

Il gruppo sembra ormai proiettato verso una dimensione musicale più ampia, dove l’idea di genere viene messa da parte a favore della libertà espressiva. L’ingresso in formazione della chitarrista Meg Mills (già con Chubby and the Gang) ha portato nuove sfumature, tra riff glam e aperture armoniche. La produzione, curata in prima persona dal frontman Brendan Yates, è equilibrata e pulita, attenta a far respirare ogni strumento e dare spazio alle dinamiche. Anche l’estetica visuale ha un ruolo centrale. L’uscita dell’album è accompagnata dal film Turnstile: Never Enough, 50 minuti di immagini che traducono in visione l’energia e l’identità del disco. I temi dell’inclusività, del cambiamento, della crescita personale attraversano sia i testi che l’immaginario visivo, rafforzando il legame con una community che cresce e si riconosce in questa nuova evoluzione. Con Never Enough, i Turnstile firmano uno dei dischi più ambiziosi dell’anno: un lavoro che accoglie, mescola, ridefinisce, e dimostra che si può evolvere senza snaturarsi. Punk nell’anima, pop nella forma, sognanti nella visione.