26 gennaio 2021

Un anno fa la morte dell'icona del basket Kobe Bryant

Moriva tragicamente un anno fa l'ex stella dei Lakers Kobe Bryant. Una vita sotto il canestro dall'Italia a Los Angeles

 Esattamente un anno fa il 2020 iniziava a dare le prime avvisaglie di anno funesto con la tragica scomparsa del campione NBA Kobe Bryant, Kobe l'italiano, che il 26 gennaio del 2020 veniva coinvolto nell'incidente fatale su un elicottero a Calabasas, zona residenziale della California. Con lui altre sette persone, inclusa sua figlia Gianna che il campione dei Los Angeles Lakers stava accompagnando ad un match.

Un anno fa la morte di Kobe Bryant

Una nebbia fitta, talmente fitta da diventare fatale per i passeggeri dell'elicottero che a 184 miglia orarie volava sui cieli di Calabasas, località nei pressi di Los Angeles, con a bordo il campione dei Lakers Kobe Bryant, il 'Mamba', tra i più grandi giocatori di basket di tutti i tempi che improvvisamente, a 41 anni, ha lasciato tutto il mondo fermo in una bolla di stupore. Uno schianto che, era il 26 gennaio 2020, un anno fa non lasciava scampo alla ex star NBA, a sua figlia 13enne Gianna e agli altri passeggeri del volo rimasti coinvolti, loro malgrado, in un episodio che resterà nella storia dello sport, dello spettacolo ed il primo dramma da consegnare ad un annus horribilis che di lì a poco avrebbe sprigionato tutto il suo potere da anno funesto.

Bryant si era ritirato solo quattro anni prima dallo sport professionistico con la squadra alla quale è maggiormente legata la sua figura, quei Los Angeles Lakers di cui era diventato un'icona negli anni tanto da spingere il team NBA a ritirare i numeri utilizzati in carriera da Kobe, le canotte 8 e 24, come si usa solo per le vere icone.

Kobe, il mondo del rock e i Red Hot Chili Peppers

Come tutto il mondo, non solo quello dello spettacolo, un anno fa la morte di Kobe Bryant lasciò tutti di sasso, incluso molti musicisti che tributarono l'ex campione in modo particolarmente sentito. Da Brian Wilson dei Beach Boys che si affidò al ricordo del tempo trascorso sugli spalti a vedere i Lakers, tra i momenti più divertenti passati con la sua famiglia, a Paul Stanley dei Kiss che quando si trovò a suonare poco dopo allo Staples Center, casa dei Los Angeles Lakers, salì sul palco indossando proprio la maglia di Kobe.

Tra i più grandi seguaci della Mamba Mentality, però, c'erano i Red Hot Chili Peppers e in particolare l'istrionico bassista Flea. Flea è  fan sfegatato dei Lakers e di Kobe, che considerava un amico, e fu proprio lui a regalare una speciale versione solo basso dell'inno americano in occasione dell'ultimo match giocato in carriera da Kobe Bryant il 13 aprile 2016 contro gli Utah Jazz.

Grande appassionato di basket, il bassista dei Red Hot Chili Peppers è forse stato il musicista rock maggiormente colpito dalla morte di Kobe e, intervistato dalla rete sportiva americana ESPN, questo fu il ricordo di colui che era un'icona ma anche un amico:"Era in continua evoluzione, una vera icona per tutta la scena di Los Angeles, tutti lo amavamo. L'ho conosciuto quando è arrivato ai Lakers all'età di 17 anni e da subito ho visto la sua trasformazione da semplice giocatore in vero leader".

"Per me è un grande momento di lutto - disse Flea parlando della morte di Kobe - sapere che lui e la sua meravigliosa figlia Gianna se ne sono andati così per me è stato un dolore devsatante. Dover avere a che fare con eventi del genere, cercare di capire il perché di episodi così mette davvero a dura prova la mia fede".

Kobe L'italiano

Nato a Philadelphia il 23 agosto 1978, il legame di Kobe Bryant con l'Italia viene da lontano, un legame che non si è mai sciolto da quando, all'età di 6 anni, seguì suo padre Joe Bryant nella sua avventura da cestista nel campionato italiano. Rieti, Reggio Calabria, Pistoia e Reggio Emilia. A 13 anni Kobe lascerà l'Italia per tornare negli States portando sempre un po' di tricolore nel cuore, l'italiano come seconda lingua e una passione per il basket che si era formata proprio sui campi del nostro Paese. Lì, accanto a papà Joe, insieme ai ragazzi con i quali inizierà a fare i primi tiri seri, sempre  su e giù per lo stivale.

Pur essendo un campione del basket Kobe sarà italiano  anche nella passione sportiva diventando un grande appassionato di calcio, il rossonero del Milan nel cuore, quel Milan che negli anni della sua permanenza in Italia vinceva tutto, il Milan di Sacchi.

Da oggi, inoltre, anche l'Italia sarà un po' più Kobe grazie a un'iniziativa del Comune di Reggio Emilia che, a distanza di un anno dalla morte del campione, proprio oggi intitolerà una piazza all'ex stella dei Lakers e a sua figlia.

Si chiamerà Largo Kobe e Gianna Bryant, infatti, l'area che si trova proprio a ridosso del palazzetto dello sport di Via Guasco, casa della Pallacanestro Reggiana, squadra che milita nel campionato di Serie A di basket e che tra gli anni '80 e '90 vide in squadra proprio Joe Bryant con al seguito il piccolo Kobe che dall'89 al '91 era già parte delle giovanili di quella squadra che all'epoca si chiamava Cantine Riunite. 



Un anno fa la morte dell'icona del basket Kobe Bryant